Dedico questa rubrica a giornalisti sportivi scomparsi, piccoli miti, a nordest e non solo. Domenica se n’è andato Paolo Donà, 74 anni, già redattore de Il Gazzettino, a Padova. Era un amico, di tanti, una persona unica, assolutamente, in grado di spaziare dalla letteratura romena, oggetto della sua tesi di laurea, al Padova calcio, di cui era onniscente, dai viaggi alla gastronomia, passando per la meteorologia. Noi di enordest.it eravamo stati a casa sua, a metà maggio, nella sua casa museo, e in questi due videoracconti ci aveva raccontato di Silvio Berlusconi che voleva la storia del Milan, avendone apprezzata la ricostruzione dei biancoscudati, di mete esotiche e di Cenacolo, un gruppo di personaggi patavini, di cultura e varia umanità, di progetti con cui si teneva aggrappato alla vita.
Paolo era un riferimento per i giornalisti sportivi
Paolo mi pregava di non indugiare sulla malattia che lo stancava e lo costringeva spesso a fermarsi. Le immagini non sono perfette, la diretta in quel quartiere di Padova non era di buona qualità, però si sente.
Come ci si intende tra giornalisti sportivi

Qui, invece, si vede bene, è con skype, con Stefano Edel, de Il Mattino di Padova, firma in attività del quotidiano, dopo essere stato voce della Rai del Veneto da Padova.
Edel tratteggia Donà come nessuno e ricorda anche Fantino Cocco, grande cronista del Padova sul quale con Donà ha scritto un’opera fondamentale e monumentale. Paolo era stato un po’ il fantino, di Fantino. “Andavamo sempre in trasferta insieme, loro due per il Gazzettino, io e Furio Stella per il Mattino”.
I miei ricordi
Ho davanti i Reggiana o magari Brescello o Modena o Parma o Piacenza o persino Bologna, forse, e il Padova o magari il Cittadella, con quei grandi inviati, al seguito. Donà e Fantino Cocco, che una volta entrò al Mapei senza accredito, con le mani in tasca, comunque aveva la tessera Coni, e Stella e Stefano Edel, il Padova era sempre in alto con gente del genere, appassionata e competente. Come Gildo Fattori, la voce biancoscudata a cui è dedicata la tribuna dallo stadio Euganeo.
Una bella sensazione essere insieme a loro
Sono stato anche all’Appiani, con Dino Baggio, l’ex azzurro, per Mediaset premium, venne anche mia moglie, Silvia Gilioli, meno di 10 anni fa, ad ascoltare un grande campione, sottovalutato. Padova è sempre tanta roba, anche per il volley e un po’ di basket; e resta per il calcio quel terzo posto in serie A, con Nereo Rocco.
Tra i giornalisti sportivi come non ricordare Beppe Donazzan?

E poi mi vengono in mente Beppe Donazzan, vicentino, a lungo capo della redazione sportiva, de Il Gazzettino, e poi redattore capo, scomparso nel gennaio del 2019, grande appassionato di motori, biografo di Ayrton Senna e delle avventure del Moro di Venezia con Raul Gardini.
Altri grandi: Luca Miani e Maurizio Refini


E sempre in questa Spoon River di giornalisti cito appena Luca Miani, una vita a Mestre, a Il Gazzettino, sul Venezia, scomparso due anni fa e al quale era dedicato il premio Ussi vinto da me, come miglior video. E come dimenticare Maurizio Refini, caporedattore centrale de Il Gazzettino, morto nel 2007, a 66 anni, era un cronista sportivo di razza cresciuto alla Gazzetta. Ha seguito mondiali di boxe e di F1, Olimpiadi, mondiali di calcio. Era forse il maggiore esperto italiano di motori.
Per chiudere Monestier. Una Spoon River di giornalisti sportivi

Giovedì sera il direttore della Gazzetta di Reggio, Giacomo Bedeschi, mi ha raccontato della morte di Omar Monestier, bellunese, scomparso in settimana, era direttore de Il Piccolo di Trieste, e del Messaggero Veneto di Udine. Mancano a tanti, nelle loro città, ai lettori, ai tifosi, ai personaggi. Non ho avuto il coraggio di venire al tuo funerale, Paolo, avevo anche quello di Villiam Vecchi, faccio l’alba, come tanti sanno, in realtà è troppo dolore.