Caro Bollette. A rischio nella sola provincia di Padova 14mila piccole e medie imprese di 43 settori. Il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio ricorda che “Le nostre imprese sono solide e produttive e nessuna di loro deve fermare la produzione a causa dei costi energetici fuori controllo. Siamo al loro fianco con servizi dedicati ad affrontare il momento di emergenza”.
Un momento difficile, che coinvolge famiglie e imprese, una corsa contro il tempo
La folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità non ammette esitazioni. Il caro bollette non aspetta. Dall’Aglio parla chiaro: “Rischiamo un’ecatombe di imprese. Per questo partiamo con una campagna stampa e social con cui il Sistema Confartigianato si mette a disposizione”. La campagna, ha già visto molti associati ritratti nei social con il cartello “NESSUNA IMPRESA CHIUDA”.
Il caro bollette chiama a raccolta gli associati
L’associazione di categoria ha chiesto infatti ai propri associati, in segno di protesta, di inviare una loro fotografia con questo cartello che chiaramente denuncia una emergenza e la conseguente necessità di una presa di posizione. In poche ore sono già arrivate moltissime fotografie di imprenditori resilienti che vogliono andare avanti nonostante le difficoltà. L’iniziativa vuole dare voce a tutti.
Caro bollette a rischio le imprese
A testimoniare la fase di grave complessità ci sono i numeri: secondo le stime di Confartigianato sono a rischio 14mila imprenditori e servono interventi immediati, ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti. Artigiani e piccoli imprenditori padovani hanno già pagato 443 milioni di euro in più negli ultimi 12 mesi e la cifra rischia di raddoppiare entro fine anno.
Non si chiude
Le attività più esposte alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri 16 comparti manifatturieri in cui spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti.
L’appello di Dall’Aglio
Il presidente Dall’Aglio avanza alcune richieste al Governo: “Abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo la massima pressione locale, regionale e nazionale per ottenere sia la riduzione del prezzo del gas che interventi pubblici per abbattere i costi in bolletta. Ci aspettiamo quindi risposte adeguate da un Governo che gestisce 1.000 miliardi di spesa annuale pubblica e vanta 1.100 miliardi di credito erariale. C’è lo spazio per recuperare quanto serve per confermare e potenziare le misure già attuate da questo Esecutivo. Azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas. Proroga e ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti. Per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. In questo contesto di emergenza chiediamo anche che siano azzerate le pratiche relative all’installazione di impianti di autoproduzione e autoconsumo e che vengano utilizzati i fondi del PNRR per incentivare il fotovoltaico”.
Per Dall’Aglio, infine, risparmi ed equità potranno essere raggiunti con la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta. E che, paradosso tutto italiano, penalizza con maggiori oneri e un assurdo meccanismo di imposizione fiscale e parafiscale proprio le piccole imprese che consumano meno.