“Il dazio crea problemi ma il problema principale è la svalutazione del dollaro la moneta sulla quale si basa l’economia mondiale a spaventare i mercati”. Lo ha detto Franco Passador presidente e amministratore delegato di Vivo Cantine nel corso del convegno “I VINI DEL NORD EST TRA EXPORT, DAZI E NUOVI ORIENTAMENTI” che si è svolto nella Sala Convegni Palazzo Mostra Nazionale Vini di Pramaggiore. “Oggi l’America deve ragionare. Il presidente Trump con la Cina e con l’Europa deve dialogare e ciò è importante affinchè questa situazione dia fermezza e certezza ai mercati”.
Passador e il rischio del dollaro svalutato

Prosecco (dati freschi di giornata): primo trimestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso aumento vendite di oltre il 10 per cento. Sembra che questo trend venga confermato anche in aprile. Per Passador “il Prosecco incontra il gusto dei consumatori e se gestito bene come sta facendo il Consorzio avremo performance positive. Il Pinot Grigio sta andando abbastanza bene cresce con moderazione consolidando la crescita”. Negli ultimi due anni il Prosecco a fronte di un alto e basso del mercato, nel 2023 più 6 per cento e nel 2024 un ulteriore 11 per cento, sono pochissime le denominazioni che in Italia hanno avuto una crescita così significativa.
Il vino di sfide ne ha vinte tante

Brexit, pandemia, conflitti bellici e …svalutazione del dollaro, eppure il vino è trainante sui mercati. Denis Pantini Economista agroalimentare Responsabile Agrifood e Wine Monitor presso Nomisma non ha dubbi: “oggi la paura per i produttori ed esportatori è non sapere dove va il mercato. Il fatto che Trump prima minaccia il dazio poi lo sospende crea paure. Negli ultimi tre mesi svalutazione del dollaro incide negativamente sui mercati perché il consumatore paga di più”. In una recente ricerca di mercato è emerso che agli americani piacciono i prodotti del Veneto.
Per Piazza si rischia di più col dollaro svalutato che con i dazi

Negli ultimi vent’anni l’export dei vini è quadruplicato. Per Giorgio Piazza Presidente Consorzio di Tutela DOC Venezia “sono stati bravi i nostri produttori ad esplorare e conquistare i mercati. Gli Usa non vogliono rinunciare al Made in Italy”