«È troppo difficile scegliere la vita facile». In questa breve frase si potrebbe trovare l’estrema sintesi che caratterizza i due percorsi di vita dei principali protagonisti del romanzo d’esordio di Rita Ragonese, La vita contro (Roma, Fazi, 2024, p. 211). Anche se troppo spesso è la vita stessa a decidere per noi, anche quando noi stessi sembriamo mettercela tutta per complicarcela.
La vita contro: la trama

Angela e Umberto: lei ha ventidue anni, lui è quasi alla soglia della pensione.
Entrambi stanno facendo i conti con un passato che li ha travolti, con sensi di colpa pesanti, con un futuro avvolto nella nebbia, incombente come un cielo gonfio di pioggia che preannuncia un devastante temporale.
Queste due esistenze si incontrano al banco della macelleria di un supermercato. Umberto lavora lì da molti anni, Angela vi è approdata per uno stage che deve aiutarla a dimostrare – da poco scarcerata per una brutta storia da cui però è uscita pulita – di essere in grado di provvedere al figlio di sei anni, Martin, al momento affidato ai nonni.
Lui, silenzioso e devastato dall’alcool, lei scontrosa e ribelle. Entrambi arrabbiati con la vita, apparentemente del tutto incompatibili, condividono però la medesima solitudine.
La bravura di Rita Ragonese ne La vita contro

Rita Ragonese sviluppa una narrazione che procede attraverso molti flashback e ricostruisce per cerchi concentrici i tragici avvenimenti che hanno condotto i due protagonisti ad affrontare la loro drammatica situazione. La storia si svolge nella periferia della terraferma veneziana, spettrale e grigia: Campalto e il quartiere, una volta chiamato CEP (acronimo per “Centro di Edilizia Popolare”), ora più graziosamente rinominato dai suoi stessi abitanti, Villaggio Laguna.
Abitanti che in questo modo hanno voluto «lasciarsi alle spalle i morti, l’eroina, l’AIDS, il carcere e presentarsi al mondo con la faccia nuova, dimostrare che la parte sana c’era e aveva prevalso» (p. 208). Una realtà ambientale difficile, quindi, ma ricca di umanità, in cui un uomo, piegato dalla morte della figlia e dall’alcool, viene amorevolmente accudito dall’amico oste e dove una ragazza rifiutata dalla famiglia trova sostegno e rifugio. Perché, per citare il titolo di un altro romanzo, Nessuno si salva da solo e comprendere di avere bisogno di aiuto, accettarlo quando ci viene offerto, è già un primo passo per cambiare, superare le difficoltà.
La vita contro e un’amicizia che cresce

Umberto e Angela si appoggiano l’uno all’altra, costruendo a fatica un’amicizia che lentamente riesce a scalfire quella precarietà a cui Angela sembra abbarbicata. E contemporaneamente si realizza una crescita che porterà a una sempre maggiore consapevolezza, anche se non avrà lo stesso epilogo.
Questo romanzo, intenso e toccante senza però cedere mai alla tentazione del melodramma, affronta le complesse dinamiche familiari, la paternità e la maternità, le relazioni tra genitori e figli con onestà e sguardo lucido, senza retorica. L’autrice, che ha lavorato per molti anni come assistente sociale, dimostra così di aver maturato una grande esperienza sul campo, riuscendo a restituire con autenticità e in modo convincente il faticoso percorso di chi cerca di recuperare la sua dignità e il diritto di affrontare a testa alta di nuovo la vita, dopo una caduta che rischiava di diventare definitiva e irrecuperabile.
L’autrice

Rita Ragonese è nata in Libia, dove ha trascorso l’infanzia. In seguito, si è trasferita in Veneto dove vive tuttora. È laureata in Scienze del servizio sociale. Ha frequentato la scuola di scrittura pordenonescrive, la Bottega di Narrazione condotta da Emanuela Canepa e Claudia Grendene. e i corsi di Ipotesi cinema di Ermanno Olmi. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati in varie antologie e sulla rivista online «La Martinella».
- Rita Ragonese, La vita contro, Roma, Fazi, 2024.
Una caduta rischia di diventare definitiva e irrecuperabile, come dice l’articolo nelle ultime righe, e con questa affermazione Annalisa Bruni condensa il senso del romanzo e la sua tensione narrativa. La lettura è un fatto personale e gode della massima libertà di interpretazione ma è sempre un grande piacere quando chi recensisce fa centro colpendo l’intento dell’autrice/autore. Viene da ringraziare, quindi lo faccio.
Grazie