Approdato nella notte in Gazzetta Ufficiale il decreto cosiddetto ristori, contenente misure per la tutela della salute. A questo si aggiunge il sostegno per i settori produttivi colpiti dall’emergenza covid. “Francamente? Siamo molto preoccupati!” Ad affermarlo Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto. Solo 2.700 le imprese con il codice ATECO che prevede ristori. Il 15% di tutte quelle potenzialmente danneggiate.
Decreto ristori da “brividi”
“Il primo brivido lo abbiamo avuto alla lettura dell’allegato 1 con il ritorno dei codici Ateco – aggiunge Bonomo -. Un sistema che abbiamo criticato pesantemente la scorsa primavera perché in diversi casi dà luogo a discriminazioni tra situazioni molto simili. Tra gli esclusi dai contributi erogati dal governo, per un ammontare complessivo di 5,4 miliardi, troviamo ad esempio tutte le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione. Ad esempio: pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie, piadinerie, non sono ammesse ai contributi nonostante stiano accusando da tempo vistosi cali di fatturato”.
Non conteggiati gli effetti collaterali
A questi si aggiungono molti settori che subiranno un effetto “collaterale” dalle chiusure serali. Ad esempio quelle che, nel mondo HORECA, avevano un gran fetta del loro mercato e rischiano di dimezzare i fatturati. Si tratta della filiera della produzione alimentare artigiana, dai panifici ai pastifici, i caseifici, salumifici, birrifici e produttori di bevande, le aziende conserviere e della trasformazione dei prodotti orticoli. Ma non solo. Un mondo di circa 12mila aziende artigiane solo in regione ed i loro 35mila addetti.
“La seconda delusione – prosegue Bonomo – arriva scorrendo le tabelle con l’elenco delle attività produttive che hanno diritto agli aiuti previsti dal decreto “ristori”. Non capiamo perché tassisti e Ncc siano gli unici a cui viene erogata la stessa cifra della volta precedente a fronte di chiusure effettive di tutto il comparto. In totale nell’’artigianato veneto avranno diritto ad un aiuto 2mila700 imprese che occupano quasi 8.500 addetti”.
Bonomo: “Pochi 5,4 miliardi per i ristori”
“Resta sullo sfondo – sottolinea il Presidente – la scarsa efficacia di una spesa di 5,4 miliardi di euro per i ristori. Denaro che avrebbe dispiegato la sua forza di contrasto al coronavirus certamente in misura maggiore se fosse stato dispiegato per il potenziamento preventivo dei trasporti pubblici. E nel far rispettare con rigore le misure che puniscano i comportamenti scorretti di singoli cittadini e di operatori anziché stoppare in modo casuale, generalizzato e incomprensibile solo alcune attività. Non possiamo passivamente accettare le chiusure laddove c’è stata un’applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza. E dove è stato verificato che il rischio Covid è sotto controllo”.
“La salute e il rispetto delle norme, vengono prima di ogni altra cosa – rimarca – su questo fronte la nostra Associazione garantisce la consueta e piena collaborazione delle imprese artigiane con le autorità di controllo, nel reciproco rispetto delle funzioni e per consentire ai cittadini di poter usufruire dei nostri servizi nel rispetto delle regole stabilite del Governo. Ogni misura presa ha un conto da pagare e – conclude Bonomo – il prezzo oggi rischia di essere altissimo per tutte le imprese artigiane”.