Ormai, il mare Mediterraneo non trova pace. Imbarcazioni di piccole e grandi dimensioni fanno da taxi per migranti che, rischiando la propria vita in mare, cercano di raggiungere le coste del continente europeo, in particolar modo dell’Italia. La questione afferente alle zone di pesca, in cui spesso pescatori italiani hanno dei contrasti con le guardie costiere tunisine o libiche. Non si dimentichi che qualche mese fa una decina di pescatori siciliani sono stati fermati. E tratti in arresto da parte della guardia costiera libica e ancora non si conosce la loro sorte.
Mediterraneo tra Grecia e Turchia
Ora, si ripresenta una vecchia controversia che si sta tramutando in un nuovo conflitto sempre nel Mediterraneo, esattamente nella parte orientale. Riguarda la delimitazione dei rispettivi confini che vede coinvolte due nazioni, di cui una è membro dell’Unione Europea, cioè la Grecia, e la Turchia. Entrambe sono membri della NATO. La situazione è precipitata, dopo che per anni è rimasta dormiente in virtù della diplomazia e il dialogo che aveva reso attore principale anche l’UE, per favorire un futuro ingresso della Turchia nell’Unione.
Le cause
Le cause, che hanno portato quasi ai ferri corti i due Paesi, hanno avuto origine dai ritrovamenti di idrocarburi nella zona marittima. Pur trovandosi dinanzi al fatto che tali ritrovamenti negli ultimi tempi stanno subendo un ribasso sul piano della distribuzione mondiale, va detto che in realtà la tematica delle risorse energetiche è una mera scusante. Dietro questa escalation vi sono ambizioni di carattere geopolitico di alcuni Paesi dell’area mediterranea orientale come Cipro, Egitto, Grecia, Israele e Turchia.
Un altro aspetto causale concerne l’ampliamento del conflitto che da bilaterale è divenuto multilaterale regionale, coinvolgendo altri protagonisti sullo scacchiere internazionale. Mentre la Turchia cerca di rompere il proprio isolamento ed essere attore principale dell’area, la Grecia tenta di far valere le proprie ambizioni geopolitiche e quelle degli Stati che lo supportano.
Mediterraneo e Russia
Tutto questo ha trasformato il mare Mediterraneo in un terreno mobile di conflitto. La cosa davvero strana, a livello di politica internazionale, è l’assenza del ruolo degli Stati Uniti nell’area mediterranea. Grazie all’assenza statunitense, la Russia, a gamba tesa, è riuscita ad entrare nel Mediterraneo, divenendo, sul piano politico e diplomatico, l’attore primario, come aveva già fatto in Libia e Siria.
UE e assenza
Circa l’Unione Europea, la quale spesso ha difficoltà a gestire la propria politica estera e di sicurezza, non all’altezza nel dare una concreta risposta coesa ed efficace per poter prendere in mano la situazione della controversia tra Grecia e Turchia. Le ragioni sono da ricercare nella sua scarsa credibilità, accompagnata dal fatto che tale Organizzazione internazionale a carattere regionale non sia da reputare un attore neutrale, a causa della presenza della Germania e della Grecia.
L’altra ragione, che ritengo fondamentale rispetto alla prima, si fonda sull’assenza di un disegno strategico e di comunicazione che dovrebbero essere condivisi con gli altri Stati membri. Si delineano, intanto, le ambizioni geopolitiche di alcuni Stati, come, ad esempio, la Francia. Preoccupata di convocare, agli inizi del mese di settembre, soltanto gli Stati che si affacciano sul mare Mediterraneo dell’Unione; poi ha presentato un progetto denominato diplomazia euro-mediterranea che ha finito per mettere in crisi la stessa UE.
Il Mediterraneo orientale
Due elementi da mettere in evidenza. Innanzitutto, il fattore tempo da parte dei due contendenti se desiderano evitare che la crisi peggiori. Il prendere tempo comporta l’avvio di incontri diplomatici, l’apertura di canali di comunicazioni sia dai due Paesi che da altri attori coinvolti per attuare una efficacia strategia di soluzione della controversia. In secondo luogo, è importante che, per poter trovare una via d’uscita a questa crisi, sia necessario rivedere gli aspetti geopolitici dell’area, ponendo da parte le bramosie di grandezza e attuare una politica di cooperazione e solidarietà fra gli Stati, anche nell’zona del mare Mediterraneo orientale.
Il ruolo dell’Italia
L’Italia, Paese che si affaccia sul Mediterraneo, potrebbe avere un ruolo importante nella soluzione della crisi. Visti gli interessi e gli ottimi rapporti che ha con la Grecia e la Turchia. In sostanza, potrebbe diventare un ottimo interlocutore per la soluzione della disputa e fermare l’escalation nell’area marittima del Mediterraneo orientale. Il nostro Paese ha forti attenzioni sul piano energetico ed anche di sicurezza nella regione. Ci si riferisce, a titolo emblematico, al ruolo che potrebbe avere l’ENI. Data la sua presenza in Egitto, in Libia e al largo dell’isola di Cipro. L’Italia potrebbe, inoltre, essere il Paese terzo per avviare un tavolo di trattative fra i due Paesi. Quindi, la diplomazia italiana potrebbe ritornare al suo ruolo centrale e riportare in evidenza la nostra politica estera.