“Tre ragazze bellissime” e “ladre abilissime”. Basterebbe questo per riconoscere le sexy ladre di Cat’s Eye – Occhi di gatto (Kyattsu Ai). È uno dei manga più famosi di tutti i tempi, con oltre 18 milioni di copie vendute. Una serie anime, prodotta da Tokyo Movie Shinsha, è stata trasmessa in Giappone su Nippon Television dal luglio 1983 al luglio 1985 ed è andata in onda anche in Italia dal settembre 1985 sull’emittente televisiva Italia 1. Conta 73 episodi, divisi in due stagioni, di cui l’ultima ha un finale aperto.
La trama

La giovane Hitomi Kisugi (Sheila Tashikel nell’edizione italiana) gestisce il caffè Cat’s Eye (“Occhi di gatto”) con la sorella maggiore Rui (Kelly) e quella minore Ai (Tati). Il bar è, però, una copertura: Hitomi e le sue sorelle sono, infatti, una celebre banda dedita al furto di opere d’arte, anch’essa chiamata Cat’s Eye, Occhi di Gatto nella versione italiana, che così firma i biglietti da visita lasciati sulla scena dei furti. Le sorelle Kisugi tuttavia non si dedicano al furto per lucro: rubano esclusivamente opere d’arte appartenute a Michael Heinz, famoso artista degli anni ’40, che è il loro amato padre scomparso. Esse sperano di ricostruirne la collezione, che era stata loro sottratta dai nazisti, e individuare sufficienti indizi per poterlo ritrovare.

L’investigatore incaricato delle indagini per la loro cattura, Toshio Utsumi (Matthew Hisman), è anche il fidanzato di Hitomi e non sospetta minimamente delle tre sorelle: scoprirà per caso e con sorpresa che la banda è composta da donne. Il rapporto di Hitomi con Toshio procura a Occhi di gatto complicazioni e vantaggi: Hitomi riesce a estorcere a Toshio informazioni riservate, grazie alle quali la banda riesce quasi sempre a farla franca, fuggendo con la refurtiva.
Anime

L’anime, prodotto dalla Tokyo Movie Shinsha. È suddiviso in due serie, la prima formata da 36 episodi per la regia di Yoshio Takeuchi, la seconda formata da 37 episodi per la regia di Kenji Kodama. Mentre gli episodi della prima serie sono tratti dal manga, quelli della seconda sono completamente originali. Per il 30º anniversario dall’inizio delle trasmissioni, la serie è stata restaurata e collezionata in due Blu-ray da King Records il 30 marzo 2013.
In Italia è stato trasmesso su Italia 1 dal 15 settembre 1985 al 10 luglio 1986 con il titolo Occhi di gatto e replicato sulla stessa, più precisamente nel contenitore di cartoni animati Bim Bum Bam, quindi su Rete 4, Canale 5, poi ancora Italia 1, Italia Teen Television, Boing, Nickelodeon, La 5, Frisbee, Man-ga. La versione italiana presenta, oltre al cambio dei nomi dei personaggi, solamente qualche lieve censura nei dialoghi e qualche fermo-immagine negli episodi della seconda serie, tuttavia eliminati con le diverse pubblicazioni prima in VHS e poi in DVD. La serie televisiva è stata anche trasmessa nelle Filippine, in Cina, in Brasile, in Francia, in Germania e in Spagna da Antenna 3.
Le curiosità che non tutti sanno
Per ripassare un po’ l’indimenticabile epopea ladresca del cartoon che ha fatto sognare chi era bambino negli anni 80, ecco dieci curiosità che forse non tutti sanno.
1. Il manga di partenza

La serie animata è l’adattamento del manga “Cat’s Eye” di Tsukasa Hojo, pubblicato per la prima volta in Giappone dalla Shūeisha su Shonen. È arrivato in Italia solo molti anni dopo, pubblicato tra il 1999 e il 2000 dalla Star Comics. Attenzione, però: mentre gli episodi della prima stagione sono tratti dal manga, quelli della seconda sono completamente originali.
2. I veri nomi dei protagonisti
Dal momento che la serie è ambientata a Tokyo, i veri nomi delle protagoniste non sono Sheila, Kelly e Tati Tashikel: le tre sorelle-ladre si chiamano in realtà, rispettivamente, Hitomi, Rui e Ai Kisugi. Il poliziotto co-protagonista e fidanzato di Sheila, Matthew Hisman, porta il nome di Toshio Utsumi.
3. Il finale aperto: ecco come si conclude davvero la storia

Veniamo a una questione cruciale: il finale. Chi non si perdeva una puntata in onda sull’allora Fininvest, ricorderà che l’anime aveva una conclusione aperta, nella quale le tre sorelle incontrano il fratello gemello del padre, che è colui che lo ha tradito. Non si sa dunque, se riusciranno davvero a trovare l’amato genitore e, soprattutto, come evolverà la storia tra Sheila e Matthew (e se lui scoprirà la doppia identità di lei). Il manga, invece, ha un finale ben diverso, scritto dopo la conclusione della serie. Sheila/Hitomi rivela infatti a Matthew/Toshio di essere una delle ladre, per poi fuggire negli Stati Uniti. Qui, il ragazzo riesce a rintracciarla, ma lei ha perso la memoria a causa di una meningite virale. L’amore non trionfa, dunque? Ovviamente sì, perché alcuni indizi lasciano intendere che Sheila, in realtà, stia solo fingendo di non ricordare: lei e Matthew ricominceranno così una nuova vita insieme.
4. La censura

Come accade sempre quando si tratta di anime, la censura ha fatto parecchi tagli, dal momento che Italia 1 ha sempre indirizzato la sua ampia offerta di cartoni giapponesi a un pubblico di bambini. Da “Occhi di gatto” sono state eliminate alcune scene osé o violente: vedi, per esempio, la sequenza in cui Matthew va a vivere a casa di Sheila e Kelly si fa sbottonare l’abito dal detective, che resta molto turbato nel vedere la biancheria intima della cognata.
Eliminate anche alcune scene in cui le ragazze appaiono nude sotto la doccia. I tagli apportati alla versione italiana non furono tantissimi e riguardarono perlopiù, come era facile immaginare, delle scene ritenute troppo sexy.
Varie docce delle tre protagoniste, le tre coperte solo da un asciugamano dopo un bagno, etc. Si era contrari a tutto questo sfoggio di igiene personale, ecco. Paradossalmente, alcuni di quei fotogrammi finirono comunque nell’album ufficiale di figurine Panini di Occhi di Gatto. E Kelly faceva di tutto per farlo impazzire, a quel poveraccio di Matthew, va detto.
5. I film tratti dalla serie

Nel 1988, è stato prodotto un film per la televisione ispirato a “Occhi di gatto”. Nel 1997 è invece uscito un film per il grande schermo, diretto da Kaizo Hayashi e interpretato da Yuki Uchida, Norika Fujiwara e Izumi Inamori.
6. Il remake

Tra il 2010 e il 2014 è stato pubblicato in Giappone il remake di Occhi di Gatto, intitolato semplicemente Cat’s Eye e realizzato da Shingo Asai. Anche questo, come il manga originale, è stato tradotto in italiano. Vi fa strano vedere le tre sorelle Kisugi così, con le tutine di pelle al posto della consueta calzamaglia? Non è l’unico cambio di look affrontato da loro negli anni…
7. Le sorelle in Cgi

Questo filmato promozionale dell’ennesimo pachislot a tema anime, infatti, le mostra in un’improbabile versione in computer graphic che sembra uscita dritta dritta da un videogioco della serie Tekken. Ti aspetti che da un momento all’altro una sfida a colpi di calci volanti con Nina e Anna Williams.
8. Il doppiaggio
La serie era doppiata da Claudia Razzi (Sheila), Barbara Castracane (Kelly), Susanna Fassetta (Tati) e Teo Bellia (Matthew). Tra i doppiatori sporadici, si sentono le voci di personaggi come Piero Chiambretti, Maurizio Mattioli, Massimo Dapporto e Gigi Reder.
9. Gli amori di Kelly e Tati
Sheila, si sa, è fedelissima al suo tenerissimo seppure non esattamente perspicace Matthew, ma com’è la vita sentimentale delle altre due sorelle? Ebbene, nell’episodio “Per Amore di Tati” quest’ultima si innamora di Paul, un suo compagno di classe, che è anche figlio del direttore del museo del loro prossimo colpo. Kelly, invece, la maggiore e più materna del trio, ha una storia con un pittore di nome Michael Montgomery, raccontata nell’episodio “Kelly si innamora”.
10. Le sigle
Naturalmente, la sigla italiana era cantata dalla mitica Cristina D’Avena. In Giappone, invece, a intonare le sigle di apertura erano Anri (“Cat’s Eye”, I serie) e Mariko Tone (“Derringer”, II serie), mentre quelle di chiusura erano cantate dalla stessa Anri (“Dancing with the sunshine”, I serie) e da Sherry Savage (“Hot Stuff”, II serie). Da notare, infine, che la sigla francese di “Hallo Sandybell” è uguale a quella italiana di “Occhi di gatto”.
11. Le influenze di “Occhi di gatto”

Come tutti i veri cult, “Occhi di Gatto” ha influenzato altri media. Uno spot pubblicitario degli scooter RS Peugeot, per esempio, è ispirato esplicitamente all’anime. Poi entra in gioco la Sardegna con Medda, Serra e Vigna, gli autori sardi del fumetto Bonelli “Nathan Never” dove le sorelle Frayn (April, May e July) citano volutamente Sheila, Kelly e Tati. Senza contare la loro apparizione nel film di City Hunter.



