Un viaggio affascinante tra miti, spiriti e creature del soprannaturale nella mente visionaria di Shigeru Mizuki. Dal 7 giugno al 30 agosto 2025, Casa Cavazzini – sede del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine – ospita “Mondo Mizuki, Mondo Yokai”, la prima antologica in Italia dedicata a Shigeru Mizuki, uno dei più grandi maestri del manga giapponese, considerato un vero e proprio ponte culturale tra l’Occidente e l’universo mitologico nipponico. L’esposizione, realizzata in occasione della 27ª edizione del Far East Film Festival e inserita nel cartellone di GO!2025 – il programma di eventi di Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura – presenta 100 tavole originali, molte delle quali mai esposte prima fuori dal Giappone. L’iniziativa è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine e dal EU-Japan Fest Japan Committee.
Il maestro dei mostri (e dell’anima)

Nato nel 1922 e scomparso nel 2015, Shigeru Mizuki – pseudonimo scelto in omaggio alla locanda in cui lavorava da giovane per mantenersi – è considerato un gigante del fumetto e un cantore profondo delle ombre dell’animo umano. Artista poliedrico, ha saputo fondere con maestria tradizione, memoria e invenzione: dagli spettacoli “Kamishibai” (il teatro illustrato di carta con intenti educativi) fino ai manga più cupi e complessi, Mizuki ha dato forma grafica a un mondo abitato da mostri, spiriti, fantasmi e presenze inquietanti, spesso ispirati ai racconti orali della sua infanzia e al patrimonio folklorico giapponese.
La sua vita fu segnata in modo indelebile dalla Seconda Guerra Mondiale: arruolato e spedito in Papua Nuova Guinea, Mizuki sopravvisse a fame, malaria e violenze, perdendo il braccio sinistro in un bombardamento. Mancino naturale, imparò a disegnare con la destra, trasformando il dolore e il trauma in un linguaggio espressivo potentissimo. Le sue opere traboccano di inquietudini, visioni, e riflessioni sulla vita e la morte.
Mizuki e l’universo degli Yōkai: tra folklore e filosofia


Fulcro della mostra sono gli Yōkai, creature soprannaturali del folclore giapponese che Mizuki ha raccontato e illustrato in tutta la sua produzione. Mostruosi o grotteschi, dispettosi o terrificanti, gli Yōkai incarnano le paure collettive e le credenze popolari di un Giappone antico e spirituale, e sono spesso associati all’estate, stagione in cui – si dice – il mondo degli spiriti si avvicina di più a quello degli esseri umani.
Attraverso le tavole esposte, il visitatore potrà incontrare figure leggendarie come: i Kappa, esseri anfibi simili a tartarughe che attirano le vittime in acqua, i Tengu, guerrieri-uccello dei monti, le Yuki Onna, donne-fantasma delle nevi, le Rokurokubi, donne dal collo serpentino, le astute Kitsune, volpi magiche capaci di metamorfosi, i Tanuki, procioni ingannatori e giocherelloni, i terrificanti Bakeneko, gatti mutanti vendicativi, i Kamaitachi, donnole taglienti che viaggiano col vento e il grottesco e buffo Karakasa, un vecchio ombrello animato con un solo occhio, una lingua lunga e uno zoccolo. Ognuno di questi spiriti, con le loro origini e caratteristiche, ci parla non solo di miti e leggende, ma anche di emozioni umane universali: paura, solitudine, vendetta, ironia.
Mizuki tra fumetto e storia

Oltre ai racconti di fantasia, Mizuki si è distinto anche per la sua produzione più storica e autobiografica. Celebre è il manga “Kitaro dei cimiteri”, che ha ottenuto numerosi adattamenti tra serie anime, film e videogiochi, così come la sua biografia a fumetti di Adolf Hitler, e l’adattamento manga del celebre testo etnografico “Tōno Monogatari”, raccolta di racconti del soprannaturale considerata l’equivalente giapponese delle fiabe dei fratelli Grimm.
“Mondo Mizuki, Mondo Yokai” non è solo una mostra per appassionati di manga, ma un’occasione per avvicinarsi a un’intera cultura attraverso l’arte, la memoria e l’immaginario. Un viaggio visivo, emotivo e antropologico nell’universo di un autore che ha saputo trasformare il trauma in poesia, l’orrore in meraviglia, il folklore in arte.