L’artista padovano Roberto Tresin è il fondatore del movimento “Cloud and Art”, l’arte che “può essere espressa in qualunque forma, modo e mezzo, che deve essere libera, accessibile a chiunque e senza distinzioni alcuna”. Classe 1960, nativo e residente a Monselice, Tresin punta sull’arte pittorica moderna, seguendo lo stile di Emilio Vedova e dell’americano Jackson Pollock, il fondatore dell’espressionismo astratto o action painting.
Lo abbiamo incontrato a Monselice per www.enordest.it

Lui è pittore, scultore, poeta. Ha una forte esperienza nel campo della tecnologia digitale essendo il dirigente informatico del Comune di Monselice. Per questo ha coniato il termine della nuvola (cloud) con l’arte. Sue sono alcune sculture pubbliche presenti sulle rotonde del comune di Monselice, sue sono le pubblicazioni di poesie (di recente il terzo libro “Le emozioni non hanno identità”).
Tresin, qual è la maggiore espressione artistica percepibile?
“Il colore. La vita è tutto un colore. Sono nato e vissuto in una casa immersa nel verde e ognuno di noi vive nel colore che diventa l’anima, la poesia, la musica, la massima espressione dell’arte pittorica”.
Tresin, perché la nascita del movimento pittorico “Cloud and Art”?
“Ho fondato questo movimento. E’ l’arte al tempo della digitalizzazione: portare l’arte fuori dalle mura, dalle stanze chiuse rendendola libera e accessibile a chiunque, viverla in ogni luogo che ci circonda, nelle piazze e nelle strade che ogni giorno percorriamo”.
I suoi riferimenti?

“Emilio Vedova e Jackson Pollock. Loro basano le loro opere sul colore. Il colore è introspezione ed emozione. La mia è una pittura di azione un qualcosa di mobile e in continuo divenire, che esprime il bisogno di indagare e scoprire la modernità senza pregiudizi, in maniera libera e aperta”.
Ma la pittura contemporanea è banalmente fatta solo di colori e basta? Ci spiega perché lei non dipinge un bel paesaggio, un ritratto, una natura morta….
“Una volta non c’era la macchina fotografica, non c’erano gli smartphone. I pittori immortalavano il paesaggio, i ritratti… Anch’io ho iniziato con i ritratti, dipingevo quasi maniacalmente ogni capello… Ma poi ho scoperto la nuova visione della pittura. Noi pittori dobbiamo andare oltre, rappresentare oltre… non è facile La mia opera pittorica vede oltre quello che la macchina fotografica impressiona”.
Tresin, quando nasce il movimento “Cloud and Art”?
“Nell’anno 2017. Dopo un lungo periodo di riflessione, ho dato il “via” al movimento “Cloud and Art”, una nuova corrente artistica di una pittura e scultura che possono essere espresse in qualunque forma, modo e mezzo, fuori dalle stanze, libera e accessibile a tutti”.
Da “Fukushima” ai “Vortici” : questi sono alcuni titoli dei suoi dipinti…


“Nella recente esposizione di Este ho messo in mostra alcuni dei miei lavori, come i “Vortici”: le pennellate creano una vorticosa spirale nella quale l’osservatore ha la sensazione di essere catapultato dentro, una specie di buco nero dove il mondo implode. Al contrario, un mondo che esplode, l’ho realizzato nel 2011: il dipinto si chiama Fukushima, l’ho realizzato all’indomani del terribile sconvolgimento che ha creato la centrale nucleare giapponese”.
Tresin, a lei piace “colorare le poesie” e “ascoltare i quadri”…..
“Mi piace questa sinestesia, rende l’idea di quello che un artista può vedere “oltre”. Se leggiamo una poesia e ci immaginiamo i colori della stessa, se guardiamo un quadro e lo ascoltiamo come fosse una musica… questa sinestesia ci rende oltre…”
Tresin, il suo futuro artistico?
“Sviluppare e coinvolgere altri miei colleghi nel movimento Cloud and Art. Mi piacerebbe realizzare un quadro nello stesso tempo in cui uno chef realizza un piatto… di fronte a una platea di persone che osservano mentre lavoriamo: perché – le assicuro – certi chef creano delle vere e proprie opere d’arte nei piatti”.