Sono molti milioni le persone a livello mondiale che ricevono un trattamento di dialisi o di trapianto di rene. Una cifra equivalente al 10% della popolazione mondiale che risulta affetta da Malattia Renale Cronica o MRC. Ogni anno, per sensibilizzare il grande pubblico alla prevenzione e all’informazione, si celebra la giornata internazionale del rene.
Quest’anno non è stato possibile organizzare iniziative in presenza a causa della pandemia. Ma l’11 di marzo si è trovato il modo di coinvolgere pazienti, famiglie e personale sanitario con numerose iniziative che hanno costellato la giornata in modo capillare nei diversi territori.
Così anche all’ospedale di Vicenza, nel reparto di nefrologia si è cercato di valorizzare al massimo questa giornata. Arricchendola di nuovi significati contingentati dal periodo che stiamo vivendo.

La giornata del rene raccontata dal Professor Ronco
A raccontarcela è il Professor Claudio Ronco, Direttore del reparto di Nefrologia di Vicenza e docente all’Università di Padova. “Stiamo parlando di un percorso che nasce 15 anni fa: sono stato presidente e poi consigliere della Società Internazionale di Nefrologia quando la comunità scientifica ha rinnovato l’attenzione per un organo ‘silenzioso’, come il rene. Stiamo parlando di un organo che funge delle funzioni importantissime. Ma c’è un basso livello di conoscenza e soprattutto di consapevolezza rispetto a quello che è il suo funzionamento e le relative problematiche”.
L’11 marzo
L’11 marzo ad oltre 100 pazienti sono state somministrate altrettanti dosi vaccinali contro il Covid-19 direttamente in reparto. Stiamo parlando di un reparto che ha mantenuto a zero il numero di contagi durante la prima ondata della pandemia e al minimo i numeri durante la seconda. I pazienti con problemi renali sono costretti a recarsi in ospedale periodicamente e questo rappresenta un fattore di rischio potenziale di maggiore esposizione. Proprio per questa ragione, si è presa la decisione di somministrare il vaccino man mano che le persone si sono recate in reparto per i gli esami di routine. Riducendo quindi il margine di rischio e agevolando e riducendo gli spostamenti che, in questo periodo, non sono semplici. Il programma è di vaccinare 300 pazienti entro due settimane. In questo modo certamente si garantisce una maggiore sicurezza al paziente. Ma anche ai familiari i cui nominativi risulteranno primi nella lista per essere vaccinati non appena questo sarà possibile.
La situazione in Italia
In Italia sono circa 3 milioni i malati con problemi renali di varia natura e altrettanti sono a rischio. All’interno di questo contesto, è importante dare massimo rilievo alla diagnosi precoce e alla prevenzione. Attraverso un’informazione di tipo scientifico-divulgativa che sia in grado di raggiungere il più alto numero di persone.
Lo slogan sulla giornata del rene spiegato da Ronco

Lo slogan scelto per questa giornata è: “cura il cuore per salvare il rene”. Poche parole per racchiudere un senso più ampio e che implica un approccio al problema di tipo olitistico.
“Per il personale medico e non solo, è fondamentale la ricerca e lo sviluppo continuo in grado di valorizzare il contributo altamente specializzato di ogni professionista coinvolto” continua Ronco “nello slogan scelto per quest’anno ci sono le parole ‘cuore’ e la parola ‘rene’ proprio per sottolineare come ci si debba approcciare alla persona nella sua interezza, concependo il concetto di benessere a livello più ampio possibile. A Vicenza abbiamo pazienti che fanno dialisi anche da 30 anni: siamo cresciuti e invecchiati con loro. È come far parte della stessa famiglia. Infatti le problematiche renali sono caratterizzate da un alto livello di cronicità che ha un forte impatto a livello fisico ma anche psicologico”.
La situazione a Vicenza
Stiamo parlando di un reparto i cui pazienti arrivano da tutta Italia sia per il trattamento di disturbi cronici, di trapianti (tra i 30 e i 40 all’anno) ma anche per il monitoraggio e i follow-up. All’interno del reparto stesso troviamo infatti la sede dell’International Renal Research Insitute di Vicenza con giovani ricercatori che garantiscono la raccolta, l’analisi, lo sviluppo e la diffusione dei dati contribuendo in modo innovativo al mondo scientifico e della disciplina. Tre piani che comprendono aspetti che quindi vanno dalla ricerca, all’assistenza e all’attività ambulatoriale.
Il rene e i nuovi macchinari

I macchinari di ultima generazione sono a disposizione della persona (accade spesso che i prototipi migliorativi dei macchinari stessi vengano testati proprio a Vicenza), insieme all’assistenza domiciliare, al servizio di telemonitoraggio a distanza, al teleconsulto psicologico e al counseling genetico. Un aspetto, quest’ultimo, particolarmente all’avanguardia, in grado di indagare problematiche ereditarie che hanno un grado di incidenza nelle nostre zone più alto rispetto alla media nazionale per caratteristiche di conformazione familiare arcaiche che lasciano traccia ancora ai giorni nostri.
Il modello medico biopsicosociale, pone l’accento proprio su questi aspetti in un’ottica di integrazione del sapere aggiungendo valore alla ricerca e alla persona. La sanità veneta e vicentina si riconfermano eccellenza del territorio, perché certamente i numeri sono importanti, ma non va mai dimenticato che dietro i numeri ci sono sempre delle persone.
