I soci di Retina Veneto Aps approvano il Sentiero della Sensibilità. Un’escursione che domenica 19 giugno li ha portati da Casera Degnona a Casera Crosetta, attraversando prati fioriti e immergendosi nei boschi di faggio nel territorio gestito dalle Regole di Montanes e Funes-Pedol-Famglie Munaro di Molini, due dei sette domini collettivi che fanno parte della Comunanza delle Regole dell’Alpago.
Un anno di Sentiero
A distanza di un anno dall’inaugurazione del Sentiero, siamo andati direttamente sul campo a raccogliere le impressioni a caldo dei volontari del CAI Alpago e degli iscritti all’associazione di Camposampiero. Retina Veneto, infatti, dà sostegno alle persone con malattie retiniche come la sindrome di Usher, la malattia di Stargardt e la retinite pigmentosa. Tra le sue iniziative, anche l’organizzazione di attività che siano inclusive per chi ha difficoltà visive, ipovedenti e non vedenti.
Del Sentiero, realizzato attraverso il progetto di cooperazione transfrontaliera GATE, ne abbiamo già parlato su www.enordest.it. Vediamo quindi cosa ne pensano i protagonisti attivi, accompagnatori e fruitori.
A partire da Ildo Peterle, vicesegretario CAI Alpago e presidente della Consulta Giovani Alpago.
Cosa vuol dire accompagnare sul Sentiero della Sensibilità?

“L’accompagnamento in montagna non è una semplice escursione. Oggi con i non vedenti, in altre occasione con le persone in carrozzina, sono esperienze diverse. Si va a descrivere il paesaggio, gli odori e i profumi, le piante che si vedono. E questo è un valore aggiunto, sia per l’accompagnamento e sia rispetto al resto dell’attività della Sezione. Non è solo mostrare i bei paesaggi e le montagne dell’Alpago, ma è anche trasmettere quello che si vede”.
Ci può fare un esempio?

“Oggi non tutti potevano vedere il lago di Santa Croce da Casera Degnona o Casera Crosetta, ma il trasmetterlo, il raccontarlo ha dato un valore aggiunto all’attività di accompagnatore CAI o comunque accompagnatore di una sezione che è Alpago”.
Serve una preparazione particolare per poter effettuare questa attività di accompagnatore specialistico?

“Il CAI Veneto ha organizzato un corso per l’accompagnamento in montagna attraverso l’utilizzo della joëlette che, possiamo dire, è lo strumento che si usa per accompagnare in maniera più sicura e più agile persone con disabilità varie in montagna. Siamo alla chiusura del corso che prevede anche un’uscita pratica a breve. Come Sezione abbiamo intenzione di acquisire uno strumento del genere per poter dare un’ulteriore possibilità. Oltre al Sentiero della Sensibilità e all’accesso delle carrozzine, anche l’accompagnamento con joëlette per persone che hanno qualche difficoltà motoria. Per rendere ancora più inclusivo il Sentiero della Sensibilità con i suoi 24 chilometri”.
De Bortoli e il Sentiero

Ad accompagnare, con Peterle, c’era anche Gabriela De Bortoli, past president della sezione e attualmente consigliere del CAI Veneto, incaricata per i rapporti con la Provincia di Belluno, la Fondazione Giovanni Angelini, l’Ufficio scolastico provinciale e referente per la Commissione Alpinismo Giovanile. Suo il merito di aver voluto fortemente questo sentiero inclusivo e di aver saputo coinvolgere tante persone nel realizzarlo.
Gabriela De Bortoli, si può dire concluso questo progetto del Sentiero della Solidarietà o si potrebbero essere altri sviluppi?

“Speriamo di poterlo implementare ancora con altre cose e con altre informazioni. C’è in cantiere qualcosa e speriamo di riuscire a metterlo in pratica. Cerchiamo sempre di lavorare e poi con le nuove leve che ci sono adesso all’interno del CAI Alpago, giovani che hanno appunto nuove idee, speriamo che questo venga sempre mantenuto negli anni e che in futuro sia frequentato da sempre più persone. Perché comunque portare in montagna persone con disabilità credo che sia una delle cose più belle che possiamo fare. Per noi tutto è facile, tutto è semplice, perché siamo fortunati ad avere la possibilità di raggiungere qualsiasi posto. Mentre loro hanno sempre qualche difficoltà e quindi avere anche questa opportunità credo sia importante”.
A conferma, lo abbiamo chiesto ai soci di Retina Veneto, a partire dal loro presidente Antonio Ongaro. Come è andata l’escursione di oggi?

“E’ stata una giornata eccezionale! Un’esperienza bellissima, grazie al CAI Alpago che ci ha permesso su questo sentiero di approfittare, oltre che di un percorso accessibile per noi disabili non vedenti, anche della natura stessa, dell’ambiente, che è molto importante, grazie alle istruzioni delle guide che altrettanto sono importanti”.
Presidente Ongaro, vi capita spesso di organizzare queste uscite?

“Sono venuto altre volte. Quest’anno e già la terza esperienza che facciamo in queste zone dell’Alpago e in Cadore. E’ un programma che noi abbiamo fatto come Associazione Retina Veneto Aps per dare la possibilità alle persone come me, non vedenti e ipovedenti, di camminare in mezzo a questi percorsi della sensibilità.
Chi c’è qui con lei oggi?

“Alla mia sinistra c’è la signora Furlanetto Pierina (consigliere di Retina Veneto) e alla mia destra c’è Rosanna De Vido. Anche loro hanno problemi come me di vista ed eravamo insieme a fare questi percorsi”.
Signora Furlanetto, che valore hanno per lei queste escursioni?

“Mettermi alla prova è sempre un bel traguardo e nelle ultime due uscite che ho fatto ho sempre trovato di fianco a me delle splendide persone. La volta scorsa c’erano i Carabinieri forestali e questa volta avevo Gabriela che mi controllava la velocità. Perché da brava agonista parto sparata e poi mi brucio subito e non ce la faccio. Invece lei con molta calma mi ha portato ad avere il passo giusto per salire. Poi è stato bello sentire i racconti dei pezzi del sentiero che stavamo facendo. Qui è la seconda esperienza che faccio. Ero venuta l’anno scorso a Pieve d’Alpago ed è sempre molto bello. Passeggiando per carità, senti la natura, senti che sei in un bel posto. Magari come me, vedi comunque un po’ quello che ti circonda, ma non vedo tutto e non riesco ad apprezzare. Per esempio c’è stato un punto dove mi hanno detto “vedi che c’è il lago di Santa Croce, guarda che bene che si vede!”, ma io non lo vedevo ovviamente, era troppo distante. Però sapere che c’è qualcuno che ti descrive quello che è accanto a te è una cosa molto bella. Quindi ben vengano queste uscite. Per noi sono molto importanti. E poi, come ho detto prima, ci mettiamo alla prova anche fisicamente, perché sono una persona che ancora lavora e di giorno sono seduta per tante ore ad una scrivania in ufficio. E queste uscite fanno bene alla salute”.
Signora De Vido, c’è qualcosa che ha apprezzato particolarmente durante questa camminata?

“E’ stato bellissimo! Mi è piaciuta tantissimo la compagnia e l’accompagnamento, le persone che mi hanno fatto le descrizioni e le attenzioni ricevute. Partecipo anche in altri contesti, con altre associazioni, in altri cammini. Quindi quest’anno a questa cosa organizzata da Antonio ho potuto partecipare solo due volte e questa è la seconda. E mi è piaciuto molto, perché nel trevigiano, o nel Veneto addirittura, non ci sono cammini organizzati per ipovedenti e non vedenti. Cosa invece che è una realtà nel Centro e Sud Italia. Qui credo non ci sia nulla, e quindi ci tenevo tantissimo”.
Cosa significa per lei un cammino per ipovedenti e cosa ha rappresentato questa esperienza lungo il Sentiero della Sensibilità?

“Cammini accessibili, perché non sono impegnativi e sono di lunghezza breve o media, col sentiero bello largo. C’è la guida che ti fa le descrizioni e che ti spiega. Bello, io sono entusiasta e quindi vado velocissima, mi piace e partecipo molto volentieri. Spero che si continui su questa strada, perché è importante, almeno per me è importante. Anche perché, a differenza di Pierina, non sono un atleta e ho avuto la fortuna, attraverso l’associazione, di cimentarmi a fare una pseudo atleta. Pseudo, perché sono arrivata tardi. Questo mi ha dato modo di esprimermi e di uscire dalla mia chiusura. Ero molto chiusa a causa della mia malattia e questo ambiente mi ha aiutato tantissimo, i cammini mi hanno aiutato tantissimo. Mi piacerebbe che fosse raggiunto anche da altre persone che hanno questi problemi, perché è importante, oserei dire vitale quasi”.
Ulteriori informazioni sulle attività e il supporto svolti da Retina Veneto Aps e dal CAI Alpago si possono trovare sui siti ufficiali: www.retinaveneto.com e www.caialpago.it.