“Stavo pensando che di tutte le piste di questa vita la più importante è quella che conduce all’essere umano”. Balla coi Lupi. Ha vinto ben sette Oscar questo film diretto e interpretato nel ’90 da Kevin Costner e tratto dal romanzo di Michael Blake. Inserito tra i migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, ha una colonna sonora citata da Papa Wojtyla come una delle sue musiche preferite. Non a caso l’autore, John Barry, è stato un compositore pluripremiato dagli Oscar, al suo attivo anche dodici James Bond tra i quali la magnifica, a mio parere, colonna sonora di “Moonraker” con Roger Moore. Il successo di un’opera cinematografica è frutto di favorevoli affinità artistiche. Negli anni d’oro del cinema, la miglior promozione è stata un’icona, un’immagine manifesto.

L’interpretazione pittorica che diventava l’anima stessa del film. Per ottenere tutto questo ci voleva però un grande artista come Renato Casaro, un vero maestro, conosciuto in tutto il mondo per lo straordinario talento.
Il manifesto come opera d’arte

I suoi manifesti hanno fatto la storia del cinema, come Kevin Costner in Balla coi lupi logo di una mostra imperdibile che si è aperta a Treviso: “RENATO CASARO. L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood”. Per chi ama il cinema, l’arte pura del disegno e l’abilità interpretativa è sicuramente un piacere per gli occhi. Si tratta di un’arte ormai scomparsa, e Casaro ne diventa il simbolo, quello della scuola italiana di cartellonisti, sinonimo di perizia tecnica, creatività, genio e istinto, il valore aggiunto per il successo di infinite pellicole nazionali e internazionali. Sergio Leone, Miloš Forman, Bernardo Bertolucci, i più importanti registi si avvalgono della sua opera. Qualche titolo: Amadeus, Il nome della rosa, Rambo, Trinità, L’ultimo imperatore, C’era una volta in America, I magnifici sette, Cronaca di una morte annunciata, Il tè nel deserto.
Chi è Casaro

Renato Casaro nasce a Treviso nel 1935, l’amore per il cinema sboccia immediatamente. Da ragazzo nella sua città crea le grandi sagome che venivano un tempo collocate all’ingresso del Cinema Teatro Garibaldi e del Cinema Esperia, pezzi unici dipinti a mano. A diciannove anni parte per Roma, la città giusta per apprendere la tecnica e i trucchi del mestiere, nel 1955 firma il suo primo manifesto ufficiale: Criminali contro il mondo. Apre uno studio nella capitale e da quel momento la sua carriera di artista decolla in modo strepitoso: da Treviso a Hollywood.
L’esposizione che rende il manifesto opera d’arte

A curare l’esposizione, Roberto Festi ed Eugenio Manzato, con la collaborazione di Maurizio Baroni, specialisti del settore che hanno analizzato l’enorme archivio di Casaro (più di mille manifesti e locandine), selezionando testimonianze di un percorso artistico durato cinquant’anni. Una grande mostra itinerante, finalmente aperta dopo il blocco causa pandemia, ospitata in prestigiose sedi cittadine.
Le sedi
Andiamo a conoscerle: Il Museo Civico di Santa Caterina, il nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, una bella opportunità per scoprire la ritrovata chiesa di Santa Margherita, testimonianza medioevale un tempo ricca di splendori, come il ciclo trecentesco delle Storie di Sant’Orsola ora custodito a Santa Caterina. Fu anche luogo di sepoltura del figlio di Dante. Altra sede del Museo Salce da visitare assolutamente: il Complesso di San Gaetano.
Il manifesto come omaggio

Un grande omaggio a questo artista, voluto dal Ministero della Cultura tramite la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto. Lo stile di Renato Casaro ben presto conquista il blasonato mondo del cinema e tutta Hollywood, una lista lunghissima e travolgente: Ingmar Bergman, Dario Argento, Marco Bellocchio, Luc Besson, John Boorman, Tinto Brass, Liliana Cavani, Francis Ford Coppola, Costa-Gavras, Pietro Germi, Claude Lelouch, Sidney Lumet, Anthony Mann, Mario Monicelli, Francesco Rosi, Alberto Sordi, John Sturges, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Verdone…
La mostra

La mostra documenta 170 film e lo fa partendo dal “prodotto finito”, ovvero dai manifesti a due e quattro fogli, destinati alle sale cinematografiche o all’affissione. Esposti anche rari e introvabili fogli del decennio 1955-1965 che presentano un artista in rapida formazione, Cinecittà è in quegli anni una delle industrie più prolifiche in ogni genere: dalla commedia, al noir, al film storico, al nascente western all’italiana. Grazie alle opere esposte possiamo scoprire l’evoluzione del percorso di Casaro, dalla pennellata istintiva degli esordi, alle composizioni in parte fotografiche, sino all’uso sapiente dell’aerografo. Un virtuosismo che gli vale la collaborazione con le maggiori case di produzione americane (Fox, United Artists, MGM, Columbia).
Il manifesto a Treviso

Nella sede del Museo Civico Santa Caterina si sviluppa la sezione “Treviso, Roma, Hollywood”, carrellata straordinaria di opere, mentre a Santa Margherita è stata allestita anche una sezione didattica e i visitatori più giovani potranno creare un loro manifesto di cinema. Una terza sezione, dal titolo “Dall’idea al manifesto”, è visibile negli spazi del complesso di San Gaetano. Qui il pubblico può scoprire l’intera filiera per la creazione di un manifesto: dai contatti con le case di produzione o di distribuzione ai primi schizzi a matita. Renato Casaro è anche un grande viaggiatore, la sua brillante carriera lo porta a Roma, Monaco di Baviera, Marbella. Poi nel 2014 rientra a Treviso dove tutt’ora risiede.
Per chi ama il cinema in tutte le sue forme, Treviso è la città perfetta in questo momento, palcoscenico privilegiato per viaggiatori stregati dagli orizzonti infiniti di un tè nel deserto; manifesto che è un vero capolavoro.
RENATO CASARO. L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood
13 giugno 2021 – 9 gennaio 2022, Museo Santa Caterina
13 giugno – 1° maggio 2022, Chiesa di Santa Margherita, Complesso di San Gaetano
Museo Nazionale Collezione Salce
Treviso
Bei lavori. Brava Elisabetta.
Dott.ssa Elisabetta, grazie per averci fatto conoscere un artista Renato Casaro, l’autore, e di fatto divulgatore, delle immagini che associamo ai grandi film, ai grandi capolavori dell’arte cinematografica. Per Lei che è Veneziana, parlare di cinema è normale, Lei è preparata perchè nella Sua città ha visto attori, registi, artisti che ruotano intorno a questo mondo, per me è stata una bellissima scoperta: adesso so chi devo ringraziare per le immagini che associo a molti titoli di film importanti. No so se l’accostamento è giusto, ma Renato Casaro può essere considerato l’epigono di Achille Beltrame e dei grandi disegnatori italiani che sintetizzavano con immagini straordinarie i fatti e i grandi film che ogni settimana aspettavamo di vedere con curiosità. Il suo articolo è piacevole, ricco d’informazioni e di immagini. Tanti complimenti, mi piace molto leggerLa.
Non conoscevo questo cartellonista!.Molto interessante la sua storia umana e professionale. Ad Elisabetta Pasquettin il mio riconoscimento per il suo approfondi to articolo
Elisabetta carissima ti rispondo in ritardo causa problemi al telefonino. Come sempre mi appassiono ai tuoi avvincenti articoli perché sai introdurmi con maestria. Di Casaro conoscevo alcune cose ma tu come al solito me ne hai data un’ampia relazione. Andrò a vedere di certo le mostre indicate adesso che ci si può muovere con più facilità. Sempre confidando di poterci presto incontrare “magari con i miei gnocchi e magari ad Auronzo” ti abbraccio tanto