Per diversi anni due città, rivali anche per molti altri aspetti, si sono contese il primato nella Serie A nella pallacanestro. Due città vicine, divise da un ponte, il Ponte della Libertà che congiunge Venezia e Mestre, separate dalla Laguna, ma unite, non senza conflitti, nello stesso comune. Dal 1974 al 1987, questo comune di trecentomila abitanti aveva due squadre, la Reyer e il Basket Mestre, entrambe in Serie A, appunto. Stefano Pittarello, nel suo nuovo libro Il Derby del Ponte. Venezia e Mestre dai playground alla Serie A, da poco pubblicato da Edizioni inCONTROPIEDE, racconta l’avventura e l’entusiasmo di quegli anni: un momento felice e forse irripetibile che vide migliaia di bambini e ragazzi affollare oltre un centinaio di playground (ma allora si chiamavano “campetti”) distribuiti equamente nel territorio comunale, tra città storica e isole da una parte e la terraferma dall’altra.
Come è nato il derby del Ponte

Nella prima parte del volume (Playground) l’autore offre una mappatura precisa e dettagliata di quei campetti, a cominciare dallo spazio di gioco realizzato dai militari Americani tra il 1915 e il 1918 nei locali del liceo e convitto Foscarini, durante la Prima Guerra Mondiale. Da lì ebbe inizio infatti il rapido sviluppo della pratica sportiva presso i giovani veneziani che portò già nel 1925 alla fondazione della Reyer come sezione sociale pallacanestro, «nuovo capitolo di una storia iniziata il 9 novembre 1872 con l’istituzione della società veneziana di ginnastica Costantino Reyer al complesso di san Giovanni Laterano».
Il calore del tifo durante il derby


Al derby è dedicata la seconda parte del libro, che racconta il tifo sfegatato dei due contendenti per quella che Pittarello definisce «la sfida stracittadina», uno «scontro durissimo, senza esclusione di colpi, ma costruttivo» e nella quale trovano spazio i palazzetti, inquadrando anche le divergenti storie impiantistiche di laguna e terraferma, e poi la tifoseria, naturalmente.
Le storie del derby del Ponte

Pittarello ripercorre con passione di chi i campetti li ha consumati, intervistando e dando voce, nella terza parte del libro (Le storie del Ponte) a un centinaio di testimoni diretti, ricostruendo la rivalità sportiva tra queste due realtà sempre in competizione tra loro. Le due squadre spesso erano formate da giocatori che erano cresciuti e si erano formati e allenati nei patronati e negli oratori cittadini e che, grazie a settori giovanili di qualità, erano poi stati lanciati nel massimo campionato, diventando professionisti.
I personaggi che hanno fatto diventare famoso il derby del Ponte

Molti personaggi affollano le pagine del volume. Giocatori come Renato Villalta che a tredici anni venne notato da un rappresentante molto amico dell’allenatore Gianni Giomo, mentre facava la spesa dal “casolino” per la mamma: lì iniziò la sua avventura nel mondo della pallacanestro che lo portò a vincere un campionato europeo e un argento olimpico con la nazionale italiana. Allenatori come Ettore Messina, tuttora primatista di titoli conquistati; arbitri internazionali come Stefano Cazzaro, che ha diretto finali di scudetto e di Eurolega; infine, tra molti altri, il presidente Pieraldo Celada che dai campetti mestrini ha selezionato e lanciato molti talenti.
Arricchisce il volume una galleria fotografica che restituisce almeno in parte quel periodo di grandi entusiasmi.
L’autore

Stefano Pittarello è nato nel 1964 a Mestre. È giornalista professionista, cronista di Telepadova 7Gold. Ha collaborato con quotidiani (“Il Sole 24 Ore”, “Il Gazzettino”, “Corriere dello Sport”), emittenti straniere e curato uffici stampa. A storie e personaggi della sua città ha dedicato il blog driocasa.it. Ha pubblicato per Cleup i libri Il sacco bello e (con Annalisa Bruni) Langenwang ovvero il disastro della puntualità.
Stefano Pittarello, Il Derby del Ponte. Venezia e Mestre dai playground alla Serie A, Dolo, Edizioni inCONTROPIEDE, 2024.