Per Ginevra, la Svizzera, l’Europa e il mondo intero il giorno 8 ottobre 2023 diventa una data storica perché dà il via alle visite del pubblico aprendo il grande Science Gateway progettato dall’architetto Renzo Piano. Si tratta di una grandissima costruzione, due enormi “tubi” posti da entrambi i lati della superstrada che da Ginevra porta al confine francese, collegati da altri edifici e da un percorso aereo che passa sopra la superstrada, più un auditorium con la capacità di contenere un migliaio di persone. L’opera di Renzo Piano di oltre 7mila metri quadrati assomiglia alla stazione spaziale ISS, quella attualmente in orbita. Attorno sono stati piantati 400 alberi e 3200 piante e siepi. Per http://www.enordest.it abbiamo visitato a Ginevra il CERN – il Centro Europeo per le Ricerche Nucleari e, in anteprima con un permesso speciale, il cantiere del Science Gateway progettato da Renzo Piano che ha costruito basandosi su tre materie: cemento, vetro e metallo.
A illustrarci la grande opera che si prevede verrà visitata da 500.000 persone all’anno, è stato il capo progetto, il belga Patrick Geeraert.
E’ la mostra sulle ricerche in corso
In uno dei due tubi centrali viene richiamato il tunnel che si trova a 100 metri sottoterra dove si scontrano i protoni alla velocità della luce. Si vuole far conoscere e divulgare l’opera degli scienziati che vanno alla ricerca delle origini dell’Universo, un viaggio a ritroso al Big Bang. Non sarà un museo, qui si vuole far respirare la scienza attraverso l’ installazione di audiovisivi, pannelli, provando gli acceleratori di particelle, facendo entrare in gioco la scienza fisica e quella quantistica.
C’è un pezzo di Italia (e di Nordest) al CERN

La direttrice del CERN, riconfermata per la seconda volta, è l’italiana Fabiola Gianotti. Il progettista del grande centro di diffusione è l’architetto Renzo Piano. Molti sono gli scienziati italiani che ci lavorano. E c’è anche il Triveneto a contribuire alla realizzazione della grande opera di divulgazione che sarà aperta al pubblico di tutto il mondo l’8 ottobre 2023. Le imprese Maltauro di Vicenza e Cimolai di Pordenone stanno portando a termine i lavori del Science Gateway. Un progetto di 54 milioni di Euro per un grande lavoro iniziato nel 2020, in piena pandemia, che termina con la puntualità svizzera nei prossimi giorni.
Nessun costo pubblico per la “Porta della Scienza”, 100 milioni arrivati dagli sponsor

Lo spiega Patrick Geeraert. L’intero Scienze Gateway viene sponsorizzato da enti, aziende e benefattori. Nessun franco svizzero (o euro) è stato prelevato dalle casse pubbliche. Lui stesso ha dovuto inoltre mediare con le comunità locali preoccupate dell’”invasione”. Sono poi arrivati i 100 milioni dagli sponsor. Da Carla Fendi a Fca-Stellantis, da Rolex a Solvay…e tanti altri. Non sarà un museo ma un sentiero da percorrere per capire la fisica, la quantistica, la materia oscura. Ci saranno installazioni, esperimenti, prove di acceleratori di particelle. Tutto questo per un viaggio a ritroso del Big Bang, sino al momento in cui è “scoppiato” l’Universo.
E questo, incredibilmente, si potrà visitare. Gratuitamente e per tutto l’anno! Per far conoscere la scienza!
Il CERN di Ginevra


Il CERN, European Organization for Nuclear Research, è posto nella cittadella della scienza che si trova a Meyrin, a est di Ginevra e a poche centinaia di metri dal confine francese. Vi lavorano 2.500 scienziati e 2.500 borsisti. Si aggiungono poi altri 5-6 mila scienziati che da tutto il mondo arrivano al CERN per perfezionare il loro lavoro di ricerca. Qui trovano occupazione molti scienziati italiani; il sogno nel cassetto di molti fisici è andare a lavorare in questa cittadella.
La storia del CERN

Al termine della seconda guerra mondiale in Europa c’era la “fuga dei cervelli” e gli scienziati preferivano andare negli Stati Uniti a perfezionare i loro studi e a trovare lavoro. Gli USA avevano stoppato la guerra con il lancio della bomba atomica. Ma non era quello lo spirito di alcuni scienziati visionari che peroravano la ricerca scientifica per uso civile e non certo per uso bellico. Si iniziò a discutere la creazione di un polo scientifico sin dal dopoguerra facendo convogliare gli scienziati. Nel 1952 si sono messi insieme 12 paesi europei, tra cui l’Italia (ora sono 23 i Paesi aderenti). Nel 1954 si formalizzò a Ginevra il CERN, acronimo di Centro Europeo per la Ricerca Nucleare. La sede della città svizzera era stata scelta perché la nazione elvetica era neutrale e non aveva partecipato alla guerra mondiale.
Nel 1957 si iniziò a costruire il tunnel a 100 metri sotto terra che costituisce l’acceleratore di particelle. Ha una circonferenza di 28 chilometri e penetra anche nel territorio francese. Nel corso degli anni si è evoluto con macchinari sempre più grandi e sempre più tecnologici grazie alle nuove scoperte (come il Bosone di Higgs). All’interno del tunnel viaggiano 100 miliardi di protoni alla velocità della luce creando collisioni provocanti 7 mila miliardi di micro particelle. Il CERN non ha alcun scopo militare. La scienza, qui, ha degli ideali altissimi. E’ il polo di scienziati più importante al mondo e l’Italia contribuisce finanziariamente (per l’11 per cento) a renderlo attivo. Qui hanno lavorato il nobel De Broglie, Colonnetti e Amaldi, Maria e Giuseppe Fidecaro, i Nobel Rubbia e Higgs e tanti altri. A dirigerlo, ora, è la scienziata italiana Fabiola Giannotti.
Che cosa è e a che cosa serve?

Alla profondità di 100 metri sono presenti dei mastodontici macchinari e tubi dove si fanno scontrare le particelle che, ruotando, aumentano la loro velocità sino a raggiungere quasi la velocità della luce, esattamente 280.000 KM al secondo.
Spiega l’ingegnere fisico Mauro Pola: “Si vuole raggiungere la velocità della luce per far scontrare le particelle. Si pensi a un orologio che buttandolo a grande distanza e velocità, va in frantumi. In questo modo si può comprendere com’era fatto, studiando le mille più minute molle e viti che davano la misura delle ore. Lo stesso vale per riprodurre le particelle che c’erano all’inizio dell’Universo quando poi successe il Big Bang: avvicinarsi all’inizio dell’universo quando c’è stata la grande esplosione. Abbiamo bisogno di macchinari sempre più grandi perché l’energia va di passo con la dimensione della macchina”.
La scoperta al CERN del Bosone di Higgs (o Particella di Dio)

Il bosone è una particella subatomica che riconduce agli studi di Peter Higgs e di Albert Einstein. E’ popolarmente chiamato anche Particella di Dio, perché è la parte più vicina scoperta dai fisici rispetto all’origine della materia e quindi dell’universo. Il fisico britannico Peter Higgs nel 1964 teorizzò il bosone che si rivelò proprio al CERN di Ginevra per la prima volta nel 2012. A seguito di questo, Higgs venne insignito del premio Nobel per la fisica nel 2013. L’individuazione del bosone venne scoperta grazie alla collisione di 7000 miliardi di elettronvolt alla velocità di 280 mila chilometri al secondo. A dirigere questi esperimenti c’era Fabiola Giannotti che ora dirige il CERN, riconosciuta dalle riviste TIME e FORBES come una tra le 100 donne più influenti al mondo.