Nonostante la caduta del Governo, incalzano le scadenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In particolare, come spiega il coordinatore del Nucleo PNRR Stato-Regioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Bocchieri, entro il 16 agosto dovranno pervenire le domande del bando da 130 milioni di euro per le Green Communities. Tempi stretti ma inderogabili. Perché altrettanto stretti saranno i tempi nei quali dovranno essere valutate e quindi individuate le almeno trenta green communities previste. Parliamo del 30 di settembre. Ma garantisce una facilitazione nella parte burocratica e nella predisposizione delle proposte.
L’importanza del PNRR

Inoltre, le risorse saranno ripartite utilizzando lo stesso schema del FOSMIT, particolarmente apprezzato in Conferenza delle Regioni unificata, perché non stila una graduatoria nazionale. “Lo scopo è anche quello, in questa regionalizzazione, di sollecitare appunto l’orizzontalità e cioè un coinvolgimento non soltanto dell’aggregazione di comuni, che può essere estesa ad altri enti pubblici. Perché il PNRR è comunque un piano tra amministrazioni e questo è un punto caratterizzante del PNRR regionale che secondo me deve essere sempre valorizzato”.
La discussione a Longarone Fiere Dolomiti

Se ne è parlato nel recentissimo convegno a Longarone Fiere Dolomiti un paio di settimane fa e organizzato da UNCEM – Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani. Una partita fondamentale per il suo presidente Marco Bussone, perché le Green Communities permettono ai territori montani di rimanere in dialogo con le aree urbane, comporre un nuovo patto, intercettare opportunità e risorse che arrivano dal PNRR. Ma soprattutto perché rientra nell’ambito della sfida della crisi climatica. “Un’emergenza gravissima che vede la montagna, come anche la tragedia della Marmolada ha mostrato, protagonista è anticipatoria, sia nelle sfide, sia nelle risposte che deve dare. Con le Green Communities ci proviamo e insieme ai sindaci componiamo una strategia di futuro”.
L’intervento di Vigne

A ricordare i numeri della montagna veneta il presidente regionale di UNCEM, Ennio Vigne. “I comuni montani sono il 25% del totale, circa 500.000 abitanti, per un terzo della superficie della regione”. Quindi un’attenzione particolare per queste opportunità, come lo sono anche le comunità energetiche, che il territorio deve saper cogliere facendo rete. Su questo sembra che la politica non abbia dubbi: sinergia tra enti, valorizzazione delle risorse, salvaguardia dell’ambiente.
PNRR e Bottacin

L’assessore regionale Giampaolo Bottacin ribadisce, infatti, quanto siano necessari per l’ambiente interventi straordinari e sempre più urgenti, ma non basta. “Quando pensiamo ai boschi, all’acqua, al paesaggio dell’ambiente montano, pensiamo a delle risorse che possono essere valorizzate, sfruttate nel senso nobile del termine, preservate, conservate. Che poi è quello che il cittadino della montagna ha sempre dimostrato di saper fare nel corso dei secoli”.
Il parere di Bond

E per l’on. Dario Bond, presidente del Fondo Comuni di Confine, tutti i Comuni dovrebbero avere un assessorato alla transizione ecologica. Ma mette in guardia anche sui fondi del PNRR, perché ad un certo punto finiranno e serve quindi una regia almeno regionale per realizzare progetti che si autosostengano. “Dobbiamo cominciare a costruire dei tavoli territoriali per trattare questo tema. Per affermare che per queste nostre risorse, se le manteniamo bene, se le valorizziamo, dobbiamo avere anche qualcosa in cambio”. E se da un lato le amministrazioni locali dovranno correre per non mancare l’obiettivo delle green communities, dall’altro c’è il tempo per ragionare su un’altra grande opportunità per i territori montani: le Comunità Energetiche Rinnovabili. Previste dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE), sono state introdotte in Italia con il Decreto-legge 162/2019.
Per Comunità Energetica Rinnovabile, in acronimo CER, si intende un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
PNRR opportunità per il bellunese

Per queste il bando deve ancora uscire, ma il Consorzio BIM Piave Belluno, in collaborazione col Centro Studi Bellunese, ha voluto approfondire per tempo il tema attraverso un convegno, sempre presso la Fiera di Longarone, dal titolo “Le Comunità Energetiche Rinnovabili. Un’opportunità per il territorio bellunese”. Perché si tratta di un passo avanti verso un nuovo scenario energetico basato sulla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo di energia a chilometro zero e di reti intelligenti.
Staunovo, presidente del BIM

Per il presidente del BIM, Marco Staunovo Polacco era quindi necessario introdurre il tema con tutti gli attori potenzialmente coinvolti viste le “opportunità per un territorio come quello bellunese che già oggi produce 2,5 volte l’energia che consuma e lo fa attingendo unicamente da fonti rinnovabili”.
Padrin e PNRR

Ancor più per il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin: “In un periodo di rincari e prezzi folli per luce e gas, il tema delle comunità energetiche è quanto mai attuale. Una necessità, che un territorio montano come il nostro ha il dovere di far diventare una opportunità, visto che le dimensioni ridotte dei Comuni possono rappresentare una condizione ottimale per sperimentare forme particolari di produzione e autoconsumo di energia”.
Che si parli di Comunità Energetiche Rinnovabili o Green Communities, risulta evidente che centrale è la sfida ambientale

Tradotto in gergo europeo, del Green Deal, e un ruolo fondamentale lo giocheranno le foreste. A sottolinearlo il presidente di Longarone Fiere Dolomiti, Gian Angelo Bellati. “Sfida che noi come Fiera affrontiamo anche dal 9 al 12 di settembre in occasione di Fiera e Festival delle Foreste”. Una manifestazione che metterà insieme tutti: Ministeri, Commissione Europea, UNCEM, Associazioni di Categoria, aziende e tanti altri.