Dal 2007 la Tressetre del Gruppo Mantovani gestisce l’Isola delle Tresse, attraverso l’estensione di diverse concessioni, con quelli che diverse associazioni ambientaliste hanno definito gravi ritardi, collaudi parziali e criticità. La vicenda si articola da molti anni, avendo origine sin dal 1994, e con un esposto indirizzato all’ANAC da Italia Nostra, Venezia Cambia ed Ecoistituto del Veneto, di primi dell’anno, ha assunto una fase diversa. L’Autorità Nazionale Anti Corruzione, nel marzo di quest’anno, ha avviato la procedura amministrativa con audizioni che si sono svolte il 27 aprile scorso, e con il successivo invio di memorie che sono state analizzate e che ora danno corso a diversi richiami all’Autorità portuale veneziana.
Tresse: una vicenda che dura da anni

Già in luglio l’Anac aveva stigmatizzato come, nonostante la concessione della gestione a Tressetre del sito di conferimento principale dell’isola delle Tresse fosse scaduta a fine 2022, l’Autorità di sistema portuale non avesse proceduto a riaffidare mediante gara il servizio, prorogando lo status quo illegittimamente.
Il suggerimento dell’Anac era stato quello di utilizzare una norma inserita nel nuovo codice degli appalti, che consentiva ai titolari di lavori, forniture e servizi affidati o prorogati loro non conformemente al diritto europeo di affidare mediante procedura ad evidenza pubblica una quota tra il 50 per cento e il 60 per cento dei contratti di lavori, servizi e forniture stabilita convenzionalmente dal concedente e dal concessionario. In tal modo, conservando la titolarità di Tressetre, in attesa di successiva rideterminazione della concessione, si sarebbe potuto continuare l’operatività mediante società diverse alle quali subconcedere la parte necessaria.
Il piano dragaggi

Tale indicazione non ha però trovato corso in alcun atto dell’Adsp, che ha invece avviato un nuovo sito ed un nuovo piano dragaggi per il canale Industriale Nord e per il Vittorio Emanuele III, ritenendoli prioritari per l’organizzazione portuale, ritenendo possibile utilizzare la residua capacità di 700 mila mc disponibili, sempre da parte di Tressetre, per lo smaltimento dei fanghi in assenza di un altro sito utilizzabile.
Questa ipotesi trova ora lo stop dell’Anac che sostiene che la concessione per la gestione dell’isola di Tresse per il conferimento dei fanghi a Venezia è gravata da diversi vizi che, in modo improprio se non illegittimo, hanno condotto ad affidamenti di porzioni ulteriori e a diverse proroghe.
Non risulta pertanto possibile prorogare ulteriormente la gestione della concessione in favore del medesimo concessionario. Il termine di scadenza per il conferimento dei fanghi e l’incameramento delle relative tariffe è da considerarsi un termine finale.
Tresse: palla ora all’Autorità Portuale

In questo modo essendo scaduti, secondo l’Anticorruzione, i termini per utilizzare la norma del nuovo codice degli appalti, non resta che prendere atto che l’Autorità portuale si è riservata di valutare la ricorrenza dei presupposti di legge per l’attivazione dell’istituto, deve osservarsi che l’art. 186 citato ha carattere obbligatorio e le misure devono essere adottate entro 6 mesi dall’entrata in vigore del d.lgs. 36/2023 (e cioè entro il 1° ottobre 2023).
In sostanza attualmente nessuno può legittimamente gestire quei fanghi, sino ad una nuova concessione da parte dell’Adsp, che non risulta aver ancora fatto conoscere le proprie determinazioni.
Si rischia di bloccare ancora per molto l’operatività portuale veneziana.
Fanghi inquinati dragaggio smaltimento bonifiche tutto in un solo luogo …area portuale di Marghera ex enichem ..e laguna limitrofa . Problema irrisolvibile a causa degli alti costi di bonifica