Dopo aver visto apparire una “gondola finlandese” a quattro vogatori alla 49esima Vogalonga (o se preferite ora Longrowing) mi è venuto un attimo di scoramento e ho deciso di fare una visita devozionale alla barca più antica della laguna di Venezia. Così per espiazione e pentimento della prima Vogalonga, fatta nel 1975 e nata per merito del compianto commendator Toni Rosa Salva.

La prima Vogalonga

Mezzo secolo fa vi aderirono 500 barche di volonterosi (quasi tutti vogatori locali, da Chioggia a Caorle, passando per Venezia, ovvero voga alla veneta…) per protestare civilmente ed ecologicamente contro il moto ondoso e fare della manifestazione remiera veneziana un piccolo gesto di ribellione contro quello che sarebbe successo negli anni a venire: traffico acqueo indecente ed overtourism. Non è bastato poi il sorgere spontaneo di decine di società remiere tra Venezia, Mestre e provincia. Migliaia di vogatori che oggi solo per attraversare il canale della Giudecca o il Bacino di San Marco, o San Giuliano, rischiano la pelle.
Un salto nel passato





Il mio piccolo gesto devozionale comincia bussando alla porta del convento del Redentore, giusto a fianco della Basilica votiva, per via della peste del 1575, e ultimo colpo di genio del vicentino Andrea Palladio, prima di morire.
“Toc-toc, pace e bene, posso parlare con un fraticello?” Apre la porta padre Francesco, giovane, biondo, accogliente. “Posso entrare nella vostra cavana per vedere la grande caorlina a otto vogatori (ma più precisamente un bateon, perchè provino e poppiere vogano sopra ed ha il timone…). Si tratta della barca ancora in attività più antica della laguna. Padre Francesco, originario di Tessera (una specie di garanzia lagunare…), fa qualcosa di più. Mi fornisce la foto dei fraticelli d’Assisi impegnati nella Vogalonga di qualche tempo fa. “Quest’anno – precisa subito padre Francesco – l’abbiamo lasciata riposare. Penso sia nata attorno al 1890”.
Una Vogalonga “francescana”

La sua longevità ha qualcosa di miracoloso, dipinta di nero, ovvero pece, come vuole la tradizione più antica, riposa a ridosso del muro cinquecentesco della cavana. Qualcuno sosteneva (credo il maestro d’ascia giudecchino Giovanni Giuponi, morto novantenne nel 2002, ndr) che il segreto ultracentenario del bateon sia dovuto alla particolarità delle acque del sito. Acque “meschisse”, come si dice in dialetto, ovvero metà salate e metà dolci, per via del magnifico orto-giardino, esteso per un ettaro, che i frati, mantengono gelosamente con robusta irrigazione per ulivi, vigne, piante medicinali, alberi da frutto, ortaggi.
I lavori di restauro


Ora per merito del Venice Gardens Foundation, sono stati eseguiti, nel 2024, dei lavori di restauro dal celebre architetto paesaggista torinese Paolo Peyrone. Il giardino è diventato così una delle mete turistiche veneziane più ambite. Quando il turista è intelligente e non mordi e fuggi, bisogna riconoscerlo. Nel convento esiste una erboristeria (antica e tradizionale specialità dei frati Cappuccini), una storica farmacia, una falegnameria d’antan e perfino le “fabbriche” del lanificio, il frantoio per l’olio, e anche per la mielatura.
Senza offendere nessuno, una specie di Paradiso.
Facciamo tornare la vera Vogalonga


Tornando all’atto devozionale iniziale, chiedo al sacro bateon dei frati Cappuccini della Giudecca, un piccolo miracolo. Ti prego fai tornare la Vogalonga allo spirito ecologico e puro delle origini! Oggi l’iscrizione di 28 euro a partecipante per gli oltre settemila iscritti, a maggioranza stranieri, la fa sembrare più un business che una protesta spontanea. Amen.
Parole Devote e Sante
Grazie
Per richiamare lo spirito e lo scopo originario credo sia ora di dire basta e non partecipare più alla vogalonga. Diventata da troppo tempo un altra giostra per turisti in barba al moto ondoso che sta distruggendo questa malgovernata città.
Ho partecipato 11 volte nella Vogalonga.in canoa kayak E proprio una bellissima carnavale senza inquinare l’ambiente con tante diverse barche da diverse paese.
Non c’è bisogno da cambiare nulla.
Grazie a l’organizzazione splendida del comitato della Vogalonga!
Antony Howard-Grubb (Irlandese residente a Milano)