Definirlo un semplice docente universitario di materie strategiche economiche e militari è fin troppo riduttivo. Anche se ha insegnato alla Luiss di Roma, a Ca’ Foscari di Venezia e all’Università di Trieste. Docente alla Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia. Arduino Paniccia, porta bene i suoi anni. Diciamo, per non rivelare l’età, che appena ventenne era imbarcato nelle unità navali militarizzate durante la guerra in Vietnam (1965-67). L’esperienza quindi non gli manca. È oggi opinionista e scrittore, presidente della Scuola di Guerra Economica e Competizione Internazionale di Venezia ASCE.
Chi meglio di lui può commentare cosa succede dopo tre anni di guerra in Ucraina?
Infine per terminare la presentazione: è nato a Milano, studi e laurea a Trieste, residente a Venezia. Per cui si reputa veneziano internazionale doc.
Professor Paniccia, cosa le insegnò il Vietnam?

“Che un piccolo paese vinse contro una super-potenza”
Cominciamo bene Professor Paniccia…

“Allora citiamo Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito, durante il secondo conflitto mondiale, diceva: la prima vittima durante la guerra è la verità….Anche lui fu obbligato a fare il dittatore, perché in guerra non si poteva votare e portava una divisa modello Zelensky. Non la giacca e la cravatta. La storia sempre si ripete. Anche se in divisa sono già in diversi. Ho visto recentemente Putin in tuta mimetica. Precisiamo subito che il generale russo Valerij Gerasimov, è un ottimo generale. Come capo di Stato maggiore, Putin ha un uomo moderato e di grande esperienza”.
Siamo ben messi..

“Trovo molte analogie con l’Europa del 1914-18. Il continente stava per cambiare radicalmente equilibri e culture. Anche in quel frangente, il conflitto nacque tra gli incerti confini orientali. Comunque la guerra come dice il Papa è sempre una sconfitta. I costi umani e materiali sono uguali per tutti. Come allora è un confronto di potenze: Europa 500 milioni, russi 250, americani 350. Oggi si aggiungono i due miliardi tra cinesi e indiani. Senza trascurare Iran, Pakistan, Corea. Ah! dimenticavo: sono tutte potenze nucleari. Francia e Regno Unito hanno poche centinaia di bombe, ma sono membri permanenti del Consiglio di sicurezza ONU”.
Riflessione?

“A 80 anni dalla fine della seconda guerra e sotto l’ombrello della NATO, noi europei siamo destinati a cambiare. Eravamo troppo ben abituati. Pensi solo che di esercito unico europeo se ne parla dagli anni ‘50. Mai deciso nulla. Ex paesi del Patto di Varsavia vivono nell’incertezza. Trump vuole trasferire 35 mila militari Nato dalla Germania all’Ungheria. Le basi italiane di Aviano e Vicenza non scommettono sul loro futuro. La Turchia, prima potenza militare continentale, aspetta da 25 anni di far parte dell’Unione Europea. In tutto questo mondo precario, c’è una certezza. La Cina è destinata a diventare il primo paese al mondo: economico e tecnologico”.
Mamma mia professor Paniccia. Siamo pessimisti?

“No, non lo sono. Sono convinto che Trump e Putin, sotto lo sguardo cinese, troveranno una soluzione per la pace. Le terre rare fanno comodo a tutti. Da Mariupol le navi possono partire per gli USA, la Federazione Russa, la Cina. Sono convinto che dopo tre anni di guerra si possa gestire quello che è accaduto con un grande accordo economico internazionale. Il 20% dei territori occupati dai russi, in fondo sono ben poca cosa, rispetto alle centinaia di migliaia di morti e delle famiglie distrutte. Poi, se pensiamo ai gravi problemi del Medio Oriente, della Siria, dell’Iran, conviene a tutti un’Europa più stabile”.
Ma allora siamo ottimisti?

“Credo che l’Italia, al centro del Mediterraneo e con Suez vicino, ne abbia solo da guadagnare, come ai vecchi tempi della Serenissima. Lo storico asse europeo franco-tedesco, tanto caro alla Merkel, è destinato dopo decenni a finire. L’economia si sposterà più a sud e più a est. Vedo anche un buon futuro per la nostra portualitá”.
Non a caso uno dei libri del professor Paniccia si intitola “La quarta era. Un futuro senza terrore”.
Il Prof. Paniccia con la sua esperienza e la capacità di collocare correttamente le vicende internazionali, si conferma uno degli analisti più equilibrati e qualificati in tema di strategia economico-militare dotato di particolare precisione e chiarezza espositiva.