Shqirërisë, ovvero terra delle aquile. L’Albania di oggi è invece la terra delle aquile e delle mercedes… Macchinoni dappertutto ad intasare le strade. È incredibile come sia cambiato questo paese dalla fine del regime comunista dal 1992 a oggi. Sono stato testimone diretto dai tempi di Enver Hoxha, alla rivoluzione delle cosiddette piramidi finanziarie, tra il 1996-97. Con migliaia di risparmiatori albanesi truffati da mafiosi senza scrupoli e con la compiacenza di paesi stranieri tra cui la Grecia, l’Ungheria e l’Italia. Una Wall-Street adriatica.
L’Albania ci vuole bene
Comunque gli albanesi ci vogliono bene e parlano quasi tutti l’italiano come seconda lingua.

Quest’anno si è registrato il boom di turisti nostrani da Scutari a Saranda. Due i fatti estivi di cronaca principali: la visita del nostro presidente del consiglio Giorgia Meloni a Tirana con abbraccio a Edi Rama, primo ministro, e i quattro furbetti italiani che scappano da un ristorante di Berat, senza aspettare il conto, ma ripresi dalle telecamere a correre ignobilmente per non pagare, in un ristorante di classe, la clamorosa cifra di 20 euro a testa. Gran bella figura di m….internazionale.

Allora partiamo dai 20 euro. In Albania per le vacanze si spende meno della metà rispetto all’Italia. Gli ombrelloni più cari costano dieci euro al giorno, negli alberghi e negli appartamenti si paga pochissimo rispetto all’Italia. Un buon motivo per visitarla. Ma l’Albania non è solo il paese di 300 chilometri di spiagge e posti incantevoli. Ha diversi patrimoni Unesco, castelli medioevali bizantini, turchi e veneziani, parchi archeologici che non sfigurano nemmeno rispetto a Pompei (Apollonia e Butrinto), città storiche come Argirocastro, Berat, Kruje con lo strepitoso castello di Rozafa, munito di vere da pozzo veneziane. Oltre ovviamente alle città principali come Valona, Durazzo, Scutari e Tirana. A tale proposito parliamo di grandi architetti che hanno ideato la Tirana moderna: Armando Brasini, Florestano Di Fausto, Vittorio Ballio Morpurgo, Gherardo Bosio.
Visitare in auto l’Albania mi stupiscono due cose: la grande cortesia degli abitanti e la follia degli automobilisti (maggioranza Mercedes). Sorpassi impossibili e parcheggi selvaggi. Mi sono trovato in due situazioni limite. Nei fiordi di Koman (magnifici), intromettitori modello Tronchetto ci dicono di avanzare per il parcheggio nella strada stretta, nonostante la lunga fila. Ad un certo punto arriva un pullman. Strada paralizzata. I francesi lo chiamavano embouteillage a Parigi. Panico e arrivo polizia. Qui no. Scende il conducente del pullman e con calma biblica mi aiuta a uscire al millimetro. Al castello di Croia (stupendo), nord Albania, verso mezzanotte, le indicazioni stradali (carenti assai) mi dicono di proseguire. E mi trovo incastrato, al buio, in un sentiero senza via d’uscita. Da una casa illuminata esce un uomo in pigiama. Ha parenti a Torino. E, sorridente, fa lui la manovra per non passare la notte incastrato e chiuso in auto.
L’Albania e le sue esperienze culinarie e non

Nei ristoranti le esperienze più divertenti. Pesce crudo e prelibatezze con scampi e branzino a 50 euro. Ok, porta il vassoio. Poi scopriamo che il prezzo è 50 euro, si, ma al chilo. Per cui in tre abbiamo speso 15 euro con insalata e caffè…
A Himarë bella cittadina sulla costa del sud (minoranza greca) paghiamo 120 euro per un bell’appartamento sul mare. Saldato il conto, il proprietario ci corre dietro. Oddio, che c’è? Mi sono sbagliato, sono 90 euro, ecco i 30 di ritorno…
L’Albania, questa è la grande sorpresa, è ricchissima di monumenti storici, dagli illiri agli ottomani, passando per veneziani e angioini. Pochi sanno che il Bucintoro del ‘600, la barca ufficiale del doge per la Sensa, aveva un solo bassorilievo con figura umana. Era Giorgio Castriota detto Scanderbeg, l’eroe quattrocentesco dell’Albania, difensore della cristianità contro il turco.

A Capo Rodoni, incantevole insenatura con spiagge isolate, vicino Durazzo, nascosto tra le rocce appare il castello Scanderbeg, costruito dalla Serenissima nel 1460. Inserita nella natura appare la chiesa medievale bizantina di S.Antonio. Un gioiello ben restaurato.
A pochi metri, le curiose contraddizioni moderne dell’Albania

Una sfilza di piccoli bunker colorati di rosso e visitabili all’interno. Per la dittatura comunista i grossi pericoli arrivavano dall’Occidente. In una baietta, un lungo bunker nascosto nella roccia è stato trasformato in lussuoso ristorante. Con la calura a 40 gradi, non serve l’aria condizionata. È sempre fresco.
Si calcola che per costruire migliaia di bunker lo Stato abbia speso in 40 anni di regime, metà del Pil albanese.
Per visitare i fiordi del lago di Koman, nato dopo la diga costruita negli anni Settanta, sempre nella contea di Scutari, sembra di essere nelle Dolomiti. Acqua limpida rovinata però da migliaia di bottigliette di plastica. Bianche, verdi, trasparenti, colorate. “Vengono dal Kossovo”, ci assicura il capitano della barca. Viaggio tra la natura selvaggia plastificata che dura circa due ore. Ma ne vale la pena.
La sua storia



Basta visitare a Kruje, l’antica capitale, con il bel museo dedicato all’eroe nazionale Scanderbeg e si capisce parecchio dello spirito albanese. L’altro eroe, o meglio eroina, è Nënë Tereza, ovvero madre Teresa di Calcutta. Gli unici personaggi albanesi che hanno diritto ad una festività nazionale.
E allora adesso giochiamo in casa. Domanda: quanti toponimi degli Albanesi ci sono a Venezia? Sono ben 18, tra calli, corti e campielli.
La Scuola degli Albanesi, nei pressi di Campo San Maurizio è del 1448, la più antica comunità ufficiale con diritto di chiesa privata, rispetto a quella dei Dalmati e dei Greci, sorte dopo. La storia racconta che già nel 1368 il Consiglio dei X aveva concesso particolari privilegi gli albanesi, “sudditi boni da tera e da mar…”.
Ciao Albania, prossimo paese Ue.