Il concetto di decarbonizzazione di un edificio è strettamente legato alla riduzione della sua “carbon footprint” (in italiano: impronta ecologica), che è un indicatore della quantità di gas ad effetto serra emessa in atmosfera durante l’intera vita di un edificio. A oggi, la realizzazione di nearly Zero Energy Buildings (nZEB) e Net Zero Energy Buildings (NZEB), ovvero di edifici a consumo nullo o a basso consumo energetico, pressoché nullo, nelle nuove costruzioni è possibile, grazie alla gamma di tecnologie sempre più efficienti applicabili nei cantieri edili.
Oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione Europea sono prodotte dagli edifici e, in base alle nuove norme, entro il 2030 tutte le nuove costruzioni dovranno essere a emissioni zero ed entro il 2050 a emissioni zero; di conseguenza, non si dovrebbero più produrre emissioni di gas serra. I temi trattati nelle politiche europee a proposito di energia e ambiente riguardano l’efficienza energetica, la decarbonizzazione nell’edilizia e le fonti rinnovabili.
I dati sul basso consumo energetico

Se pensiamo che oggi il 35% degli edifici dell’UE ha più di 50 anni, quasi il 75% del parco immobiliare è inefficiente dal punto di vista energetico e il tasso medio annuo di rinnovamento energetico è solo dell’1% circa, non possiamo meravigliarci se la revisione della Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici adottata a maggio 2024 introduce standard energetici ancora più rigorosi. La normativa prevede che tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali siano non solo a consumo energetico praticamente nullo, ma che siano anche a emissioni zero, dal 1° gennaio 2028 per quelli di proprietà pubblica e dal 1° gennaio 2030 per gli altri.
Secondo la direttiva, un edificio a emissioni zero non produce per nulla emissioni di carbonio da combustibili fossili, a fronte di una prestazione energetica molto elevata. Come per gli edifici a energia quasi zero, la minima energia comunque necessaria agli edifici a emissioni zero deve essere coperta da fonti rinnovabili, interne o nelle vicinanze, grazie a strumenti come teleriscaldamento e teleraffrescamento. Tutto questo ridurrà la domanda e migliorerà la fornitura energetica complessiva.
Cos’è un edificio a “emissioni zero”

Diciamo che la definizione “emissioni zero” in realtà non significa che non debbano essere prodotte per nulla emissioni di gas serra, ma che si è raggiunta la cosiddetta “neutralità carbonica”, eguagliando la quantità di CO2 emessa e quella tolta dall’atmosfera. Un edificio di questo tipo è in grado di bilanciare completamente le sue emissioni di gas serra con la produzione di energia rinnovabile, così da non impattare sul cambiamento climatico. La quantificazione delle emissioni richiede di considerare diversi fattori, tra cui le emissioni dirette e indirette legate alla costruzione e all’operatività dell’edificio.
Le emissioni dirette sono frutto delle attività legate al funzionamento quotidiano dell’edificio, ovvero al consumo energetico legato all’utilizzo dei sistemi impiantistici dell’energia elettrica, del riscaldamento e raffreddamento e per la produzione di acqua calda sanitaria. Le emissioni indirette sono invece quelle dovute ad attività che non avvengono direttamente all’interno dell’edificio, ma che sono comunque collegate al suo funzionamento, come ad esempio le emissioni legate alla produzione dei materiali, l’impatto ambientale durante la costruzione e la demolizione, le emissioni relative alla produzione e al trasporto di acqua, rifiuti, ecc.
Case green e basso consumo energetico

Il GWP(Global Warming Potential, in italiano: potenziale di riscaldamento globale), è un altro concetto importante introdotto con la “Case Green” e rappresenta l’unità di misura da usare per calcolare il danno prodotto nei confronti del riscaldamento globale da un edificio nell’arco della sua vita. Questo indicatore serve a quantificare il danno che provoca all’ambiente un edificio all’ambiente, diciamo, “dalla culla alla tomba”, ovvero dall’estrazione delle materie prime utilizzate per la sua costruzione fino alla sua demolizione e ai processi di recupero, riutilizzo, riciclaggio e smaltimento dei materiali di risulta. In pratica, non si valuta più la sostenibilità e l’efficienza di un edificio solo più durante il suo utilizzo, ma durante tutto il suo ciclo di vita. L’unità di misura del GWP è espressa in kg di CO2 equivalente per m² di superficie utile interna per un periodo di riferimento dell’analisi pari a 50 anni o 100 anni.
Differenza tra “energia quasi zero” e “emissioni zero”

Le misure di efficientamento passivo comprendono tutte quelle soluzioni progettuali volte a migliorare le prestazioni termiche del solo involucro edilizio, riducendone di conseguenza il fabbisogno energetico ed i consumi. In sostanza, dall’ultima direttiva dell’UE si evince come risulti crescente l’importanza di avere un’edilizia energeticamente sempre più efficiente e, in questa direzione, il confronto tra edifici ZEmB (o ZEB, Zero Emission Buildings) e nZEB (Nearly Zero Energy Buildings) è fondamentale in termini di evoluzione delle tecnologie e delle normative in questo settore.
Basso consumo energetico e zero emissioni

ZEmB (Zero Emission Buildings) significa essere in presenza di un edificio a emissioni zero, cioè ad altissima prestazione energetica, con un fabbisogno di energia veramente molto basso, che produce zero emissioni di carbonio da combustibili fossili e un quantitativo molto basso di emissioni di gas a effetto serra. Un edificio ad emissioni zero, quindi, non solo è energeticamente efficiente, ma copre anche il proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, riducendo le emissioni di CO2. Un Edificio a Emissioni Zero, invece, è un edificio ad alta efficienza energetica, che non emette gas serra direttamente dal consumo di energia e che è alimentato esclusivamente da energia pulita.

nZEB (Nearly Zero Energy Buildings) significa che si tratta di edificio ad altissima prestazione energetica, il cui fabbisogno energetico, quasi nullo, è coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in loco o nelle vicinanze. La normativa italiana ha stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2021, tutti i nuovi edifici devono essere costruiti secondo lo standard nZEB. Quindi, se un edificio è a emissioni zero, significa che non produce gas serra durante il suo funzionamento e questo perché l’energia necessaria a riscaldamento, raffrescamento, illuminazione e tutte le altre necessità, si ottiene da fonti rinnovabili, senza emissioni di CO2. In pratica, stiamo parlando di un’abitazione che assicura il benessere termico con una minima fonte energetica interna all’edificio, senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale”, senza caldaia, termosifoni o nient’altro di simile.