Nel quarto trimestre del 2021 continua la crescita dei livelli produttivi dell’industria veneta. Secondo l’indagine VenetoCongiuntura l’attività manifatturiera regionale nel periodo ottobre-dicembre 2021 ha registrato una variazione congiunturale destagionalizzata del +3,3% (+7,9% la variazione non destagionalizzata). L’aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, invece, è del +11,5%, risultato tuttavia scontato considerato che si rapporta al quarto trimestre del 2020, periodo in cui l’attività manifatturiera era ancora in pieno recupero dei livelli pandemici. Considerando la media annua dell’intero 2021, la produzione è aumentata del +16,6% su base tendenziale e ha registrato un recupero del +17,8% rispetto al periodo pre-crisi (anno 2019).
Una crescita a rischio
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La fine del 2021, però, ha visto aggravarsi la questione energetica e della mancanza o carenza di materie prime. Tenuto conto della condizione di grave tensione che insiste attualmente sul mercato energetico europeo e dall’andamento della curva forward, è lecito attendersi a fine 2022 una rinegoziazione nell’ordine dei €180/MWh pari a un incremento del 200% rispetto al 2019 (a dicembre 2021 si è toccata quota 281,24 euro/MWh con incrementi del +421% rispetto all’anno precedente). Secondo l’indagine condotta da Confapi l’impatto economico della bolletta luce sul sistema industriale italiano ammonta a circa €25 miliardi.
Anche la guerra
Le stesse recenti tensioni geopolitiche sulla questione Russia-Ucraina sono andate ulteriormente ad alimentare il “gioco” sulle quotazioni attese. Dopo l’attacco sferrato dalla Russia, il prezzo del petrolio è salito ulteriormente, sfondando i 100 dollari al barile. Balzo in avanti anche per l’alluminio, che, a oltre 3.399 dollari la tonnellata, supera il record del 2008. Se sul fronte della pandemia è ormai condiviso uno scenario di normalizzazione e convivenza, l’incognita dei prezzi energetici e delle materie prime resta ancora molto alta.
Crescita e manifatturiero
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Il manifatturiero italiano, come per l’Eurozona, tuttavia, si troverebbe sul fronte della domanda in una situazione favorevole. Con l’indice PMI di Markit al 58,3 a gennaio. Certo, gli indici di dettaglio segnalano questo fenomeno di rallentamento della produzione. Pur a fronte di una domanda sostenuta, che comporta un aumento dei tempi di consegna e del lavoro inevaso.
Vediamo nel dettaglio la dinamica del manifatturiero nella provincia di Treviso secondo l’indagine VenetoCongiuntura, curata da Unioncamere regionale
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Il comparto manifatturiero trevigiano chiude il 2021 con un bilancio decisamente positivo; la crescita su base annua della produzione industriale, infatti, è stata attorno al +15%. Variazioni così sostenute sono certamente dovute al confronto con un anno precedente profondamente condizionato dalla pandemia. Anche l’Istat tuttavia ha certificato, per l’intera economia italiana, una produzione industriale in recupero del +11,5% sul 2020. E a livello territoriale vengono in supporto, ai risultati di Veneto Congiuntura, i dati ufficiali (sempre di fonte Istat) relativi all’export. I primi 9 mesi del 2021 fanno registrare un recupero delle vendite all’estero del +17,7%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nel dettaglio, si sottolinea che nel quarto trimestre 2021 la produzione industriale manifatturiera delle provincie di Treviso e Belluno cresce del +5,5% rispetto al trimestre precedente. E del +7,8% rispetto al quarto trimestre 2020, con un incremento del fatturato totale del +16,7%.
In crescita gli ordinativi
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Anche la raccolta dei nuovi ordinativi è in crescita: +14,1% su base annua per il mercato interno, +6,3% per quello estero. Conseguentemente, si allunga il portafoglio ordini a più di nove settimane. Probabilmente anche per l’accumularsi di ritardi nelle forniture e per la scelta delle imprese, nei casi più estremi, di non spingere sui programmi di produzione in presenza di costi energetici così alti. In quasi tutti i settori la capacità produttiva è tornata ai livelli del 2019, ad eccezione delle “macchine e apparecchi meccanici” la cui capacità produttiva, nell’ultimo periodo in esame, resta 5 punti sotto il dato medio regionale. Anche il “sistema moda” ha recuperato il gap accumulato l’anno precedente, ma rimane ancora leggermente sotto la media regionale. Settori come “carta stampa”, “occhialeria”, “gomma, plastica”, presentano invece un grado di utilizzo degli impianti oltre l’80%.
La crescita commentata da Silvia Sardena
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Così Silvia Sardena, presidente vicaria di Confapi Treviso, ha commentato l’analisi. “Nonostante le gravi tensioni geopolitiche, le imprese del territorio guardano al primo trimestre 2022 come ad un periodo che potrebbe offrire ancora potenziali di crescita, pur con qualche cautela in più rispetto a settembre. Ci affidiamo inoltre, ancora una volta, alla caparbietà e alla capacità di fare impresa dei nostri imprenditori.”