Nella prima metà del 2022 si sono registrati nel Veneto + 77.500 posti di lavoro, con un aumento delle assunzioni pari al 30% rispetto al 2021. Veneto Lavoro ha analizzato i dati del primo semestre, li ha confrontati con gli anni precedenti, ha fatto anche qualche previsione. Il primo commento è stato quello del Presidente di Confapi Venezia, Marco Zecchinel. “Il Veneto e la Città Metropolitana di Venezia si confermano locomotiva d’Italia, in grado di tornare su livelli occupazionali e produttivi pre-pandemici. Purtroppo, l’autunno si presenta denso di fattori preoccupanti, la guerra, l’inflazione, l’euro debole, le criticità delle filiere logistiche e del settore edilizio, oltre alla possibile quarta ondata COVID”.
Crisi di Governo e Patto sociale
Poi c’è, non meno pensante per le ricadute, la crisi di governo e Zecchinel sostiene che questo “è il momento di un nuovo ‘Patto Sociale’ tra politica e società civile, al fine di preservare l’ecosistema delle piccole e medie imprese”.
L’analisi dei dati


Dall’analisi dei dati di Veneto Lavoro, nel primo semestre dell’anno, il mercato del lavoro ha fatto registrare un andamento positivo per quasi 77.500 posti di lavoro, con un aumento delle assunzioni pari al 30% rispetto al 2021. Praticamente si è tornati agli stessi livelli del periodo pre-Covid.
Se però da gennaio ad aprile il recupero è stato consistente, a maggio e giugno si è verificato un rallentamento della crescita con un calo della domanda di lavoro pari al -3% rispetto all’anno precedente. Il mercato del lavoro veneto, quindi, ha registrato i primi segnali di flessione dopo un lungo periodo di crescita seguito alla riapertura delle attività produttive dopo il blocco del 2020.
Zecchinel e 55.300 nuovi posti


Sono ben 55.300 i nuovi posti di lavoro registrati nel primo semestre 2022 a tempo determinato, ma a crescere sono anche i contratti a tempo indeterminato (+20.800 tra gennaio e giugno a fronte di un saldo pressoché invariato nel 2021) e le trasformazioni, quasi raddoppiate rispetto allo scorso anno.
L’andamento occupazionale dei primi sei mesi dell’anno è particolarmente positivo nei servizi, e nelle province di Venezia e Verona. Il settore terziario, infatti, guadagna 54.300 posizioni di lavoro e registra un incremento delle assunzioni pari al 41% rispetto al 2021, con picchi del +66% nel turismo.
Passo avanti dell’industria


L’industria ha fatto registrare 16.100 nuovi posti di lavoro, con un incoraggiante aumento delle assunzioni del 26% e incrementi superiori alla media nel metalmeccanico (+30%) e nelle industrie chimica, plastica e farmaceutica, mentre l’agricoltura prosegue nella sua fase negativa, con un calo delle assunzioni del 5%, ed è l’unico settore a mostrare risultati inferiori alla situazione pre-pandemica.
Il confronto con l’Europa
Come sottolineano i ricercatori di Veneto Lavoro, anche l’economia europea si conferma al momento in crescita, ma il ritmo rallenta e si fa modesto. La manifattura italiana registra un tasso di contrazione mensile particolarmente elevata e le stime di crescita del Pil, tanto nazionale quanto regionale, dovranno essere riviste al ribasso.
Zecchinel analizza la congiuntura


Nonostante questa congiuntura economica, il mercato del lavoro continua a beneficiare del rimbalzo post pandemia e del recupero delle attività di produzione più di quanto non sia stato penalizzato dalle ricadute negative del contesto internazionale. A destare non poche preoccupazioni, tuttavia, rimangono le dinamiche internazionali legate al protrarsi del conflitto russo-ucraino, al caro energia e alle difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati. Senza contare il peso notevolissimo derivato dalla crisi di governo. Tutti questi fattori negativi potrebbero portare a pesanti conseguenze anche sulla tenuta della produzione e dei livelli occupazionali.
L’appello di Zecchinel


Per il presidente Marco Zecchinel è il momento giusto perché “Confapi Venezia richiami le forze politiche nazionali e locali a porre al centro dei loro programmi elettorali il tema dell’impresa e della sua capacità di generare valore”. Per Zecchinel è “necessario un nuovo ‘Patto Sociale’ tra politica e società civile, al fine di preservare l’ecosistema delle piccole e medie imprese e favorire la loro competitività internazionale.”