Mancano ancora sei mesi all’inizio del Giro d’Italia, ma il countdown per la corsa rosa è già partito. L’edizione numero 105 è piena di salite e vedrà il Veneto recitare un ruolo da assoluto protagonista. Per Alessandro Ballan, l’ultima maglia iridata azzurra, il percorso è suggestivo ma rischia ancora di non vedere tanti big alla partenza.
Ballan, cosa pensa del percorso del prossimo Giro?

“Il Giro è sempre caratteristico per la sua durezza, purtroppo rispetto al Tour perde in termini di grandi nomi per il periodo e il prossimo anno potrebbe non attirare quei ciclisti che si difendono bene a crono. Come salite, rispetto alla Vuelta e al Tour, la nostra corsa rimane più dura e a noi non resta che godercela, le tappe di montagna sono quelle che da sempre emozionano di più. I sette arrivi in volata, però, possono richiamare l’attenzione anche dei velocisti, tra i quali ci potrebbero essere invece nomi importanti”.
Quali tappe potranno essere decisive per la maglia rosa?

“Ognuna delle sei tappe di salita potrà muovere e segnare la classifica generale, a partire da quella dell’Etna che ci farà capire chi non ha le gambe e la forza di vincere il Giro. Gli appuntamenti che decideranno la corsa saranno sicuramente gli ultimi, tra tutti il classico tappone dolomitico con l’arrivo ai piedi della Marmolada”.
Dopo il podio di Caruso, è possibile sperare in qualche italiano a maggio?

“L’anno scorso Caruso, nonostante fosse partito da gregario di Landa, ci ha regalato un bellissimo secondo posto, ma rimaniamo poveri sotto questo aspetto. Mi farebbe piacere vedere Damiano subito alla partenza con i gradi di capitano, con la possibilità di fare la preparazione invernale in logica di una corsa a tappe da uomo classifica. Un altro gregario che potrebbe fare il capitano per me è Masnada, è un altro di quei corridori che in salita si difende bene e che rimane come una delle ultime pedine per i suoi capitani”.
Ballan, come giudica il 2021 degli italiani?

“Dopo tanti anni siamo stati premiati con il podio del Giro e con la vittoria alla Roubaix di Colbrelli. Pensando anche alla sfortuna avuta in quest’ultima corsa da Moscon, ci siamo resi conto che nelle gare di un giorno abbiamo uomini interessanti dopo le difficoltà presentate in passato dagli azzurri nelle classiche con più di 200 e 250 km. Speriamo di replicare, o addirittura migliorare, queste vittorie l’anno prossimo, anche se i fenomeni come Van Aert, van der Poel, Alaphilippe e Hirschi continueranno ad essere i principali favoriti”.
Ballan, intanto è cambiato il CT azzurro, Bennati ha preso il posto di Cassani

“Parto col dire che per me Cassani ha fatto un buon lavoro e che i suoi anni non sono da buttar via. Purtroppo, se non il beffardo secondo posto al Mondiale con Trentin e i successi agli Europei, non ha portato risultati di rilievo e penso che in questo non abbia colpe, d’altronde abbiamo avuto una carenza di corridori capaci di venir fuori su percorsi di lunghe distanze. Bennati, mio ex compagno di squadra e di stanza, è sicuramente all’altezza del ruolo, come testimoniano le tante esperienze in team italiani ed esteri importanti. Avrà lo spirito giusto per creare all’interno della squadra un’armonia positiva tra corridori che durante l’anno sono avversari. Quando penso a Davide Bennati mi viene sempre in mente Franco Ballerini”.