Nell’agosto del 1938, Federico ha tredici anni e sta andando a villeggiare, senza alcun entusiasmo, con la nonna e gli zii a Recoaro per la cura delle acque. È un ragazzino esile e malinconico, cresciuto ed educato nella retorica e nella propaganda del regime, nonostante lo zio Manrico sia un fiero antifascista. Durante il viaggio in treno da Padova si esalta leggendo una guida dell’Africa Orientale della Consociazione Turistica Italiana, immaginando di “resistere per ore in una sgangherata ridotta fra gli acrocori del Tigrè o dell’Amara circondato da frotte di abissini urlanti”. La madre, ammalata di nervi, è in un ospedale, il padre non l’ha mai conosciuto, ma gli hanno detto che era un soldato partito per l’Africa.
La vacanza, poco adatta alla sua età, scorre noiosa nonostante l’amicizia intrecciata con Flora, una ragazzina ribelle e vivace, e con Emilio, giovane e ombroso montanaro che lavora nell’albergo dove alloggiano Federico e i suoi familiari. Tutto cambia aspetto però, quando si viene a sapere che in paese sta trascorrendo qualche giorno l’anziano generale Bertazzoni, che ha combattuto in Africa e si vanta pubblicamente di conoscere uno per uno i suoi soldati. Quale migliore occasione per chiedergli notizie del padre? Federico si convince che presto riuscirà a contattarlo: gli scriverà, la famiglia si potrà ricongiungere e la madre finalmente guarirà.

Come un temporale, romanzo del vicentino Michele Santuliana, da poco pubblicato per i tipi di Ronzani Editore, è un lungo flash back narrato in prima persona dal protagonista che nel marzo del 1981 si trova quasi per caso negli stessi luoghi di quella estate. Una stagione che precedeva di poco la seconda guerra mondiale e l’emanazione della legge fascista più infame. Niente sarà più uguale per Federico. Come un forte e improvviso temporale in quelle settimane la verità squarcia tutte le menzogne di cui era stato nutrito e il suo sarà un percorso di risanamento non soltanto fisico. Una gita sul Pasubio gli mostrerà la dura realtà della Grande Guerra e lo libererà dai falsi miti eroici assorbiti attraverso letture di regime, il voltafaccia di persone che sembravano amiche lo renderanno più consapevole e più critico verso quella che ora riconosce come una dittatura.
Tra romanzo storico e romanzo di formazione Come un temporale rievoca uno dei momenti più cupi del nostro paese, aprendosi però verso la luce che sarebbe arrivata, anche per merito di chi seppe opporsi al fascismo.
Michele Santuliana racconta questo percorso attraverso i ricordi del protagonista ormai adulto, ma anche attraverso gli occhi innocenti e ingenui del sé bambino. L’autore restituisce con efficacia l’ambiente delle terme di quegli anni, la tranquilla vita dei villeggianti minata dalle inquietudini di un clima politico rovente che serpeggia anche in quel luogo di vacanza e di cura.

È interessante e significativo che ultimamente autori trentenni sentano il desiderio di raccontare storie ambientate nel Veneto del secolo scorso, tanto martoriato da guerre e da regimi totalitari. Si pensi ad esempio al romanzo di Francesca Zanette Dove qualcosa manca (Ladispoli (SM), Edizioni readerforblind, 2022) già recensito su questa rivista (https://www.enordest.it/2022/03/20/francesca-zanette-il-passato-che-ritorna/). Come se i nipoti avvertissero la necessità di volgere lo sguardo indietro, camminando sui passi dei nonni, quasi a rendere loro giustizia. E Santuliana lo fa con una prosa pulita e scorrevole ma ricca e ben governata, impreziosita dal dialetto padovano e quello vicentino dell’alta Valle dell’Agno che rende i dialoghi gustosissmi e vivaci.
Michele Santuliana è nato nel 1988, insegna Materie letterarie e Latino nei licei di Valdagno (VI). Ha pubblicato diversi libri per adulti e per ragazzi fra cui Il paese silenzioso (Biblioteca dell’Immagine, 2012), La pietra del sole (Raffaello, 2016), L’isola del labirinto (Raffaello, 2019) e la raccolta di racconti I monti celesti (CLEUP, 2021). In collaborazione con Marta Scaccia e Paola Valente ha recentemente pubblicato Lo specchio delle Muse (Il Poligrafo, 2022, con prefazione di Davide Susanetti), una riscrittura di vicende che riguardano coppie del mito classico. Si interessa di letteratura, di cultura popolare, di scuola e di storia contemporanea. Collabora con laletteraturaenoi e cura il blog personale «Volta la carta…».
Grazie di cuore per l’attenta lettura e analisi del libro. Il passato che ritorna, che forse non è del tutto ‘passato’, specie quando non è rielaborato, è un tema che mi è molto caro. Viviamo infatti in un territorio che ci parla continuamente della sua storia, ma spesso non riusciamo a leggerne i segni. La ringrazio per averlo saputo cogliere, ponendo il libro in relazione con altre opere che esprimono la stessa sensibilità.
Michele Santuliana
Grazie a lei per il suo bel romanzo, che ho letto con piacere e vero interesse.