Chiamatelo un po’ come volete, “El Tino”, “Fausto”, “Tiramolla” (come il famoso personaggio dei fumetti inventato negli anni cinquanta da Roberto Renzi e Giorgio Rebuffi), “El Pulpo”, “Tripode”, ma lui per tutti i tifosi del Parma calcio e non solo, resterà sempre Fausto “Tino” Asprilla, con un cognome che assomiglia molto all’Aspirina e non a caso il suo era un calcio particolarmente “effervescente”.
Il grande Tino

Proprio in questi giorni è uscito il libro dedicato alla vita di questo “spericolato calciatore colombiano e intitolato “Il pallone ai tempi di Tino Asprilla” scritto dal giornalista milanese Enzo Palladini (oggi a NewsMediaset dopo un passato trascorso al Corriere dello Sport) per la casa editrice veneziana “Incontropiede”.
Un omaggio a Marquez

Il titolo ci rimanda un po’ ad un grandissimo scrittore, un gigante della letteratura quale è stato Gabriel (Gabo per tutti) Garcia Marquez, non a caso colombiano(unico premio Nobel di questo paese sudamericano) che scrisse il famoso libro “L’amore ai tempi del colera”.
Il libro di Palladini inizia proprio con uno breve spaccato della Colombia e di Marquez e non solo. Si parla anche del caffè famoso in Colombia ed esportato in tutto il mondo ma anche del traffico di cocaina e dei famosi “cartelli” di narcotrafficanti collegati a questo illecito mercato.
Tino e la Colombia
Tino Asprilla nasce in questo difficile paese e ben presto si mette in mostra per le sue capacità balistiche, ma purtroppo anche per la sua passione per le armi che nei tempi a seguire gli procurarono più di qualche “fastidio” (su questo ci viene in mente il grande Gianfranco “Zigo” Zigoni, trevigiano che oltre ad essere un vero funambolo nel calcio ma anche nella vita era appassionato di armi).
La storia

Asprilla da giovanissimo entrò a far parte della nazionale colombiana grazie alla spinta portata dall’Atletico Nacional de Medellin dove giocò dall’età di vent’anni dove entrò nel 1989. Tre anni dopo nel 1992 il suo talento colpì Giambattista Pastorello all’epoca direttore generale del Parma, il quale con un vero e proprio blitz riuscì ad acquistarlo (bruciando sul tempo la Fiorentina ma pare anche due squadre inglesi che erano molto interessate a lui).
Arriva Tanzi

La una telefonata all’allora patron Calisto Tanzi che non ebbe alcun dubbio in merito e firmò subito il contratto per l’acquisto di Asprilla con un bel quadriennale. Qui giustamente va ricordato che pochi giorni fa è venuto a mancare Calisto Tanzi, all’età di 82 anni, che per Asprilla era stato quasi un padre, difendendolo e proteggendolo in qualsiasi situazione. Detto questo l’arrivo a Parma e i primi allenamenti con Nevio Scala, che portò la squadra emiliana ai vertici del calcio nazionale e anche europeo vincendo la Coppa delle Coppe nel 1993 e la Coppa Uefa nel 1995.
Tino. Esuberante ma campione
Non ci fu subito un grande feeling tra giocatore e allenatore, ma il talento del colombiano ben presto fece superare quasi tutti gli ostacoli dettati dalla sua esuberanza extra calcistica. Un episodio resta fermo nella memoria di tutti i tifosi parmensi ovvero il famoso goal contro il Milan. Era il 21 marzo del 1993 e si giocò a Milano nello stadio che si chiamava ancora San Siro e non Meazza come oggi. I rossoneri venivano da una “striscia” di 58 partite consecutive senza perdere e sembravano imbattibili.
Cosa successe?
Al tredicesimo minuto del secondo tempo l’arbitro Gianfranco Cesari (l’uomo più abbronzato d’Italia dopo Carlo Conti) diede un calcio di punizione in favore del Parma poco fuori dall’area di rigore. Nevio Scala indicò il nome di Marco Osio per il tiro, ma Asprilla prese il pallone gli disse che voleva calciare lui la punizione. Osio gli rispose che Scala non voleva assolutamente. Per tutta risposta Asprilla gli disse ora vado da Scala e gli chiedo se posso tirare io. Quando tornò da Osio mentì clamorosamente dicendo che Scala aveva acconsentito e nemmeno il tempo per una risposta di Osio che mise giù il pallone e fece partire un missile all’indirizzo della porta del Milan che s’infilò lasciando tutti esterrefatti. Questo era Asprilla calciatore.
Il “vero” Tino Asprilla

L’uomo nel privato che voleva diventare musicista di salsa era ben diverso. Scapestrato, donnaiolo, esuberante ed a quanto pare anche “superdotato” proprio in quel senso e se lo ricordano bene le moltissime donne che l’hanno frequentato nel suo periodo d’oro soprattutto dopo il divorzio dalla moglie Catalina che aveva sposato all’età di ventitré anni. Amoreggiò con Guerdy Oviedo miss mondo colombiana, Petra Scharbach attrice tedesca, Lady Noriega cantante e modella, Claudia Perlwitz, Paula Jaramillo, Lina Cardona, Natalia Paris, Lucia Gaviria e tante altre ancora che sono entrate a far parte della lunga “collezione” di Tino Asprilla.
Un cessione dovuta a un imprevisto

Ad aumentare la popolarità in chiave sessuale di Asprilla fu una famosa partita tra le nazionali Colombia e Cile dove durante un dribbling il suo organo genitale principale saltò fuori dai calzoncini e venne subito immortalato da diversi fotografi. Da quel giorno la caccia ad Asprilla fu aperta. Il calciatore invece non era più o quasi all’altezza della situazione e così alla fine del 1996 venne ceduto al Newcastle ma senza trovare grande respiro.
Il ritorno di Tino Asprilla

Tornò al Parma l’anno dopo ma ormai la sua “favola” pareva in declino. In panchina non c’era più Scala ma Carletto Ancelotti che nonostante le pressioni del patron Tanzi non gli diede molto spazio e così fu anche l’anno successivo con l’arrivo in panchina di Malesani che non sopportava soprattutto il carattere estroverso di Asprilla. Dopo quella seconda parentesi parmense fu tutto un peregrinare in giro per il mondo.
Giocò in Brasile, Messico, nuovamente Colombia e addirittura Marco Osio nel 2004 quando Asprilla aveva trentacinque anni compiuti gli propose di giocare nella squadra di Aosta in serie D che lui allenava. Fece le valigie e arrivò ma problemi di tesseramento gli preclusero quell’ultima avventura calcistica.
Ambasciatore del calcio colombiano

Oggi Asprilla è nonno del nipote Santiago nato nel 2021 da sua figlia Juanita. Ogni tanto collabora con alcune scuole di calcio colombiane e assieme ai compagni di nazionale Valderrama e Higuita si diverte a girare il mondo in qualità di ambasciatore colombiano.
Asprilla apripista

Il libro si chiude con una “carrellata” dei giocatori colombiani sbarcati in Italia tra questi Cristian Zapata, Ivan Ramiro Cordoba, Juan Cuadrado, Luis Muriel, Duvan Zapata, Fredy Guarin, Carlos Bacca, Fernando Uribe ecc..
Il pallone ai tempi di Tino Asprilla di Enzo Palladini, edizioni InContropiede. Pag.150 Euro 17,50