Alza gli occhi, non strisciare
Dice Yoda il saggio, noto come il mago-filosofo dell’oltre mondo: “Oggi, come spesso vi succede, voi umani sfuggite al dovere di vivere, sempre e comunque vivere! Cosa fate, invece? Vi fermate in una apnea idolatrica, tutti quanti vischiosamente legati alla roba, adoratori di idoli di qualunque natura, anche elettronica. Così vi vedo io dalla mia dimensione spaziotemporale lontana e aliena: vi osservo mentre strisciate come serpi sul presente e sul contingente, e non vedete che agendo in tal modo ignorate gli alti spazi della fede. La Vita – benedetto sia il suo nome – si aspetta da voi, anche come semplice atto di gratitudine, una adesione, una partecipazione cosciente. La spiritualità non è materia da chat o da salotto…. No, non pensatemi come un guru, io vi parlo da credente nella Forza…” Parola di Jedi.
La pazienza senza spine
Sparse su foglietti di carta recuperata, galleggiano nere su bianco molte parole in fuga: compassione, pazienza, attesa ecc. ecc. Sono tutte nostre, forse le abbiamo pronunciate senza pensarci, mescolate a quelle di discorsi d’uso immediato e non le ricordiamo, e soprattutto non le usiamo come fossimo colpiti da una misteriosa afasia. Ma ci sono, e si vedono perché pulsano come semafori intermittenti sull’orizzonte della coscienza. Qualcuna che riusciamo a raccogliere non è casuale ma “rubata” e subito assimilata. Per esempio speranza, questo venticello che può ravvivare il ristagno del tempo i cui siamo immersi; oppure pazienza (ah, averne di riserva…) vista “come attesa liberata dalle spine dell’ansietà e desiderosa di scorgere il principio di una svolta” (Antonio Prete, trovato nella rivista L’Immaginazione).
Sulla grande Arca
Possiamo anche chiamare questo flagello come la peste del xxi secolo che devasta l’umanità su tutta la Terra. Eppure il Covid-19 non è percepito, né temuto, né odiato da tutti noi raccolti da oltre un anno sulla grande Arca del mondo: si fanno largo persone a volto scoperto, perfino infermiere e medici, a sfida non tanto del virus in cui dicono di non credere – chissà come votano… – ma del nostro rispetto delle regole igieniche che sono un valore sociale. Forse pensano di essere coraggiosi, eroici, guerrieri che sfidano il Fato? Non credo, è più verosimile che si credano onnipotenti figli di qualche divinità come la Ragione, e guardano gli altri dall’alto del proprio altero convincimento. Ma se avessero soltanto paura che l’Arca mondo non sia sicura?
Sera di primavera (poesia)
Palpita l’ombra del melograno
che si affaccia alla tua finestra.
Un ramo bussa
con insistenza
agitato dal vento.
Il Tempo scivola
e si fa rugiada.
(Anonimo)
Sempre profondi e interessanti i pensieri virali. Scuotono le nostre sicurezze e le nostre coscienze.