Tra le tante attività che rischiano di collassare per colpa del COVID sono comprese anche quelle legate alle società dilettantistiche che permettono ai nostri figli e nipoti di fare sport. Piscine, scuole calcio, mini basket, palestre dove è possibile seguire corsi di arti marziali, di ginnastica o di danza. Gli esempi possono essere molteplici. Ma oltre all’incalcolabile danno economico che sta colpendo queste società ce n’è uno più subdolo di cui pochi parlano: negare l’attività fisica ai minori.

Sport e futuro
Avviare allo sport, insegnarlo e farlo praticare, in una società civile, non è importante solo per trovare e costruire i nuovi Messi, Yuri Chechi o Federica Pellegrini. Permettere a un ragazzo di fare sport è una battaglia contro l’obesità infantile che spesso si trasformerà in diabete da adulti o in altre gravi patologie a carico dell’apparato cardiovascolare. Ma fare sport offre anche una speranza e un opportunità ai bambini che vivono nelle periferie delle grandi città, allontanandoli dai pericoli che li circondano.
Lo sport negato
La cosa più grave, però, è che mentre molti sono preoccupati per lo svolgimento dei campionati di calcio e della Champions League, quasi nessuno ha parlato di ciò che viene tolto a questi ragazzi. Tra coloro che non hanno speso troppe parole per i più giovani ci sono purtroppo pure molti campioni affermati, che dovrebbero ricordarsi di quando loro erano bambini ed iniziarono a fare sport.

Tra questi, qualcuno si è persino lasciato andare a dichiarazioni fuori luogo. E’ il caso di Cristiano Ronaldo, che sul suo profilo instagram, dopo un tampone al quale è risultato ancora positivo, ha pubblicato la seguente frase: “PCR is bullishit” (dove PCR è l’acronimo della metodica usata per il tampone rino-faringeo e “bullishit” è l’equivalente del nostro str…ata). Il post è stato subito cancellato – nella folta corte al servizio di CR7 qualcuno dotato di un minimo di sensibilità l’avrà consigliato di farlo – ma non è passato inosservato agli oltre 240 milioni di follower del campione portoghese.
Esempi positivi e negativi
Proprio per lo sconfinato numero di seguaci online, gente come Ronaldo dovrebbe prestare maggiore attenzione a queste dichiarazioni e ai comportamenti sbagliati che per emulazione potrebbero generare. In questo scenario, vogliamo, però, parlare di un esempio positivo: l’attaccante del Manchester United Marcus Rashford che, nei giorni scorsi, è stato insignito dalla Regina Elisabetta II dell’onorificenza di membro dell’Impero Britannico. Rashford non si è meritato il premio per le sue indubbie doti sportive, ma per essersi fatto promotore, nel pieno della pandemia nella primavera scorsa, di un’iniziativa che ha permesso di portare i pasti caldi gratuiti ai bambini più indigenti delle scuole inglesi.
Un gesto non solo sportivo

L’attaccante inglese ha raccolto ben 900.000 firme e bloccato l’insensato provvedimento di Boris Johnson e del suo governo che avevano deciso di tagliare i pasti scolastici gratuiti ai bambini.
Capiamo anche che è difficile, se non impossibile, in questa situazione permettere ai più piccoli di fare sport. Le chiusure sono indubbiamente necessarie per il pericolo che sta correndo l’umanità. Quello che è giusto chiedere al mondo dello sport è un messaggio positivo.
Ibra e lo sport che insegna
Ben venga, dunque, Marcus Rashford così come Ibrahimovic che in un suo recente video esorta tutti a mettere la mascherina: “io ho vinto, tu non sei Zlatan. Usa la mascherina!”
Se i ragazzi, per cause di forza maggiore, non possono per ora praticare sport, diamo loro almeno la speranza che a breve potranno continuare a farlo e che, anche loro, stanno fornendo un contributo fondamentale per vincere questa battaglia.