La crisi di governo ha fatto irruzione improvvisa e violenta nella nostra vita quotidiana. L’ha scossa con le sue conseguenze e, soprattutto, ci porterà dritti alle urne il 25 settembre per eleggere il nuovo Parlamento. Una crisi per molti aspetti poco compresa, capace un’altra volta di dividere l’Italia, di porre domande anche complesse: cosa succederà adesso in un Paese alle prese con la pandemia mai superata, con la guerra in Ucraina, con l’inflazione, con la siccità, con tante riforme bloccate proprio dalla fine del Governo Draghi?
Crisi anche interne

Freneticamente i partiti sono alle prese con le loro crisi e con le loro alleanze. Si sta riproponendo un dualismo che ricorda gli anni passati. Questa volta sembra ancora più radicale: una coalizione di Centrodestra e un’altra di Centrosinistra, sempre che si riescano a chiudere le alleanze. Intanto, le coalizioni devono fare i conti anche con una novità tutta da sperimentare: si voterà per la prima volta col Parlamento ridotto dalla riforma, più di un terzo di deputato e di senatori in meno.
La nuova formula

La legge 51 del maggio 2019 prevede il passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. Questo comporta grossi problemi al momento della scelta delle candidature nei collegi. Il solo Veneto, per esempio passerà da 50 a 32 deputati e da 24 a 16 senatori. Difficile comprendere quali saranno le scelte, meno difficile prevedere una campagna elettorale particolarmente intensa e non priva di colpi bassi da tutte le parti.
Una crisi che comporta nuove strategie

Questo spiega anche certe aggregazioni, anche il passaggio di esponenti politici di primo piano da un partito a un altro. La situazione particolare motiva anche situazioni fino a ieri impensabili, l’emergere di soggetti politici nuovi, apparentamenti non facilmente pensabili. Sarà anche dal punto di vista della comunicazione una campagna elettorale strana, con forte pressione dei social, con invasione delle fake news, fenomeno già visibile in questi primi giorni. Con ingerenze non sempre facilmente controllabili.
Il dibattito
Sulla crisi enordest.it ha aperto un dibattito, ha incominciato a chiedere l’intervento di chi la crisi l’ha vissuta in diretta, di chi l’ha avvertita nelle istituzioni, di chi ne sente le conseguenze nella vita di ogni giorno, da dietro una cattedra, da dietro la scrivania di sindaco.
Ecco ad aprire la nostra rassegna sulla crisi: i deputati Andrea Ferrazzi (Pd), Alex Bazzaro (Lega), Andrea Causin (Coraggio Italia). La settimana prossima sarà la volta del capo dell’opposizione alla Regione Veneto Arturo Lorenzoni, l’ex presidente dei sindaci del Veneto ed ex sindaca di Mirano, Maria Rosa Pavanello.