Qui raccontiamo una parte del nostro Calisto Tanzi, un incontro telefonico, a cui è seguito un incontro a casa sua, nel febbraio 2021, nella sua villa. Sono stato tra gli ultimi giornalisti a incontrarlo e a intervistarlo. Immaginiamo lo stato d’animo delle migliaia di risparmiatori truffati e rovinati da Calisto Tanzi, ma il cavalier ex Parmalat a 80 anni e passa non ne parlava più.
Alla ricerca di Tanzi

“Si incrocia abitualmente a Parma”, ci raccontano. E allora ci mettiamo sulle sue tracce, fino a Fontanini di Vigatto, nella periferia ducale, una villa. C’è il cancello alto, un lungo viale, è freddo, suoniamo, non ci sono nomi riconoscibili sul campanello.
Tanzi e il Parma
Avevamo frequentato Calisto e il figlio Stefano al Parma calcio, dai primi anni ’90. Le 8 coppe in 10 anni, con i gialloblù, adesso crociati, il pensiero ci è venuto per la partita con la Juve, poi finita 3-3, con due gol recuperati dal Parma, per due volte, raro anche 20 anni fa.
Un innovatore

Calisto è stato a suo modo un creativo, categoria tanto di moda oggi, per la finanza creativa, cioè per mantenere il Parma a livello mondiale si è rovinato, dando forse il colpo di grazia ai bilanci Parmalat. Con il contabile Fausto Tonna e altri, aveva inventato una copertura finanziaria, un fondo in centro America, e in fondo è stato accertato che i bilanci della Parmalat erano fasulli dal ’90, esattamente da quando prese il Parma, alla morte di Ernesto Ceresini, mentre stava volando verso la serie A.
Tanzi si sfoga

“Il Parma mi emoziona ancora”, ci racconta in serata. La moglie Anita ci passa il cavaliere, un pio democristiano. “Che a un certo punto dava fastidio al sistema – racconta Vincenzo, chef a Reggio, dopo 10 anni a Parma -. Come quando per esempio mise sul mercato le merendine Mister Day”. La realtà è che Calisto inventò le sponsorizzazioni. “La Parmalat nell’automobilismo”. Tanzi non ha mai fatto interviste, dall’arresto di 20 anni fa. “Potrei – rivela -, ma sono io che non voglio. Invece parliamo normalmente, se vuole”. E allora ricordiamo di Stoitchkov, il bulgaro pallone d’oro, arrivato dal Barcellona, con berlina targata San Marino. “Curioso”, gli dicemmo allora, e il trequartista bizzoso quasi ci minacciò. Calisto segue il calcio dalla tv, dialoga magari con gli amici, ha la moglie e tre figli. Stefano, presidente del Parma dal ’96, al posto del fido Giorgio Pedraneschi, lavorava nel Reggiano, a Casalgrande, alla ceramica Ricchetti, certo non ai forni.
Il figlio
“Adesso è a Londra”. Si percepisce l’orgoglio del padre, anche nello spiegare dell’altra figlia, Laura, farmacista in città. Francesca era in Parmatour.
Erano i tempi in cui era Juve-Parma su tutti i fronti, scudetto, coppa Italia e Uefa, magari. “Meritavamo almeno due scudetti”, ci disse Antonio Benarrivo, vicecampione del mondo nel ’94. Tanzi aveva tanti nazionali e per mantenerli a Parma esasperò la creatività della sua finanza, addomesticò molti ma non gli arbitri, mai teneri, con la sua creatura. Non sono più di moda gli scudetti in provincia, dal 2002 è solo Juve, Inter e poco Milan.
Il tentativo di Tanzi
Calisto ci ha provato e si è scottato, aveva un universo infinito di aziende, da Collecchio al Sudamerica. “Sono agli arresti domiciliari, ho solo 3 ore di libertà, la mattina, e lei è venuto a suonare che ero proprio fuori”. “A una visita medica”, aggiunge la moglie Anita. Calisto ha buona memoria, rammenta persino i gregari, le riserve, i nomi romantici delle sue 12 stagioni nel calcio.
Zola, Nevio, Taffarel

Servirebbero ore per rievocare, da Zola a Nevio Scala, alle partite della nazionale allo stadio Ennio Tardini, dalle sponsorizzazioni ai primi stranieri in maglia crociata: Claudio Andrè Taffarel dal Brasile, Georges Grun dal Belgio e Tomas Brolin dalla Svezia, anche per esportare il marchio Parmalat.
Il centro sportivo a Collecchio, la Parmalat che fece la fine della Cirio e del suo presidente, Sergio Cragnotti, che però ha pagato meno.
Calisto ha quel nome unico, tipo Ciriaco, De Mita, che alla Lazio aveva portato il figlio Giuseppe.
Un presidente forse troppo educato

Tanzi junior, Stefano, è magrissimo e garbato, era un presidente troppo educato, per questo calcio. Poi il Parma ha avuto 7 grandi imprenditori, capeggiati da Barilla, e un cinese in causa con loro, presidente spodestato.
Calisto passeggia per Parma, si svaga ripensando agli errori. Sono decine, se non centinaia, gli imprenditori andati nel pallone con il pallone, in fondo è stata la Parmalat ad affondare il Parma, a un certo punto Calisto si era fatto prendere la mano, voleva essere il numero uno al mondo nel latte e derivati e nel football.
Quando Rivaldo era vicinissimo
Aveva in pugno il brasiliano Rivaldo, prima che si consacrasse campione e andasse al Barcellona e il suo Parma aveva messo gli occhi anche su Cristiano Ronaldo, quando aveva 16 anni. Calisto ha e si è emozionato, con il pallone. Faceva persino l’editore, del circuito Odeon. Calisto ospitava tanti, sull’aereo privato con cui i gialloblù, oggi crociati, andavano alla conquista dell’Europa: coppa delle Coppe e due Uefa, supercoppa europea e finale persa di coppa Coppe.
Altro che “lattaio”
Lo chiamavano il lattaio, con quelle sue buone maniere era arrivato a scalare il potere, la finanza, sempre restando nell’ombra. Interviste rarissime, la famiglia nel Parma e nelle aziende. Aveva costruito Collecchiello, il centro sportivo gioiello, levando la squadra dagli allenamenti in cittadella, mitici, aperti a pensionati.
Il crollo di Tanzi

L’impero è crollato 16 anni fa, lui finì in manette. La fede l’ha sempre sostenuto, anche quando girava con il sondino al naso. Magrissimo, ma certo anche per teatralizzare la malattia e uscire prima di galera, condannato a 17 anni e fischi, come dicono nel granducato. Non ha più il sorriso degli anni d’oro, quando era alleato proprio di Cragnotti e gli trasferì Crespo, per lo scudetto biancoceleste.
Questa provincia di non più di 700mila abitanti in fondo deve essergli almeno un po’ grata, dal punto di vista sportivo s’intende.
Il tetto d’Europa

Calisto portò Parma sul tetto d’Europa, non confermò Carlo Ancelotti dopo un biennio senza trofei, scelse il veronese Alberto Malesani, si aggiudicò tre coppe in cento giorni eppure perse scudetti, nonostante investimenti mondiali. Cedette Gigi Buffon e il campione del mondo Lilian Thuram alla Juve, Fabio Cannavaro, poi pallone d’oro, all’Inter, ridimensionò appena si rese conto che sarebbe crollato.
Il Parma si salvò per miracolo, grazie alla legge Marzano, sarebbe fallito nel 2015, con Tommaso Ghirardi che vendette all’albanese Rezart Taci.
Parma oggi
Adesso Parma, con l’americano Kyle Krause, nonostante il potenziale è nella seconda metà della classifica in serie B, nel 2021 ha vinto appena 6 gare, una sola nel girone di ritorno con Roberto D’Aversa, in serie A. Al centenario, nel 2013, arrivò l’Europa league, mancata per un debito di 265mila euro, che poi fece aprire il pentolone dei debiti.
Ciao Tanzi
Fin qui il nostro racconto. Il primo gennaio, a 83 anni, Calisto Tanzi è morto con i suoi segreti, le sue storie, i suoi successi calcistici. La sua personalità eccessiva in tanti aspetti e discutibilissima in altri. Con molte domande senza risposta. Qualcuno ho provata a farla. Non ha e non avrebbe mai risposto.
Ma si, facciamo passare per santo uno che ha truffato migliaia di risparmiatori…
Certe tragedie bisogna viverle dall’interno per poter esprimere dei pareri….