Ha vinto recentemente il premio “Cuochi d’Italia”, ha inventato durante la pandemia il format delle “Cene impossibili”, le cene che non ti aspetti. Lei è Isabella Guariento, 29 anni, una delle migliori cuoche passata alla ribalta con prestigiosi riconoscimenti. Il merito, paradossalmente, lo deve all’epidemia del covid quando ha dovuto “reinventarsi” inventando un nuovo format di fare cucina riuscendo a emergere ottenendo così il suo successo.

Le cene impossibili di Isabella Guariento
Di fatto lei prepara i migliori piatti e riesce a organizzare le sue cene nei luoghi più insoliti e curiosi: dalla cena nel vigneto a quella all’interno di un museo, da quella dentro una cantina sino alla cena in una grotta o in un fienile oppure nel bosco. E’ affiancata dalla sua inseparabile amica Martina Beggiato organizzatrice di eventi: un perfetto connubio che assicura il successo di ogni “cena che non ti aspetti”.
La storia di Isabella Guariento
La storia di Isabella inizia da quando era bambina con la sua grandissima passione rivolta alla cucina. Papà Franco, artigiano falegname di Megliadino nella Bassa Padovana, vedeva quella sua bimbetta crescere giocando con i sottovasi che riempiva di terra immaginando di fare delle bellissime torte e raccogliere i pomodori ancora crudi per “preparare” delle fantasiose impossibili ricette.
La passione di Isabella verso la pasticceria e nel “giocare” a fare la cuoca che decise di frequentare l’alberghiero di Montagnana

Anche se la mamma Fabiola non era d’accordo, tuttavia aveva l’appoggio dello zio Carlo appassionato anche lui di arte culinaria.
Isabella iniziò presto il lavoro, a 13 anni la sua prima esperienza la fa in cucina presso ristoranti a Megliadino San Vitale e a Montagnana, come l’Aldo Moro. Studio e lavoro erano la sua passione.
Ha poi lavorato effettuando il servizio catering presso una struttura in occasione di cerimonie importanti: qui ha scoperto molti segreti di come muoversi con la cucina e il servizio fuori dal classico ambiente del ristorante.
Ha continuato a lavorare con passione mietendo continui piccoli successi. Ma poi è arrivato il covid.
Il Covid
“Mi sono spaventata – confessa Isabella – non sapevo più cosa fare”
La riscossa

Ma proprio qui, per lei, c’è stata la riscossa
Doveva organizzare un evento importante il 22 febbraio 2020, proprio in quei giorni è scoppiato il covid nelle nostre zone. Isabella ha dovuto annullare tutto (con spese e oneri già sostenuti).
Ma proprio da lì ha iniziato a pensare ed agire: che fare?
Ha iniziato a iscriversi ai format nazionali come Cuochi d’Italia, con Martina ha pensato di avviare le Cene impossibili…
La sua idea, poi concretizzata in questo periodo storico della pandemia, era quella di creare una “cena che non ti aspetti”…. E da qui è partito il successo di Isabella Guariento.

La ricetta di Isabella Guariento per http://www.enordest.it
La Gallina Padovana in Brodo di Giuggiole
Ingredienti
1 gallina di polvera, pulita eviscerata e smezzata,
350 gr di ceci secchi ammollati la sera prima in abbondante acqua ,
2 cipolle, 3 carote, 2 patate,1 pomodoro, 1 gamba di sedano,
2 spicchi di aglio, Burro, Olio evo,
Brodo di Giuggiole.
La preparazione

Bolliamo la gallina per un paio di ore in un brodo di verdure fatto con sedano, patata, cipolla, pomodoro, carota.
Una volta cotta lasciamo raffreddare la carne per poi ricavarne tante piccole polpe.
Tritiamo mezza cipolla e un spicchiò d’aglio, soffriggiamo con olio evo e versiamo i ceci. Saliamo e pepiamo a piacimento, aggiungiamo il brodo di cottura della gallina fino a coprire i ceci. Per cuocere i ceci ci vorranno due ore, di tanto in tanto aggiungiamo del brodo per lasciare il tutto abbastanza liquido. Una volta che i ceci saranno cotti frulliamo per ricavarne una crema vellutata. Il consiglio è di tenere da parte dei ceci interi, poiché la consistenza diversa rende il piatto più piacevole e farà assaporare al meglio l’ingrediente utilizzato. Nel frattempo glassiamo le polpe di gallina in una padella con 3 noci di burro, sale e pepe, sfumiamo con abbondante Brodo di Giuggiole e lasciamo sigillare la carne nell’avvolgente liquore. A questo punto non resta che impiattare è assembrare gli ingredienti. Adagiamo sul fondo del piatto la vellutata di ceci e il legume intero, disponiamo nel centro la gallina padovana letteralmente in brodo di giuggiole.
Un piatto dolciastro che governa tre ingredienti padroni del territorio padovano amalgamando contrasti e identità ad ognuno di essi.

Il vino
Per il vino un ottimo Abbinamento vino : il Frigus cantina Dal Martello. Buon appetito!