All’Auditorium Cesare De Michelis presso l’M9 di Mestre si è tenuto l’evento “Voci In-visibili, raccontare i disturbi alimentari “per ricordare la 14° Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla sul tema dei Disturbi del Comportamento alimentare. Importante e folta la partecipazione di molti studenti di Mestre provenienti dagli istituti superiori Giordano Bruno- Raimondo Franchetti, Antonio Pacinotti, Andrea Gritti ed il liceo Scientifico Ugo Morin. Una presenza importante, un modo per accendere i riflettori su queste patologie, che ogni anno in Italia costano la vita a 4000 giovani, un’occasione per studiarne i comportamenti, promuovere il supporto a chi ne soffre e per le loro famiglie.
Mestre Mia e i disturbi alimentari

L’evento è stato promosso dall’Associazione “Mestre Mia”, presidente Andrea Sperandio, in collaborazione con il Comune di Venezia su spinta del presidente del Cmsiglio Comunale Ermelinda Damiano. Importante il contributo dato dalla dottoressa Sandra Zodiaco autrice del libro “Oltre. Scoprirsi fragili: confessioni sul (mio) disturbo alimentare” (Alba Edizioni), socio di ADAO Friuli OdV (Associazione Disturbi Alimentari e Obesità), e membro del Direttivo del World Eating Disorders Day (Giornata mondiale sui DCA, che ricorre il 2 giugno).
La manifestazione è stata divisa in tre parti: la prima parte dedicata all’incontro con le Istituzioni, presente anche Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere. Le istituzioni hanno puntato ad un impegno concreto sulla possibilità di creare una maggior e ancor più fitta rete per il riconoscimento tempestivo della malattia, la cura ed il sostegno delle famiglie. Ha sottolineato Sperandio: “La malattia che coinvolge circa tre milion di persone ogni anno, ha un indotto di persone coinvolte pari ad un triplice valore, poiché ci sono, genitori, parenti, amici, compagni..”.
L’importanza di fare rete contro i disturbi alimentari

L’importanza di far rete attraverso le Istituzioni è concreto e si realizza attraverso i servizi che nel territorio non mancano e sono sempre più rafforzati, attraverso figure come quelle presentate nella seconda parte dedicata agli approfondimenti con la presenza dei medici dell’Ulss 3 Serenissima e del loro impegno concreto alla risoluzione di problematiche che iniziano già dall’età di 10 anni.
Il problema non coinvolge solo le ragazze, ma anche i ragazzi, realtà che questi medici si trovano ad affrontare ogni giorno, col rischio di perdere dei giovani pazienti, ma anche di gioire per la loro guarigione, insieme a famiglie che portano avanti un calvario lungo difficile ed estenuante. Sono intervenute le dottoresse Maria Bianco, direttrice CSM Centro Salute Mentale dell’Ulss3 Serenissima, Nadia Campagnola del Centro per i DCA di Marghera, Ilenia Campolongo di Camponogara, psicologa coordinatrice dell’equipe per i DCA del Polo Adolescenti, distretti 1 e 2 della ULSS 3 Serenissima, Giuliana Fino, pediatra all’Ospedale di Venezia.
Sandra Zodiaco

A chiudere questa parte l’intervento di Sandra Zodiaco autrice del libro “Oltre. Scoprirsi fragili: confessioni sul (mio) disturbo alimentare” (Alba Edizioni), socio di ADAO Friuli OdV (Associazione Disturbi Alimentari e Obesità), e membro del Direttivo del World Eating Disorders Day (Giornata mondiale sui DCA, che ricorre il 2 giugno). Sandra ha portato alla visione della platea una parte di video tratto dallo spettacolo teatrale ideato e curato da Carola Colussi Minincleri che si è ispirata al suo libro. Ha raccontato la sua testimonianza, il suo disturbo e la possibilità che ha avuto di uscirne: Sandra con la sua presenza ha regalato speranza.
Le testimonianze dei ragazzi sui disturbi alimentari

La terza parte ha visto una parentesi dedicata alle testimonianze, prima di questo momento intenso a fare da introduzione un momento artistico offerto dal Centro studi Danza di Fiesso d’Artico diretto dalla talentuosa Antonella Freguglia che ha voluto dedicare un balletto intenso alla scomparsa della sua amica “Fiorella”, mancata per anoressia. Il duo composto da Jasmine Del Mestre ed Olivia Tognana ha toccato il cuore di tutti, le arti performative riescono far vibrare anche le corde più profonde. Infatti subito dopo c’è stato l’incontro con Eliza Biliotti vincitrice nel 2023 del Premio Letterario “Chiara Fregonese”, la ex studentessa del Bruno-Franchetti ha letto il brano “Chiara ha gli occhi azzurri.”, che le ha permesso di vincere il Premio, con accanto Annalisa, la mamma.

Annalisa dall’alto del suo dolore, ha perso Chiara nel 2020 per anoressia e con grande emozione ha ricordato la figlia “Io sarò sempre la mamma di Chiara” ecco l’importanza del supporto anche alle famiglie che soffrono con i loro figli, che piangono insieme ed ha espresso la preoccupazione per la crescita di questi numeri, 4000 decessi l’anno e rivoltasi all’on. Semenzato ha precisato: “Trovo assolutamente giusto la Commissione per il femminicidio, ma fate qualcosa anche per questa strage”. I numeri sono elevati, un fenomeno che attanaglia la società, i ragazzi, che trovano nei social modelli sempre più distorti da seguire, ma c’è fiducia, c’è speranza e c’è impegno in una società che vede un forte fragilità tra i giovani e l’impotenza a volte da parte di bravi genitori di poter fare molto.
Anche la musica in campo contro i disturbi alimentari

Gli studenti presenti hanno letto brani specifici, articoli scientifici, dedicati ai dca , un testo di Ovidio, hanno portato composizioni personali. Sono stati parte attiva con le loro produzioni, il lavoro condiviso ,la solidarietà verso chi non era presente perché in clinica per anoressia. Importante la partecipazione della Consulta Provinciale degli Studenti che ha manifestato la volontà di continuare a collaborare con la giunta per essere portavoce di questa generazione, al fine di portare al cospetto delle Istituzioni le problematiche e le richieste per poter collaborare insieme facendo sempre più rete. A chiudere la mattinata i ragazzi IIS Pacinotti con performances musicali, con testi di prosa e di poesia.
Il trattamento dei DCA si basa su un approccio multidisciplinare che coinvolge il sostegno medico, psicologico e nutrizionale. I pazienti con DCA possono richiedere supporto medico per risolvere eventuali problemi di salute fisica causati dalla malattia. Il sostegno psicologico può includere generalmente la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia familiare. Il sostegno nutrizionale, invece, può includere la pianificazione dei pasti e una corretta educazione sulla nutrizione.
I dati

Chi ne è maggiormente colpito e le fasce d’età più sensibili e più colpite dai DCA sono prevalentemente adolescenti e giovani adulti, con una maggiore incidenza tra le ragazze e le donne. Le fasce più deboli rispetto al passato si sono ulteriormente abbassate, partendo addirittura dai 10 ai 25 anni, periodo in cui l’immagine corporea e la pressione sociale giocano un ruolo determinante. Ecco che ritorna una parola chiave: la società,che comporta una certa diffusa insoddisfazione per le caratteristiche del proprio corpo. L’avvento dei social media, inoltre, ha fatto sì che ognuno potesse mostrare il proprio profilo come una vetrina da esibire, in cui tutto è costruito sulla modernità delle immagini e sulla ricerca della perfezione socialmente accettata, ma a volte poco veritiera, frutto di artifici digitali e filtri che modificano la vera immagine.
Non cadiamo nella trappola

Tutto ciò ha generato una smodata attenzione a ciò che viene pubblicato influenzando ciò che ognuno sceglie di far vedere al mondo esterno. È chiaro, dunque, che in soggetti già inclini all’insoddisfazione del proprio aspetto, il non raggiungimento dei canoni esibiti dalla maggioranza ha provocato un ulteriore abbassamento dell’autostima, sentimenti di sconforto, di disagio e una svalutazione della propria persona con possibili conseguenze precipitanti verso una diagnosi di DCA. In questi casi, infatti, l’alimentazione assume caratteristiche disordinate, caotiche, ossessive e ritualistiche, tali da compromettere la possibilità di consumare un normale pasto; nello stesso tempo le preoccupazioni per l’aspetto fisico diventano insostenibili e pervasive, tanto da minare la socialità della persona che ne soffrono. Ecco perché bisognerebbe guardare ai social con distacco e con una sana critica. L’importante è non cadere nella trappola delle immagini patinate, fatte di ritocchi, la vita reale è un’altra cosa.