Luca Mercalli è un meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico di fama nazionale. Giornalista e presidente dell’associazione Società Meteorologica Italiana, dirige la rivista Nimbus e si occupa di ricerca sulla storia del clima e dei ghiacciai delle Alpi. È anche autore di un libro destinato ai giovani per sensibilizzarli ai problemi legati al cambiamento climatico. Del libro parleremo oggi nella rubrica dedicata. Per chi fosse curioso si può anche visitare il sito https://www.tatailab.com/prodotto/il-tuo-clima.Per http://www.enordest.it ha rilasciato un’intervista in esclusiva in cui spiega perchè c’è appena il tempo per limitare i danni.
Professor Mercalli in che cosa consiste il suo mestiere?

“Mi occupo di studiare i paleoclimi, cioè i climi del passato in particolare nella regione alpina, attraverso l’osservazione della dinamica dei ghiacciai e l’analisi statistica di serie storiche di dati e archivi climatici. Accanto all’attività di ricerca dedico molto tempo alla didattica e all’informazione sulla carta stampata, in radio e tv, sul web e in eventi culturali.
Cosa dobbiamo aspettarci adesso dal clima?

“Il 2022 è stato in Europa occidentale e in gran parte d’Italia l’anno più caldo e secco da quando disponiamo di dati climatici, ovvero oltre 250 anni. La tendenza al riscaldamento globale è ormai chiaramente in atto da 30 anni e quindi purtroppo proseguirà negli anni a venire con il suo corredo di eventi estremi”.
Professor Mercalli, quanto tempo abbiamo per metterci in regola?

“Più che metterci in regola si tratta di limitare i danni. L’accordo di Parigi sul clima ci dice infatti che ormai una parte di guasto climatico non è più evitabile, circa 2 gradi di riscaldamento e mezzo metro di livello marino in più entro il 2100, ma solo se diminuiremo drasticamente le emissioni nel più breve tempo possibile, azzerandole per il 2050. Se non lo faremo l’aumento di temperatura globale supererà invece i 4 gradi e il livello marino aumenterà di oltre un metro, con conseguenze catastrofiche sulle giovani generazioni”.
Quale generazione ha sbagliato di più?

“Il problema delle emissioni di gas serra nasce con la Rivoluzione Industriale basata sulle energie fossili. Però la consapevolezza delle conseguenze climatiche emerge alla fine dell’Ottocento e diventa pienamente matura dal punto di vista scientifico dopo la Seconda Guerra Mondiale, quindi direi che le più responsabili sono le generazioni del Novecento”.
Professor Mercalli, quanto sta accadendo da una parte all’altra del mondo è quello che ci aspetta nei prossimi anni? E in Italia?

“Certamente, semmai via via si intensificherà. Quello che stiamo vedendo ora è solo l’anticipo. Tutti gli scenari climatici che emergono dai modelli di simulazione del clima sono concordi. Per quanto riguarda l’Italia in particolare, il Mediterraneo è molto esposto al cambiamento climatico, viene definito un “hot-spot”, cioè una regione dove gli eventi estremi si verificheranno con maggior frequenza e intensità”.
Venezia in particolare con i suoi problemi, l’acqua alta, il turismo….

“Venezia è simbolo di fragilità in relazione all’aumento del livello marino, che la esporrà ad acque alte sempre più frequenti. Il Mose potrà limitare i danni per alcuni decenni, ma poi andrà fuori uso perché non è stato progettato tenendo conto dell’aumento permanente del livello delle acque derivante dalla fusione delle calotte polari”.
Professore Mercalli, perché ha ambientato il libro a Venezia

“Venezia è una parte del mio viaggio a fumetti nel futuro del clima: è un esempio noto a tutti che permette di capire quanto rischiano tutte le comunità costiere”.