Dal 1° di gennaio 2022 si dovrà fare i conti con la normativa europea sul “Deflusso ecologico”. La Regione Veneto anticipa le cose da fare con una Delibera di Giunta, ma parliamo di un’occasione da non perdere e sulla quale riflettere: la tutela dell’ambiente.
Deflusso ecologico e Consorzio Bim

Proprio “Il deflusso ecologico: prospettive di applicazione della normativa europea” è il titolo del convegno organizzato dal Consorzio BIM Piave di Belluno presso l’area incontri del centro congressi di Longarone Fiere Dolomiti. Il Presidente del BIM, Marco Staunovo Polacco ha spiegato che “questa vuole essere l’occasione per portare a conoscenza dei sindaci della provincia di Belluno e delle associazioni di categoria interessate una situazione che a breve sarà realtà”. Dal 1° di gennaio 2022, infatti, entrerà in vigore il regime del deflusso ecologico. Una modifica quindi del rilascio delle concessioni di derivazione idrica in seguito ad una direttiva europea. “Il convegno è dedicato in particolare agli impatti che potrà avere sullo svuotamento dei laghi montani, sull’agricoltura in pianura e sulle derivazioni idroelettriche”.
Deflusso ecologico e D’Alpaos

Numerosi gli interventi a carattere istituzionale, tecnico ed economico. La normativa non è nuova, ha mosso i suoi primi passi oltre vent’anni fa. Dal punto di vista tecnico, come spiega bene il professore emerito dell’Università di Padova, Luigi D’Alpaos, si passa dal concetto di deflusso minimo vitale a quello di deflusso ecologico, sicuramente più stringente nella tutela dell’ambiente. D’Alpaos ha messo in evidenza come ad essere posto in crisi dall’aumento delle derivazioni, e quindi dalla riduzione della portata in alveo, sia l’intero sistema fluviale con ampie implicazioni perfino nel sistema delle falde acquifere della pianura. Il professore ha concluso sottolineando l’importanza del ruolo delle Istituzioni pubbliche, che deve essere quanto più autonomo possibile, anche nel controllo dell’applicazione della norma.
L’intervento di Bottacin

Su questo è intervenuto l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto, Giampaolo Bottacin. Che conosce bene il problema legato alla normativa, in particolare per la montagna, avendolo affrontato una decina d’anni fa da Presidente della Provincia di Belluno. Bottacin ha posto l’accento sull’aspetto “fluviale” della normativa, quindi difficile da applicare alla stragrande maggioranza dei corsi d’acqua montani che sono a “regime torrentizio”. Quindi con variazioni della portata d’acqua doppie o più rispetto ad un fiume.
A regolarizzare il deflusso a valle intervengono i laghi e gli invasi che con il nuovo scenario rimarrebbero vuoti per gran parte dell’anno, spostando il problema ecologico dal torrente al lago. Non solo, anche la produzione di energia idroelettrica verrebbe compromessa, riducendo drasticamente una delle fonti rinnovabili più importanti.
Le linee guida
L’assessore ha citato le linee guida europee sulla normativa che parlano di applicazione “graduale e incrementale” della prescrizioni. Con la possibilità di individuare obiettivi strategici per l’attività antropica che, se ben dimostrati e argomentati, permetterebbero delle deroghe. E basandosi sugli studi e sulle simulazioni condotti negli ultimi anni da ARPAV, Enel e altre realtà interessate, la Regione ha quindi derogato attraverso una Delibera di Giunta, in accordo con l’Autorità di Bacino, Ente preposto al controllo.
Deflusso ecologico e Federbim

Un intervento che sicuramente va incontro alle istanze del territorio montano che ha espresso una particolare preoccupazione attraverso il presidente di Federbim, Pierluigi Svaluto Ferro. Che vede più di buon occhio il “il modello dei contratti di fiume all’interno dei quali le criticità ecosistemiche vengono valutate insieme a tutti i portatori di interesse”.
L’opinione di Bussone
Anche il presidente UNCEM, Marco Bussone, rileva una minaccia per la montagna e per chi vi abita. Rilevando che siamo già all’interno di un percorso di forte transizione ecologica, Bussone sollecita un’armonizzazione tra l’applicazione delle norme e gli interessi in gioco. Senza difficilmente si andrà in controtendenza al fenomeno dello spopolamento delle terre alte. Possiamo dire che il Green Deal promosso dall’Unione Europea dovrà tener conto di tanti aspetti e il ruolo della montagna sarà importantissimo.
Deflusso ecologico e la promessa di Bellati

La gestione di una risorsa fondamentale come l’acqua inizia dall’alto. Dove ha origine il suo scorrere con conseguenze molto complesse per la più vasta e popolata pianura. Sicuramente si tornerà ancora a parlare del tema e dell’ambiente in generale a Longarone e, come ha voluto ribadire il presidente della Fiera, Gian Angelo Bellati, il grande tema sarà già affrontato in febbraio a “Ri-Costruire che come di consueto aprirà il calendario del nuovo anno fieristico”.