L’Eccellenza è pronta a ripartire e lo farà con un campionato rivoluzionato, che vedrà partecipare solo 16 su 36 squadre venete. La formula prevede due gironi da otto squadre, per un totale di 14 partite (sette per l’andata e altrettante per il ritorno), che regaleranno due squadre alla Serie D, ovvero le vincitrici di ciascun girone. Non ci saranno, invece, retrocessioni. Molte società hanno però deciso di non ripartire, le incognite sono infatti troppe, dall’emergenza sanitaria fino alle elevate spese economiche a cui dovrebbero andare incontro le società pronte alla ripartenza. Delle undici squadre trevigiane, otto non ripartiranno; tra loro l’Union Pro Mogliano. Il Presidente dei biancoblu Enrico Lorenzoni ha parlato in esclusiva a http://www.enordest.it, spiegando accuratamente i motivi che lo hanno portato a prendere questa decisione.
Presidente, come ha reagito ai tanti pareri in merito alla ripartenza dell’Eccellenza?
“Leggiamo come la scelta, consapevole e sofferta, della maggior parte delle società di Eccellenza di non ripartire con un campionato confezionato ad hoc ad aprile, sia stata accolta con commenti negativi che, a nostro parere, non dimostrano di aver compreso appieno il significato di tale decisione. Tralasciando ogni valutazione nel merito della formula scelta, costituendo questa l’ultima delle odierne preoccupazioni, riteniamo che tale decisone nasconda (poi nemmeno tanto) delle criticità assai più gravi rispetto al forzato stop che noi tutti abbiamo subito”.
Perché, secondo lei, è impossibile continuare il campionato di Eccellenza?
“Teniamo a sottolineare in primis lo stato e l’evoluzione dell’emergenza sanitaria: la pandemia non è finita, è ancora presente in modo massiccio nelle nostre vite e, per di più, sta sfuggendo al controllo tramite la comparsa delle varianti. È ormai evidente che l’unica via per poter ambire ad un ritorno (speriamo) alla normalità, siano i vaccini, ma la campagna vaccinale procede con passo lento e stentato. Ciò a nostro parere significa che non sussistano ancora le condizioni per esporre i nostri atleti al rischio di contagio, ancora pressante e violento. Riteniamo, in tutta franchezza, di non dover mettere la salute dei giocatori, dei tecnici e degli addetti a repentaglio per un campionato falsato”.
Sorgerebbe anche un problema economico?
“I protocolli proposti sono di difficile attuazione e, a differenza di quanto si sente, non sono i medesimi di settembre. Ad ogni buon conto, noi dell’Eccellenza non abbiamo mai effettivamente messo in atto la procedura che adesso verrebbe richiesta, macchinosa e costosa. Chi direbbe in tutta coscienza di poterla sostenere? Anche volendo considerare di assumersi il suddetto rischio, sussistono altre ragioni, altrettanto fondate, per dire no. Far partire, ora, un campionato, significa per le società affrontare costi considerevoli per una competizione falsata, che non prevede retrocessioni ma unicamente due promozioni per controbilanciare il campionato di serie D.
Ebbene, questa non è una motivazione utile e sufficiente per utilizzare le esigue risorse economiche che ci sono rimaste. Ricordiamo che la ripartenza sarebbe priva di sponsor. Così come di pubblico pagante nelle strutture: perché, dunque, esaurire le casse societarie, quando invece le stesse possono essere investite per migliorare le nostre strutture? Personalmente non dimentico di essere il presidente tanto della prima squadra, come di tutte le giovanili e dei bambini. Ed ho quindi il dovere morale di pensare anche a loro, che hanno lo stesso diritto allo sport dei loro colleghi più grandi. Devono ripartire tutti. Così come hanno diritto di farlo anche le categorie minori”.
Che significato ha la decisione che, come Union Pro 1928, proprio categoria di Eccellenza, avete preso?
“La nostra è una decisione sofferta, così come quella dei miei colleghi, ma è parimenti mediata e ponderata, sulla base della realtà dei fatti. Sulla sicurezza, sull’obbligo di tenere indenni tanto i nostri atleti quanto le stesse società, sul fatto che non siamo professionisti e non dobbiamo necessariamente adeguarci a loro. Ragion per cui, Union Pro ribadisce e sostiene con consapevolezza questa scelta. Al di là delle critiche e con la speranza di poterci ritrovare a settembre veramente pronti a ripartire”.