Il servizio di rimorchio per i porti di Venezia e Chioggia è svolto da molti anni dai Rimorchiatori Riuniti Panfido, storica compagnia di armamento veneziana. E lo sarà ancora per molto tempo, sulla base della concessione che l’Autorità di Sistema Portuale dell’Alto Adriatico ha rinnovato, temporaneamente nel 2021,e definitivamente nel 2023, con modifiche tariffarie stabilite dalla Capitaneria di Porto lagunare. Contro questa concessione, che interveniva a rinnovare quella precedente con la medesima compagnia alzando alcune tariffe ma mantenendo inalterato il sistema precedente, hanno fatto ricorso al Tar Assoarmatori, Federagenti e Assoagenti contestando la legittimità delle nuove tariffe stabilite dalla Capitaneria di Porto di Venezia.
Rimorchiatori al Tar
Il tema di confronto era, secondo quanto ipotizzato dalle associazioni di categoria, appunto quello della determinazione delle tariffe di rimorchio più alte rispetto quelle precedenti, avvenuto peraltro, relativamente agli anni 2021 e 2022, in regime di proroga della convenzione precedente e, pertanto, in condizioni di monopolio di fatto.
Le tre sigle, in rappresentanza degli armatori e degli agenti marittimi veneziani, hanno contrastato fin da subito la scelta della Capitaneria di aumentare le tariffe senza valutare i rilievi delle categorie portuali e della stessa Autorità portuale, determinando un aggravio dei costi operativi del servizio di rimorchio, in un particolare periodo di difficoltà dello scalo lagunare.
Inoltre, secondo quanto formulato dai ricorrenti, questo aumento tariffario, seppur temporaneo, avrebbe di fatto alterato il valore della concessione successiva, dato che avrebbe comportato inevitabilmente l’aumento del fatturato preso a riferimento per il bando stesso.
Il Tar dà ragione a Panfido
In questi giorni il Tribunale Amministrativo è arrivato a sentenza definendo corretto il comportamento della Capitaneria di Porto di Venezia di Venezia che nel definire le tariffe, pur dovendo consultare l’Autorità Portuale, non doveva necessariamente raggiungere un’intesa con tale Autorità per la definizione delle stesse, avendo invece l’autorità per stabilirle in maniera autonoma, come in realtà ha fatto.
Secondo il Tar la Capitaneria di Porto ha peraltro definito le tariffe tenendo conto, seppure parzialmente, delle indicazioni dell’Autorità Portuale tant’è che l’indice finale di incremento, inizialmente previsto nella misura del 18,38%, è stato ridotto al 16,70%, avvicinandolo in modo significativo al 15,67% suggerito dall’Autorità di Sistema Portuale.
Nessun ritocco agli aumenti
In relazione al secondo motivo del ricorso proposto da Panfido, (l’alterazione del valore del fatturato legato agli aumenti tariffari), il Tar non ha sposato la tesi dei ricorrenti ritenendo che quelli indicati sono infatti effetti meramente indiretti della proroga della concessione per assicurare la continuità del servizio evidenziando che l’adeguamento tariffario è avvenuto in esecuzione della circolare del 2003. Pertanto i provvedimenti impugnati non determinano effetti automatici diretti sulla nuova concessione, ma questi sono collegati ad una nuova valutazione circa l’adeguatezza dell’attuale organizzazione del servizio.
In sostanza il Tribunale Amministrativo del Veneto ha ritenuto infondate le censure alla Capitaneria di Porto rispetto all’approvazione della variazione tariffaria che non è avvenuta senza valutare la necessità di una modifica dell’organizzazione del servizio in conseguenza del calo del traffico marittimo ma sulla scorta della valutazione che nonostante la riduzione del traffico marittimo, le esigenze di ricorso ai rimorchiatori non sono risultate così differenti da giustificare la riduzione del loro numero in attesa dello svolgimento della procedura di affidamento della nuova concessione e di una compiuta riorganizzazione del servizio.
Al di là della legittimità formale e della realtà sostanziale, le attività del porto veneziano vedono una nuova difficoltà aggiuntiva alla sua operatività; questa volta legata alle differenti sensibilità e necessità dei suoi diversi operatori, segno a sua volta di una delicata fase di ricalibratura e definizione delle sue prospettive.