Gianfranco Cesare Battista Zigoni, detto Zigo-gol, ha compiuto 80 anni lunedì 25 novembre. Nelle varie squadre che ha giocato ha lasciato il segno, soprattutto a Verona: una volta Valcareggi lo mise in panchina e lui si presentò in pelliccia, cappello e pistola. Altro episodio. Lui segnò e se andò negli spogliatoi e anche i tifosi abbandonarono lo stadio.
“Ma quale festa? Il mio compleanno è stato solo un giorno del calendario, questa è la verità. Si festeggia a 20 o 30 anni, non a 80” ha detto Gianfranco, raffreddato in questi giorni di tardo autunno.
La storia di Zigo-gol


Gianfranco Zigoni è nato a Oderzo.Ha al suo attivo 265 presenze e 63 gol in Serie A con le maglie di Juventus (dove ha vinto lo scudetto 1966-1967) Genoa, Roma e Verona oltre a tre convocazioni in Nazionale, con la quale scese in campo una volta. Ha giocato anche nel Brescia, ed ha finito la sua esaltante carriera nell’Opitergina, dov’è stato anche allenatore dal 1987 al 1987, e Piavon 1983-1987.
Si è procurato con gli anni una reputazione di ribelle e per alcuni suoi comportamenti piuttosto bizzarri. Divenne per questo uno dei calciatori simbolo degli anni 1970. “Mi piacevano le donne, all’alcol non ho mai rinunciato, ma giocavo anche a bocce”.
Le sue squadre furono Juventus, Genoa, Roma e Brescia. Nel 1972, a ventotto anni, venne ingaggiato dal Verona. Negli anni passati in Veneto segnò meno che nelle stagioni precedenti, ma sia per le sue giocate sia per alcuni gesti clamorosi divenne un idolo della tifoseria. Il 20 maggio 1973, ultima giornata di campionato, il Milan in testa alla classifica doveva vincere a Verona per aggiudicarsi lo scudetto. I veronesi vinsero per 5-3, permettendo alla Juventus di superare di un punto i rossoneri e vincere il quindicesimo titolo. Zigoni in quella gara fornì gli assist a Livio Lippi. “Eravamo già salvi, ma il presidente Saverio Garonzi negli spogliatoi ci promise un premio doppio: 600 mila lire a testa. Il presidente come un tirchio. Allora ne approfittammo e scendemmo in campo caricati a mille e annichilimmo i rossoneri”. Il Milan di Nereo Rocco era appena reduce della vittoria in Coppa delle Coppe a Salonicco.
Zigo-gol e il Verona

Questo fu il primo dei due episodi che fece diventare la città scaligera per i milanisti la Fatal Verona.
Nel 1974 la squadra venne retrocessa d’ufficio all’ultimo posto per illecito sportivo: Zigoni contribuì nella stagione successiva all’immediata promozione con 9 gol, il massimo numero di reti da lui segnato nelle sei stagioni veronesi. Nelle due annate successive segnò 2 gol in 18 presenze e 6 gol in 26 presenze: la squadra si classificò rispettivamente undicesima e nona. Nella stagione 1975-1976 la squadra raggiunse la finale di Coppa Italia, perdendola. Una volta Valcareggi lo lasciò in panchina e lui, non approvando la decisione, ci andò in pelliccia, pistola a tracolla “regolarmente denunciata”, e a petto nudo. La pelliccia andò al macero a causa di un incidente in auto: “Macchiata di sangue, era irrecuperabile. La buttai via».

Un altro episodio della eccentricità di Zigo-gol. Nel corso di un’amichevole di fine stagione Verona-Vicenza, dopo una partita in cui non brillò, a venti minuti dalla fine saltò in dribbling quattro avversari e infilò il pallone all’incrocio dei pali, salvo poi andare dritto negli spogliatoi, imitato dai tifosi che abbandonarono lo stadio.
Una delle sue frasi famose fu: “Metto fuori classifica io, Pelé e Maradona perché calcisticamente siamo stati tre extraterrestri”. Nella carriera ha vissuto momenti che gli sono rimasti dei ricordi da non dimenticare, come l’amichevole Juventus-Real Madrid. Quando finì la partita il difensore José Santamaria la paragonò a Pelè che sfidò con la Roma nel 1972.
Ora ha il suo murale

Gianfranco Zigoni è padre di quattro figli, tra cui Gianmarco anch’egli calciatore (ora al Taranto, passato per Milan, Treviso, Avellino e Venezia, ndr) e ha cinque nipoti: “Mi sono piaciuti Baggio e Cassano”.
A “Zigo-gol” Oderzo ha dedicato al giocatore ed allenatore un murale. Lo ha realizzato l’associazione Amici del Marconi, il quartiere di Oderzo dove Zigoni è nato. L’associazione ha ripristinato l’immobile che funge da fulcro per la vita del quartiere e sulla retrofacciata hanno dipinto il murale, che raffigura il volto di Zigoni così come lo ricordano i tifosi in Italia e nel mondo. Auguri Zigo-gol.