L’invida e l’ironia a volte possono sembrare due sorelle, ma se alla distanza si assomigliano, con la lente d’ingrandimento si scopre che la differenza è netta. L’esempio perfetto ce lo portano le continue e ormai fastidiose repliche alle vicende dei Maneskin da parte dei Cugini di Campagna, che non perdono occasione per gridare agli italiani come il giovane gruppo romano abbia copiato stili artistici di quasi mezzo secolo fa.
I Cugini di Campagna. Solo invidia?

Ogni comparsa televisiva, dall’invito di Serena Bortone nel suo programma allo scherzo delle Iene, è un buon momento per prendersi la scena e autoproclamarsi capostipiti di un genere e di un look, sebbene a passare in primo piano siano i loro scivoloni. Come successo nel servizio di martedì sera in prima serata su Italia Uno, con nessuno dei componenti del gruppo musicale in grado di accorgersi di star facendo una videochiamata con un sosia del frontman dei Maneskin, un falso Damiano facilmente sgamabile anche da chi non è un fan della band romana, figuriamoci per chi non fa altro che parlare di loro da settimane.
I Cugini prima se la presero con Lady Gaga

I Maneskin, però, non sono i primi artisti a finire nel mirino dei Cugini di Campagna e a diventare oggetto di invidia di quest’ultimi. Era già successo nel 2017 a Lady Gaga, icona mondiale e star tra le più amate di sempre, accusata anche lei di aver indossato abiti identici ai loro. Proprio i nomi dei Maneskin e di Lady Gaga sono stati tra i più cliccati nel panorama italiano del web e le loro dichiarazioni tra le più discusse nei nostri maggiori programmi radiofonici e televisivi. Domenica sera, mentre il gruppo vinceva gli MTV Ema come migliore rockband dell’anno e l’artista americana presentava da Fabio Fazio l’ultima fatica di Ridley Scott in cui è protagonista, sia Damiano che Lady Gaga hanno voluto lanciare un messaggio sulla bocciatura del disegno di legge Zan.
Dai Cugini al Ddl Zan
Il primo ha parlato di sconfitta, la seconda di disastro. Inevitabilmente in tanti si sono sentiti chiamati in causa. Obbligati a commentare e di conseguenza a strumentalizzare a proprio vantaggio quelli che rimangono meri dispiaceri personali. Dimenticandosi che l’artista è libero per natura e che da sempre sceglie per quale battaglia combattere. Giusta o sbagliata nei suoi principi, conservatrice o progressista nei suoi contenuti, rock o pop nelle sue forme.
L’arte ha il diritto di esprimere la propria opinione
L’arte e i suoi protagonisti rappresentano da secoli un megafono per fare denuncia sociale e per cercare di dare diritti a chi non ne ha e magari ne avrebbe bisogno. Anche se la bocciatura di una proposta di legge è una tappa legittima di un percorso normativo. Le più importanti riforme del nostro paese sono passate da bocciature che hanno portato a continui aggiornamenti e, anche per questo, miglioramenti. Pensiamo ai successi legislativi della prima metà degli anni Settanta, iniziata con la legge sul divorzio e conclusa con la riforma del diritto di famiglia.

Due importantissimi interventi che per anni sono stati rigettati e che poi hanno tolto le catene a tantissime donne (e uomini). E regalato a milioni di italiani la possibilità di costruirsi una nuova vita. La storia è solita ripetersi e quando il contesto storico e sociale imporrà le proprie realtà. Queste arriveranno anche in Parlamento e in Senato. E, sempre con una nuova proposta di legge adeguata, si trasformeranno in tutele che finalmente proteggeranno i più deboli.