Siena, città delle meraviglie, dove l’occhio di stupisce davanti all’Angelo del Trionfo di Salvador Dalì, scenografica scultura in bronzo collocata all’ingresso del Palazzo delle Papesse. Sembra spiccare il volo per raggiungere il firmamento con una musica celestiale. Virtualmente possiamo farlo anche noi salendo sull’altana dell’antico edificio, che offre una straordinaria veduta del Duomo e dell’intera città. In questo luogo magico, nel 1633 un ospite illustre fece lezione di astronomia a docenti e allievi con un telescopio puntato sulla luna: era Galileo Galilei.
Partiamo da Galileo

Dopo la storica condanna del Santo Uffizio, lo scienziato pisano fu ospite nel Palazzo delle Papesse che era la residenza senese dell’Arcivescovo Ascanio II Piccolomini, suo estimatore, amico e allievo. L’Arcivescovo che era un uomo di grande spessore intellettuale, fece di tutto per rasserenare Galileo, dalle degustazioni di vini squisiti, all’arrivo a Siena del suo celebre cannocchiale utilizzato nel mese di agosto per le osservazioni celesti, soprattutto della luna. Che estate indimenticabile per allievi e docenti quella del 1633. Poter fare un viaggio nel tempo e provare quella sensazione!
Il filo che unisce Galileo a Dalì
Una straordinaria mostra esaudisce il nostro desiderio regalandoci emozioni ineguagliabili: “Dalí a Siena: da Galileo Galilei al Surrealismo”.

Con questo grande evento è stato riaperto nel settembre del 2020 lo storico Palazzo Piccolomini, sede per 100 anni della Filiale di Siena della Banca d’Italia che recentemente ne ha restaurato il prospetto principale su via di Città e su via di Castoro, riportando l’edificio al suo antico splendore. Si tratta di un appuntamento che continua ad affascinare il grande pubblico con un successo testato già dalla riapertura nella primavera scorsa, consentendo a Dalí Universe di annunciare la proroga fino al 30 aprile 2023.
Una delle più grandi collezioni di Dalì
La mostra è curata dalla Fondazione di Beniamino Levi, che gestisce una delle più grandi collezioni private al mondo di opere d’arte di Dalí e si avvale del patrocinio di Banca d’Italia, Comune di Siena e Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena.
Dalì imperdibile per chi passa per Siena





In questi ultimi mesi, l’appuntamento con il genio del Surrealismo costituisce una tappa irrinunciabile lungo il percorso seguito dagli ospiti che giungono a Siena. Con la progressiva ripresa del turismo, è notevolmente aumentato l’afflusso di visitatori nelle sale del palazzo che fu della famiglia Piccolomini, successivamente acquisito al patrimonio immobiliare della Banca d’Italia. In esposizione circa centocinquanta fra le più importanti opere del Maestro catalano, opere che raccontano il suo grande interesse per la matematica, la fisica e la psicoanalisi, materie da lui studiate a fondo in una costante ricerca. Salvador Dalí si ispirò a studi e concetti dell’astronomo pisano, elaborando magnificamente alcuni concetti nelle sue creazioni.
L’organizzatore
Spiega Ferruccio Carminati, Organizzatore della mostra e Cultural Director di Dalí Universe: “Nelle sue opere è possibile leggere tutte le più grandi scoperte del suo tempo, concetti estremamente complessi che Dalí riesce a sublimare in immagini semplici, surreali, estremamente evocative: gli orologi molli, che rappresentano il tempo e la sua relatività, i cassetti, simbolo dell’inconscio, i continui riferimenti alla matematica, con gli studi sui solidi platonici, sulla sezione aurea, sull’infinitamente grande e sull’infinitamente piccolo”.
L’angelo di Dalì

Le ali del grande angelo all’ingresso del Palazzo delle Papesse rappresentano il meglio dell’espressione artistica di Dalí, grazie a perfezione geometrica e aspirazione celeste. La tromba che collega la terra e il cielo con grazia e leggerezza, svela gli arcani di un genio coinvolto da tutte le forme artistiche: pittura, scultura, arredi, illustrazioni, scenografie. Ogni mezzo espressivo diventa un modo per svelare la propria anima sublimandola con la narrazione surreale.
Visitando queste sale possiamo magicamente sentire anche l’eco dei passi di Galileo

Ecco cosa scrive il Direttore dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Siena Alessandro Marchini: “Durante il suo soggiorno senese Galileo poté proseguire i suoi studi di meccanica: nei suoi trattati fu il primo a intuire che lo spazio e il tempo non sono riferimenti assoluti e per questo è da ritenersi il primo scienziato a introdurre e spiegare il concetto di relatività. Le sue teorie influenzarono Newton prima, Einstein qualche secolo più tardi, arrivando a destare grande interesse in Salvador Dalí, soprattutto nella fase più matura della sua vita. Dopo la fortissima emozione provocata in lui dalle esplosioni atomiche della Seconda Guerra Mondiale, la relatività dello spazio e del tempo plasma infatti molte delle sue opere”.
Dalí, un genio capace anche di far volare gli elefanti


In mostra a Siena il suo strepitoso “Elefante Spaziale” e “Il Profilo del Tempo” sublimato da metalli e pietre preziose come oro e diamanti. L’artista era tormentato dallo scorrere del tempo, ossessione che lo porterà all’icona universalmente nota dell’orologio molle. Molto prolifico il periodo degli anni ’60. Il maestro catalano rielabora i temi della sua carriera e grazie alla stretta collaborazione con Beniamino Levi, suo ammiratore e mercante d’arte, sviluppa un interesse per l’arte tridimensionale avvicinandosi ulteriormente al mondo della scultura.
Beniamino Levi dirige The Dalí Universe, società specializzata in Salvador Dalí








Mercante d’arte e collezionista, Levi ha lavorato con Dalí negli anni ’60, dedicando la sua vita a collezionare le sue opere concentrandosi in modo particolare sulle creazioni tridimensionali. L’attuale collezione Dalí Universe è il risultato di anni di dedizione e impegno da parte di Levi, che iniziò a raccogliere le opere dell’artista quando aprì la Galleria Levi a Milano nel 1955. Non è solo un esperto d’arte moderna a livello mondiale, lui c’era quando tutto è successo!
Un maestro in tutto








Grazie a questa collezione prodigiosa scopriamo che l’indiscusso maestro del Surrealismo, non si limitò solo alla produzione di quadri o di opere d’arte bidimensionali. Vetro-cristallo, mobili, gioielli e soprattutto sculture in bronzo: la sua arte scaturiva da qualsiasi strumento avesse a disposizione. Le opere della collezione, prestate a più di cento importanti musei internazionali, hanno girato il mondo e sono state ammirate da oltre dodici milioni di visitatori.
Il parere di Beniamino Levi
Significative le parole di Beniamino Levi che davvero invidiamo per il privilegio di averlo conosciuto: “Per chi come me ha conosciuto personalmente il maestro Salvador Dalí, diventandone anche amico, ogni volta che si completa un percorso allestitivo e si inaugura una nuova mostra, è come far risalire alla memoria e ridare luce a un segmento di quel lungo cammino che mi ha visto affiancato al grande maestro del surrealismo. Un cammino iniziato tanti anni fa e mai esauritosi come inesauribile era la sua vena creativa e la sua capacità di ripensare la realtà alla luce della sua fantasia onirica restituendola poi trasformata in arte. Ogni nuova mostra che si inaugura è non solo un altro omaggio al genio, ma anche un nuovo appuntamento per la diffusione e la conoscenza delle sue opere”.
Dalì e Hitchcock

Gli appassionati di Alfred Hitchcock non possono certo dimenticare “Spellbound” che in inglese dovrebbe significare “incantato” molto più suggestivo dell’italiano: “Io ti salverò”. Per il film, girato nel 1945 con Ingrid Bergman e Gregory Peck, il regista cercava un modo nuovo e originale di rappresentare i sogni raccontati dal protagonista, qualcosa che andasse oltre la solita nebbia hollywoodiana dalle immagini confuse. Le scene create da Salvador Dalì, suggestive e inquietanti, impreziosiscono il lavoro cinematografico di Hitchcock rendendolo indimenticabile.
Gli occhi
La suggestione dei grandi occhi realizzati per il film, possiamo provarla anche alla mostra senese grazie alle opere presenti in mostra. Del resto, il cinema si addice allo stile di questo spirito libero nato l’11 maggio 1904 a Figueres nella Catalogna. Molto prima di Hitchcock, Dalì aveva lavorato con un altro grande regista, Luis Buñuel, periodo in cui conosce anche Federico García Lorca. A Parigi frequenta i maggiori artisti del tempo come Picasso, Miró, Magritte, avvicinandosi al movimento surrealista, di cui diventerà uno dei massimi esponenti.
Il Palazzo


Ma torniamo a Siena a Palazzo delle Papesse, nome che evoca Caterina e Laudomia, sorelle di Papa Pio II. Fu Caterina a dirigere tutta l’impresa della costruzione. Un tipico esempio di architettura rinascimentale di gusto fiorentino che presenta sulla facciata in pietra gli stemmi dei Piccolomini. Fu residenza della nobile famiglia senese, tra le più influenti della città, banchieri della corte papale. Il Palazzo ospitò anche l’Archivio di Stato. Nel 1884 venne acquistato dalla Banca d’Italia e per cento anni ha ospitato la sede della Filiale.
Il ritorno a Galileo

Nei luoghi della magica Siena, come non tornare al mondo di Galileo Galilei. Un genio che scatenò le ire dell’Inquisizione, sospettato di eresia e accusato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica. Processato e condannato dal Sant’Uffizio e costretto in ginocchio all’abiura delle sue concezioni astronomiche. La “teoria copernicana” tanto osteggiata perché toglieva supremazia al pianeta terra e alla centralità voluta dalle Sacre Scritture. Pensare che pochi anni prima, lo scienziato era a Venezia sul Campanile di San Marco per mostrare a un gruppo di nobili i prodigi del nuovo cannocchiale. Regalandolo poi al Doge.
La Chiesa ha chiesto scusa a Galileo, ci ha messo 359 anni. Il 31 ottobre 1992, Papa Wojtyla, durante la sessione plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze ha riconosciuto gli errori commessi. Fortunatamente anche nel Seicento esistevano menti illuminate, come l’Arcivescovo Piccolomini che era un uomo sensibile e di grande cultura. Possiamo immaginarli insieme mentre sorseggiano vino e osservano il cielo con il telescopio da quell’altana leggendaria affacciata sulla città.
Dalí a Siena: da Galileo Galilei al Surrealismo. A cura della Fondazione di Beniamino Levi.
Prorogata fino al 30 aprile 2023
Palazzo delle Papesse Via di Città, 126 Siena
info@daliasiena.it www.daliasiena.it
Dott.ssa Elisabetta oggi ho letto con interesse il suo articolo intorno alla straordinaria mostra: Dalí a Siena: da Galileo Galilei al Surrealismo. Dopo i gravi fatti di cronaca legati alla vicende economiche del Monte dei Paschi, abbiamo cambiato Istituto di credito, quindi complimenti alla Banca d’Italia per aver voluto mettere a disposizione questo prezioso palazzo per un percorso culturale così importante. Ieri il Palio e la contrada Drago hanno riportato l’attenzione su Siena, qualche giorno fa, dal 27 Giugno,fino alla fine di Luglio, si potrà ammirare di nuovo il pavimento del Duomo di Siena con un percorso verso la sapienza e il sapere. Tra le figure intarsiate nel marmo che mi sono care e forse meno conosciute c’è l’immagine del filosofo Ermete Trismegisto. Quindi questa fantastica mostra su Dalì si inserisce in questo straordinario percorso culturale che la città toscana riesce ad offrire ai suoi turisti. Dopo la morte tragica di Giordano Bruno, che filosoficamente aveva intuito l’infinità del mondo, Galileo cercò di confutare la teoria tolemaica con il suo rigoroso metodo sperimentale, ma alla fine ritenne più opportuno scegliere di vivere una quarantina danni di più di Giordano Bruno. I richiami di Dalì alle Scienze e ai Saperi, sia pure trasfigurati nel sogno, lasciando libero l’inconscio, ci rimandano sempre ai veri scienziati, rigidi, precisi. Anche la citazione e il collegamento tra Dalì e Hitchcock, a mio avviso collegano un teorico della tecnica cinematografica con un mondo onirico di altissimo livello artistico. Belle le foto che sono poste a corredo dell’articolo. Certo credo che sia una mostra da vedere assolutamente. Dott. Elisabetta complimenti per la Sua cronaca artistica.
Di Salvador Dalí ricordo la fertilità dell’immagine e la copiosita`della sua infinita fantasia che rinnova nel campo del soprannaturale e del mistico la carica emotiva del sogno e della surrealta’.Nelle opere da me viste,traspare,a mio avviso,una sensibilità provocatoria ed ironica nel rappresentare una realtà da lui vissuta tra oggettività ed allucinazione. Mi piace di più come incisore,estremamente raffinato ed elegante
Grazie Elisabetta mi hai regalato un ottimo viaggio a Siena! Sei tanto stimolante!!!
Grazie Elisabetta, un viaggio stimolante con un genio visionario