Adesso, e qui, abbiamo un nemico vero. Che ci minaccia tutti e falcidia molte vite umane: non intacca l’ambiente, ma solo noi. Questo pensiero dovrebbe accendere le nostre energie per affrontarlo e poi vincerlo. Ma non c’è compattezza. Eppure il virus non è una invenzione o meglio un futile pretesto del demagogo di turno: viene dalla Natura stessa di cui facciamo parte: E’ qui. E’ entrato in silenzio, senza bussare.
L’appartenenza da riscoprire con un virus
L’appartenenza è un sentimento (forse) universale. Siamo legati a una realtà precisa, anzitutto per nascita, e dovrebbe venirci naturale. Invece ci comportiamo come se niente ci stringesse alla nostra gente: andiamo da soli, viviamo da soli, moriamo da soli. L’appartenere non è – purtroppo – un costume diffuso, non è nemmeno una specie di religione fai da te: è, invece, un vincolo ancestrale che la nostra cultura dovrebbe ri-scoprire.


Siamo nella corrente
I giorni: adesso li contiamo con rabbia e vorremmo possedere la magia che li fermi o – simmetricamente – che li facesse consumare tutti in fretta, così da arrivare presto a “quel giorno” del futuro in cui saremo liberati. No, siamo nella corrente. Il solito filosofo dice: “Il solco è tracciato e aspetta la tua semenza”. Il che, tradotto, significa che dobbiamo viverli, uno per uno, i giorni: pensiamoli come gli alberi da frutto che in primavera assomigliano a spose in fiore.
Il prossimo virus è tuo?
Dice: ama il prossimo tuo. Non è un suggerimento, ma un comando… Domanda: quanti sanno riconoscere dietro o dentro quella parola l’altro da sé? Oggi il prossimo non è uno che aspettiamo d’incontrare, ci viene incontro perché è già arrivato e condivide lo stesso spazio ristretto. Lo “spazio vitale” di tutti quelli che sfuggono all’invasione del virus.


La polvere dell’indifferenza
La polvere, come il tempo, è una scoperta: frugando noiosamente angoli di casa e mobili, ne abbiamo trovato ovunque: si nasconde fra le pagine della nostra esistenza. C’è l’occasione per eliminarla. Dice il saggio Yoda (v. Guerre stellari…): “Non lasciare che la polvere dell’indifferenza ricopra i tuoi giorni”. Vuol dire, semplificando: attiviamoci con gli altri.