Da Timbuktu è tutto! Linea allo studio….Scusate se parlo di informazione, di televisione e di giornali. Ma da qualche tempo vivo un malessere generalizzato ascoltando o leggendo il mondo delle news. Salvo solo la radio e anche la radio-visione, si sono adattate ai tempi e forniscono informazione con immediatezza e senza fronzoli. Di corsa. La vecchia e cara radio, giusto in Italia compie un secolo (1923), anche se dobbiamo l’invenzione al “londinese” Guglielmo Marconi nel 1897.
Vecchia radio contro Tv
Perché Timbuktu? Quando sento un inviato o una inviata in Tv, con il microfonone attaccato alla bocca, le gambe larghe ben piantate in terra, raccontare fatti e cose con il piglio e la presunzione dell’esclusiva, mi viene da ridere. Guarda che abbiamo già visto e sentito tutto con lo smartphone e/o il computer! Sappiamo già cosa è successo in Mali a Timbuktu, abbiamo già visto le immagini principali, i fatti, le interviste, i drammi, le considerazioni. Per cui il termine stra-abusato dai giornalisti tv: “è tutto, linea allo studio”. Puzza già di antico prima della fine del collegamento.
Tv ferma al palo
Gli schemi dei telegiornali arcaici a orari fissi e canonici: titoli principali, presentazione, conduttori, servizi, collegamenti con inviati e corrispondenti, sono già vecchi prima di iniziare. “Per le ultime novità ci colleghiamo in diretta con l’Ucraina”….Ma abbiamo già visto tutto.
Gli unici canali al passo con i tempi mi sembrano oggi Rai News 24, TGCOM 24, Sky Tg 24 e altri modelli simili. Quelli a tamburo battente, come si dice in gergo.
Insomma i vecchi tg, modello cariatidi Emilio Fede, Bruno Vespa o Angela Buttiglione, sono archeologia industriale. Il caro e vecchio Mentana, si porta pure i cani appresso….
La vecchia radio ci difende dal progresso
Le notizie così, paludate e rituali, appartengono al secolo scorso. Il momento più buffo è quando si connota un servizio con il termine “esclusivo”. Termine stra-abusato. Hanno escluso già tutto, con “nostra intervista esclusiva”. Poi si scopre che il web ha anticipato i loro tempi, analogici.
Già, la rivoluzione digitale, ha cambiato tutto, ovvero l’atto comunicativo. Oggi si fa informazione con un mini smartphone. Solo ieri per un collegamento ci volevano telecamere, tecnici, fonici, camion per le dirette.
La rivoluzione digitale è cominciata in America negli anni 80, arrivata da noi nel decennio successivo
Nel nostro modo antico di ragionare a schemi c’era il Tg1, istituzionale, il Tg2 socialista, il Tg3 di sinistra. Come liturgie canoniche. Il termine “lottizzazione” è nato proprio in Rai. Poi è arrivata la rivoluzione delle tv private. Boom. Un bello scossone, anche tecnologico. Mi ricordo i primi giornalisti-tecnici che facevano tutto con le telecamerine: servizio, montaggio, emissione. Separazione netta e classista tra tv pubblica e privata, si diceva. Oggi queste differenze fanno sorridere.
Dalla vecchia radio che ancora resiste alla carta stampata
A patire la rivoluzione tecnologica, la cara e vecchia carta stampata. Oggi la diffusione dei giornali ha raggiunto livelli di riduzione inimmaginabili solo qualche anno fa. Giornaloni, quotidiani regionali e locali, hanno raggiunto il fondo. C’è chi ha perso il 75% della diffusione. Controllando il trend americano, l’informazione web ha ormai surclassato la cara e vecchia carta stampata, quella che profuma di inchiostro. Vi confesso che io compero ancora i giornali, perché aprire le pagine e fissare gli occhi sul cartaceo è un rito antico e irripetibile. Anche se poi ho la piena coscienza che il digitale mi ha già anticipato la lettura.
Controllo le povere edicole, costrette a vendere di tutto e a relegare i giornali, in un piccolo angolino. Ho il ricordo degli strilloni a Piazzale Roma che offrivano, a voce, le prime notizie al mattino presto, carichi di giornali. E gridavano i fatti di cronaca più importanti. Sembrano passati secoli. Negli autobus, oggi, solo passeggeri silenti, senza cartaceo, incollati agli smartphones.
Vecchia radio salvaci dal metaverso!
O tempora, o mores! Caro Cicerone, sei collegato?
Sta arrivando Catilina con l’IA (intelligenza artificiale) e il metaverso….
Il tempo, come le notizie, volano.