Una nave scompare durante una spaventosa tempesta di bora con tutto il suo equipaggio nel marzo del 1852. Non è un’imbarcazione qualsiasi, ma la stupenda “Marianna”, la prima nave a vela e a motore (a pale) della marineria austro-ungarica. Vero gioiello più volte passato anche all’Arsenale di Venezia per interventi di adattamento. I fondali dell’Alto Adriatico sono una vera miniera di segreti, come l’oscura vicenda che vede protagonista l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria e la sua nave imperiale. Storia avvincente che sembra un romanzo, venuta alla luce grazie a un libro straordinario: “SULLA NAVE DELL’IMPERATORE” (Luglio Editore) realizzato da Andrea Falconi e Pierpaolo Zagnoni con la collaborazione del capitano Nicola Odoardo Falconi.
La nave imperiale e la sua ricerca

La preziosa copertina suggerisce subito la particolarità della vicenda e la cura nella scelta del materiale illustrativo frutto di una ricerca molto elaborata e rigorosa dal punto di vista scientifico. Una gioia per il lettore, ma anche una bella soddisfazione per gli autori che si sono piazzati sul podio, nel settore Saggistica, con un brillante secondo posto al “Premio Carlo D’Asburgo”.
La nave imperiale premiata

Così il Presidente della Giuria professor Mario Iannaccone: “ Un bellissimo libro, con un eccellente apparato di note, documenti, una ricchissima iconografia che comprende riproduzioni di lettere, cataloghi, fotografie, immagini e quadri. Un libro che non può mancare nella biblioteca di un appassionato di storia moderna e che ha una cura eccellente”.
Un premio importante per gli autori e per il prestigio della ricerca subacquea veneziana dei fratelli Andrea e Nicola Falconi. Lunghe e appassionate indagini hanno portato gli autori a identificare il relitto di questa nave misteriosa nelle acque al largo del Delta del Po, una storia persa nel tempo e nell’oblio e assolutamente straordinaria.
Il Capitano Falconi
Il capitano Andrea Falconi è ben noto in Italia e all’estero per le ricerche e scoperte sottomarine e per il suo libro “I relitti del golfo di Venezia” editato dalla Regione del Veneto.
L’evento si presta egregiamente alla valorizzazione storica dei nostri litorali, unitamente all’esatta mappatura delle famose tegnue.
Una ricerca dettagliata per la nave imperiale

La ricostruzione della vicenda è dettagliata e minuziosa, Andrea Falconi e Pierpaolo Zagnoni sono esperti esploratori subacquei e protagonisti della campagna di ricerche nelle acque venete. Determinante la collaborazione del capitano Nicola Odoardo Falconi, cultore di storia militare, insieme sono riusciti a comporre tassello per tassello la storia del Marianna.
Un relitto dalla grande importanza

SULLA NAVE DELL’IMPERATORE descrive minuziosamente le vicende di un relitto di grande importanza per le marinerie, oggetto di studio, nonché risorsa per il turismo subacqueo. Sorprendente la vicenda che si dipana ai tempi del dominio austriaco coinvolgendo direttamente Francesco Giuseppe in viaggio di rappresentanza nei suoi domini. Dopo essersi recato a Verona, il giovane Imperatore raggiunse Venezia con i suoi dignitari in visita trionfale, protagonista anche di un corteo in gondola.
La storia

Il programma prevedeva la partenza per Trieste il giorno successivo, ma in seguito alle avverse condizioni del tempo, in progressivo peggioramento, l’ammiraglio responsabile della flotta imperiale sconsigliò vivamente la partenza. L’imperatore sottovalutò l’avvertimento e volle ugualmente salpare imbarcandosi sul Volta, una nave abbastanza nuova e di buon tonnellaggio, considerata quindi molto sicura. La flotta lo seguì, ma dopo ore di navigazione le condizioni del mare e del vento peggiorarono, forte vento da est e mare in burrasca. Nonostante i gravi danni riportati dalle imbarcazioni, quasi tutta la flotta riuscì a mettersi in salvo: il Seemöve, il Volta, il Santa Lucia, il Vulcano. Sorte avversa invece per il Marianna inghiottito dal mare con circa 120 uomini. Difficili e vane le ricerche, solo dopo quindici giorni alcuni pescatori troveranno alcuni pezzi della nave impigliati nelle reti.
Definita dagli storici una scoperta sensazionale, questa vicenda ci porta nelle oscure profondità dell’Adriatico, dove gli avvenimenti sono misteriosi e densi come i fondali
La giuria del Premio Carlo D’Asburgo, promosso dall’Associazione culturale Lidenbrock, ha lavorato molto, una durissima selezione per quella che è stata definita: un’edizione bellissima e di grande qualità. Il Premio ha una valenza anche simbolica, dedicato alla memoria del beato Carlo d’Asburgo, la cui memoria liturgica è celebrata proprio in questi giorni, il 21 ottobre, data del suo matrimonio con la principessa Zita di Borbone-Parma.
Si tratta dell’ultimo sovrano della monarchia austro-ungarica, ne subì il crollo pur essendo molto diverso dai suoi predecessori per dirittura morale e visione sociale, non assolutista ma confederale. È stato beatificato nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II.
Leggiamo nel profilo degli autori alcuni dati strepitosi

Andrea Falconi è una miniera di sorprese, ha scoperto un vulcano sottomarino davanti alla costa di Salerno e la discarica con i resti del campanile di San Marco crollato nel 1902 al largo del Lido di Venezia. Già ufficiale dello Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, pilota dei mezzi di recupero della Cam Idrografica, è archeologo e appassionato subacqueo. È stato il primo a ottenere la certificazione italiana per le ricerche e la qualità dei rilievi batimetrici sottomarini. Con i suoi mezzi specializzati pattuglia da sempre i fondali dell’Adriatico, al suo attivo il ritrovamento di numerosi relitti anche di epoca romana.
Chi è il ricercatore della nave imperiale
È figlio del grande Ferruccio Falconi, mitico capo Pilota del Porto di Venezia, da sempre promotore di iniziative culturali, scrittore poeta e grande ambientalista. Se volete fare un viaggio straordinario, visitate la sua creazione unica al mondo, il Museo – Laboratorio Navale Falconi, al Lido di Venezia, preziosa raccolta dedicata alla marineria. Qui possiamo trovare qualsiasi reperto, dal più piccolo alle sei tonnellate del motore Ansaldo sei cilindri della nave scuola Marinaretto e persino un sottomarino completo.
La nave imperiale come un libro che ci porta lontano
Emily Dickinson ha scritto che non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane. “SULLA NAVE DELL’IMPERATORE” ne è la testimonianza diretta, fascino e storia in ogni pagina, con la consapevolezza che anche se siamo blasonati e responsabili di un impero, dovremmo sempre seguire le raccomandazioni dell’ammiraglio in caso di burrasca.
Dott.ssa Elisabetta è estremamente interessante, sia il libro con la scoperta di questa nave e il ricordo delle vittime, sia l’attività di questi archeologi del mare. I tre autori riescono ad aprire l’archivio del mare, come fanno gli storici all’interno di una biblioteca, ma qui si mettono in campo sia competenze tecnologiche, ma anche fisiche, oltre alla conoscenza della storia. Conoscevo già la vicenda degli avanzi dell’antico campanile di San Marco smaltito al largo, ma qui invece ci sono scoperte che sono meno documentate, perciò prima del racconto è necessario investigare fisicamente, cercando in fondo al mare. Molto importante anche il Museo veneziano Laboratorio Navale Falconi, al Lido di Venezia, che raccoglie i resti di grandi navi.
Mi fai scoprire cose che non conoscevo! Mercì
In ritardo, ma con lo stesso piacere della lettura. Complimenti!