Sorride e i denti bianchissimi illuminano il volto espressivo, porta con fierezza la casacca a quadrettoni della scuola Saint Agnes di Walubira (Uganda): si chiama Swafrah, ha 8 anni, è una delle allieve più brave e, viste le sue capacità, il suo percorso di studi è sostenuto da una famiglia di Mira, tramite il progetto di adozioni a distanza. Swafrah ha altri quattro fratelli che frequentano con lei la stessa scuola: sono orfani di padre, un “ boda boda” trasportatore di merce in moto, morto di recente in un incidente, la mamma cerca di mantenere i figli coltivando un piccolo campo in affitto. Swafrah frequenta la scuola fondata nel 2019 da Giorgio Zorzi, 66 anni, ex direttore di produzione dell’azienda Ecoricicli – Gruppo Veritas, e sua moglie Sarah, 46 anni ugandese conosciuta mentre era lavoratrice emigrata a Mestre.
Chi supporta Giorgio
A supportare la scuola, con raccolte fondi e adozioni a distanza, il “Comitato amici di Giorgio per l’Uganda” (presente anche come gruppo su facebook) formato da abitanti di Mira, città Natale di Giorgio.
Giorgio Zorzi, come è nata la grande avventura?

“In Ecoricicli ero responsabile di produzione, ho conosciuto mia moglie, quando è arrivata da noi nel suo percorso di lavoratrice emigrata dall’Uganda. Malgrado le tante differenze, ci siamo innamorati e, siccome lei voleva poi tornare in patria, ho deciso di partire con lei. Ci siamo sposati, quando siamo arrivati in Uganda”.
Giorgio cosa ti aspettavi dall’Africa?

“Io non conoscevo l’Africa, ero stato in viaggio in Marocco, ma non c’è nessun paragone. Sono arrivato in Uganda pensando di fare una vita tranquilla con mia moglie, ero piuttosto preoccupato anche per il clima molto caldo e umido e per il pericolo di contrarre malattie sconosciute in Europa.
La cosa che mi ha colpito di più, non appena sono arrivato a Gayaza, la città in cui vivo con mia moglie, è stata la mancanza di qualsiasi comodità, la difficoltà delle persone a poter accedere ai servizi basilari”.
Giorgio com’è nata l’idea di fondare una scuola?

“L’idea della scuola mi è venuta quando ho visto la capanna fatta di fango e rami, dove i bambini studiavano nel villaggio di Walubira, dove io e mia moglie abbiamo le nostre attività.
Ci siamo rimboccati le maniche e, grazie alla generosità di amici, parenti e sostenitori, siamo riusciti a costruire nuovi edifici di mattoni che ospitano le aule: tre classi di scuola materna e sei di scuola elementare, ci lavorano ben 11 maestri più la direttrice, e altro personale addetti alla cucina della mensa, alle pulizia e alla custodia, nonché alla gestione del giardino.
Nella scuola vengono insegnate tutte le materie ministeriali, compreso l’inglese che qui è la lingua ufficiale. La nostra sfida più importante è riuscire a pagare ogni mese gli stipendi di tutti i nostri collaboratori. Attualmente frequentano gratuitamente i nostri corsi 262 bambini e bambine. Tantissimi bambini vivono con nonne o zie, perché i genitori sono a lavorare in Arabia o Quatar, molti piccoli purtroppo sono orfani, la vita media è molto bassa nel paese dove sono largamente diffuse vari tipologie di malattie come l’aids e anche focolai di Ebola”.
Quali sono le vostre altre attività?

“Oltre alla scuola, abbiamo avviato una fattoria con casette per i lavoratori e abbiamo realizzato impianti con quattro pompe per l’acqua potabile e per l’energia elettrica. Avremmo bisogno di portare a termine i lavori per un edificio scolastico: manca un’aula, con tutto il corredo di materiale di cancelleria, banchi e giochi e vorremmo infine poter avere anche un campo da calcio e da pallavolo”.
Quali sono le condizioni di vita in Uganda?

“La diffusa povertà è il problema principale, a cui si associa un livello molto basso di scolarizzazione. Mancano tutti i servizi come impianti per l’acqua e l’energia elettrica, le strade sono in pessime condizioni e spesso non asfaltate, molto scarsa l’assistenza sanitaria.
Per dare un’idea soltanto un ugandese su quattro ha la luce elettrica, mentre l’accesso all’acqua è ancora più limitato. Nello specifico le bambine vivono gravissime e particolari difficoltà, visto che sono spesso soggette ad abusi sessuali con la conseguenza di gravidanze precoci soprattutto se non vanno a scuola: durante la pandemia le scuole sono rimaste chiuse per due anni e ci sono state 700,000 gravidanze tra adolescenti in età scolastica”.
Giorgio e Sarah, come è possibile aiutarvi?

“Io sono cambiato profondamente da quando vivo qui, ma chiunque venisse in Uganda sarebbe costretto a modificare completamente la propria mentalità e il proprio approccio alla vita. Devo ringraziare tutti coloro che fanno parte del Comitato di miei amici e sostenitori, composto oltre che da Miresi, anche da tanti veneti di altre città e paesi. Voglio ricordare che qui anche pochi euro possono fare la differenza: quando vado nella capitale Kampala per comprare latte, cereali etc per la nostra mensa scolastica, acquisto sempre bottigliette di acqua e altri alimenti da distribuire tra i “bambini di strada” che si accampano ad incroci e semafori per raccattare qualche soldo. A volte sono sfiniti e si addormentano ai bordi delle strade trafficate. Sono piccole creature allo sbando bisognose di tutto, per le quali un sorso d’acqua è già qualcosa di importante per la sopravvivenza in una giornata calda”.
Per sostenere la Agnes School Di Walubira
contattare Giorgio Zorzi al suo profilo facebook tramite messaggio privato in messanger
Dal rapporto Unicef sull’infanzia in Uganda 2021
8, 2 milioni di bambini e bambine hanno bisogno di assistenza per fronteggiare la perdita di mezzi di sostentamento, fame, povertà e difficoltà di accesso ai servizi sociosanitari, a causa delle varie crisi del paese aggravate anche dalla pandemia da COVID -19 “La pandemia da COVID-19 infatti ha aumentato fortemente i rischi per la salute mentale di donne e bambini. La pandemia, con la messa in atto di restrizioni sociali ed economiche, ha provocato