Sarà che finalmente sono tornato a vedere un Film in una Sala Cinematografica sarà che ho visto un ottima pellicola con attore protagonista Sergio Castellitto, autore di una prova magistrale ne, “Il cattivo poeta”. Sarà che amo il cinema, sarà un po’ anche questo, ma comunque il tutto non c’entra nulla con il posto di cui voglio raccontarVi oggi. Ciò non di meno però, considerando che il “Cattivo poeta” parla di Gabriele D’Annunzio e quindi di letteratura, la letteratura c’entra….. eh si c’entra, almeno per lo spunto di partenza nel raccontarvi dei Casoni di Caorle!

I casoni e la memoria torna a un “certo” scrittore amante della Laguna
Ciò che c’entra è che mi è tornato alla memoria che ultimamente hanno finito di girare qui in Veneto un film con un cast internazionale che ripercorre molte zone a noi care, il film in questione che dovrebbe uscire a breve nelle sale è intitolato: “Across The River e Into The Trees”. Quale sarà il titolo una volta tradotto non lo so, ma presumo sarà “banalmente” la traduzione letteraria, e quando dico letteraria lo intendo in tutti i sensi e credo quindi si titolerà: ‘Di là dal fiume e tra gli alberi’. Immagino che non tutti sappiate di cosa si tratta, allora vi aiuto, vi aiuto per ora raccontandovi la trama, vediamo se a qualcuno sovviene qualche memoria. Il libro in questione parte cosi: «Quattro barche risalivano il canale principale verso la grande laguna a nord… Era tutto ghiacciato, gelato di fresco durante il freddo improvviso della notte senza vento.»
Trama

Nell’alba fredda di una domenica d’inverno, sulla laguna ghiacciata, quattro imbarcazioni si stanno recando alle botti per la caccia alle anatre. Su una di queste si trova il cinquantenne colonnello Richard Cantwell, che dal 1946 è di stanza a Trieste (allora territorio occupato da truppe statunitensi e inglesi, dal giugno 1945 al 1954).
Il colonnello era partito il venerdì precedente con la sua grossa Buick per Trieste. Mentre percorreva la strada per raggiungere Venezia, fu assalito dai ricordi della prima guerra mondiale e ritrovò il luogo dove allora era stato ferito. Aveva combattuto anche nella seconda guerra mondiale e, pluridecorato, è considerato un eroe; lui tuttavia non si sente più un soldato, ma un semplice uomo in uniforme.
Il colonnello intreccia una relazione con una diciannovenne nobildonna veneziana, Renata, alla quale racconta, tra struggimenti e reminiscenze giovanili, le vicende della guerra. Nonostante la grande differenza di età fra i due, la relazione riesce a dare al colonnello serenità e gioia. Ma è ben consapevole che i suoi problemi cardiaci non gli lasciano molto tempo da vivere.
Quando sente avvicinarsi la morte, il colonnello si fa accompagnare dal suo autista nel luogo dove era stato ferito tanti anni prima, e dopo aver lasciato le ultime consegne, rimane lì ad aspettare la fine.
Se vi dico Ernest Miller Hemingway, l’aiuto è sufficiente? Chi era questo “personaggio”? Vi do una brevissima descrizione per arrivare a raccontarvi del posto da scoprire
Di lui è stato scritto: «Personaggio affascinante, le sue pagine – profondamente ispirate a uno stile di vita – sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo, ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.»

Personalmente e sommessamente, aggiungo alcuni dettagli
La vita vissuta da questo scrittore fu di per sé un romanzo fino al giorno della sua morte avvenuta per suicidio, è anche innegabile che abbia avuto un animo combattuto e per molti anni ha dedicato tutto se stesso a godere di ciò che la vita era in grado d’offrire, per assaporare appieno di questa, per molti anni ha girovagato in Italia e tra le sue tappe c’è stata Caorle, luogo d’ispirazione proprio del romanzo ‘Di là dal fiume e tra gli alberi’.
Oggi quindi vi porto alla scoperta dei luoghi d’ispirazione di questo romanzo, luoghi ancora oggi fuori dal tempo, luoghi ancora oggi da cui si possono trovare ispirazioni di un passato che qui non è stato dimenticato, un passato di pescatori ma anche un passato di gusti tipici di ciò che può offrire il nostro mare. I Casoni appunto.
Caorle ed i suoi casoni

Caorle, già di per se offre la possibilità di divertimenti e svago, grazie alla presenza di ben 15 km di coste pulite con un bel mare, decisamente adatto ai bambini poiché degrada dolcemente, ma anche agli adulti che oltre alla vita di mare, cercano itinerari turistici, ristoranti e la possibilità di conoscere il territorio in cui stanno soggiornando, senza dimenticare lo sport all’aria aperta.
Una particolare attività che è possibile fare a Caorle è la visita, in bicicletta o tramite battello, dei famosi casoni. Questi sono le tipiche abitazioni sparse nel territorio lagunare, che venivano utilizzate in passato dai pescatori per proteggersi, durante gli inverni dedicati all’attività della pesca.
Lungo i fiumi della laguna attorno a Caorle è consueto scorgere questa particolarissima dimora antica.
La perdita dei casoni di Caorle

Purtroppo col tempo e con l’opera di bonifica attuata dallo Stato Italiano in epoca fascista, molti di questi casoni, sono andati perduti. Quelli rimasti, sono oggetti di interesse turistico, durante il periodo primaverile ed estivo.
Ciò che affascina maggiormente di una gita a visitare i Casoni è la capacità, che aveva l’uomo antico, di costruire abitazioni solide, basandosi su materiali molto poveri, prelevati direttamente dal territorio lagunare, e da tecniche semplici.
L’antica tecnica di costruzione del Casone caorlotto è quasi scomparsa, in paese però, soprattutto tra i pescatori, si trovano ancora persone che lì ci hanno dimorato da piccoli, per molto tempo.
I Casoni di Caorle. Non capanne indiane
Non bisogna immaginarsi delle capanne stile indiani ma vere e proprie case ampie e robuste. L’aerazione è assicurata dalla larghezza di queste antiche dimore, che presentano delle caratteristiche costruttive particolari. Ci sono infatti delle proporzioni che vanno rispettate, la lunghezza deve essere doppia rispetto all’altezza e alla larghezza. E’ affascinante trovare casoni che sono lunghi 12 metri e alti 6. Interi nuclei familiari potevano tranquillamente dimorare potendo contare su uno spazio adeguato. Un’altra regola costruttiva parla di forme arrotondate e dello sviluppo con ingresso rivolto a sud. Legno e canna palustre sono i materiali da costruzione, inoltre non sono previste ne le finestre nella canna fumaria. Il focolare si trova in fondo alla costruzione ed è fatto in mattoni. Le canne dei Casoni vengono sovrapposte in una maniera particolare, si tratta di canne che vengono raccolte tra settembre e metà marzo.
Come arrivare ai Casoni dal centro di Caorle
Innanzi tutto procuratevi una bicicletta, a Caorle potete noleggiarle ovunque, quindi, basta percorrere via dei Casoni che si trova poco distante dal centro e più precisamente in località Falconera.

Dal ponte si costeggia per circa 3 chilometri il canale lasciando via, via la parte urbanizzata ed entrando in un’area rurale.
Si arriva così ad una curva a 90 gradi a destra e li ci si ferma in quanto siamo infatti così arrivati all’Isola dei Pescatori.
Posteggiata la bicicletta negli appositi stalli bisogna proseguire rigorosamente a piedi lungo il “sentiero pedonale” che ci conduce ai Casoni.
Pochi metri e troviamo subito il primo manufatto, ben indicato, sulla destra.

Il “Re” dei Casoni
Si tratta del “Casone originale”, visitabile gratuitamente sia nella parte esterna che interna, grazie alla gentile concessione dei proprietari presenti e molto disponibili.
Proseguendo a piedi ci addentriamo sull’isola e percorso un ponticello sospeso sulla laguna raggiungiamo altri Casoni visibili esternamente percorrendo la stradina e dove spesso vengono organizzate gite turistiche o feste private.
Ripartiamo
Torniamo in sella alla nostra bicicletta e continuiamo l’itinerario su via dei Casoni in direzione sud-est. E’ una stradina che costeggia il canale Nicesolo a sinistra con, lungo il percorso, altri Casoni e sulla destra, la vista sull’aperta campagna. All’orizzonte, Caorle.
Se dopo questo mini tour avete “fatto fame” ho un suggerimento
Alcuni casoni, sono stati trasformati in ristoranti chioschi o trattorie, mangiare in un casone è sicuramente un esperienza “alternativa” inoltre potrete assaggiare le prelibatezze del territorio!

Il pesce è l’ingrediente base per molte ricette tipiche Venete che vengono servite ovunque; in un casone, non bisogna chiedere più del lecito poiché il sapore sarà quello tipico della giornata all’aria aperta per godersi un’esperienza soprattutto culturale, tradotto “no ste far masa i figheti, parchè, se magna ben ma aea bona!” diciamo “un pranzo esotico” è quello che si gusta. Il casone è come dicevo un luogo spartano per scelta, non si può certo pensare di ordinare un piatto in particolare. Si sceglie tra menu a prezzo fisso e vi garantisco per esperienze personali che va bene così.
Si può gustare del pesce pescato in giornata, l’immancabile fritto misto, che in tutta questa località è una specialità, non manca la consueta grigliata mista.
Un pranzo vissuto in un casone rispecchia la classica scampagnata, anche se diversa da tutte quelle che si sono fatte prima, poiché in un ambiente decisamente suggestivo e particolare.

Se passate per Caorle quindi, il consiglio è proprio quello d’abbinare alla visita culturale un tour enogastronomico, e qui di vini se ne intendono, se poi vorrete potrete portarvi un buon libro da “gustare” sdraiati in spiaggia, potreste magari approfittarne per leggervi un libro di Hemingway, e perché no ‘Di là dal fiume e tra gli alberi’.
Magari assaggiando la Polenta detta Caorlottina. Ingredienti? Pan di spagna, crema chantilly e crema alla nocciola, una bontà divina
Alla prossima settimana toxi!