Annamaria Andreetta è una di quelle cuoche venete che meritano di essere citate e valorizzate per la loro attenzione e la loro passione nel preparare i piatti del territorio. E se il territorio è quello di un suggestivo borgo incorniciato di colline e di vigneti, tranquillo e silenzioso, dove il ritmo della vita umana rispecchia quello lento della natura, il quadro è completo. Il borgo è Rolle di Cison di Valmarino; le colline, con i meravigliosi vigneti, sono quelle del Prosecco, da tre anni divenute Patrimonio dell’Umanità.

Annamaria Andreetta e la “sua” terrazza
Annamaria è la cuoca del suo (insieme al marito Alberto) Ristorante “Terrazza di Rolle”. Una vera e propria terrazza dove si mangia guardando le colline di questo piccolo borgo chiamato Rolle. Ben descritto nel libro del professor Danilo Gasparini “Rolle, Storia di un villaggio della collina trevigiana” (Edizioni Canova).

Chi è Annamaria Andreetta
Annamaria Andreetta, nata nel 1958 a Pieve di Cadore in provincia di Belluno, è sempre stata vicina alla cucina. I suoi genitori (papà Antonio e mamma Santina) gestivano il buffet della stazione di Calalzo, poi si trasferirono a Vittorio Veneto dove rilevarono un bar.
“Ho iniziato a lavorare, ma per me era un gioco, quando avevo sei anni. Portavo i caffè al tavolo dei clienti”. Così Annamaria ricorda la sua infanzia legata alla semplicità di una famiglia da sempre dedita al lavoro della cucina e del bar. Annamaria si è “fatta nel campo”, cioè in cucina. Lavorava in continuazione sui piatti tradizionali, quello che si mangiava negli anni settanta e ottanta, quelli del territorio fatti con cacciagione, faraone, conigli, animali da cortile, baccalà, pane e focacce, zuppe di fagioli e così via. Questa continua produzione di piatti dava la possibilità ad Annamaria di conoscerli bene e di perfezionarli alle esigenze dei palati di oggigiorno.
L’unione tra tradizione e vino

All’età di 21 anni si è sposata con Alberto Resera e nel momento in cui papà Antonio non stava più bene, Annamaria si è trasferita stabilmente in cucina preparando dei piatti tradizionali sì ma di una delicatezza e di una attenzione particolare. Alberto lasciò il lavoro di elettricista nelle autostrade e si buttò completamente al servizio della sala, coltivando nel contempo la sua passione di vignaiolo nella collina adiacente alla “Terrazza”.
Annamaria, nel rispetto della tradizione delle Colline del Prosecco, prepara alcuni piatti e alcune ricette che si completano con il dolce locale, rielaborato: il “pan sopà”, una focaccia una volta preparata dai contadini con gli ingredienti di “recupero”.
Assicuriamo che mangiare un piatto della cuoca Annamaria nella “Terrazza di Rolle”, dinanzi allo splendido paesaggio di vigneti e colline, crea una certa emozione.
Per i lettori di www.nordest.it Annamaria Andreetta propone il piatto: faraona con la peverada.
La ricetta: Faraona con salsa peverada
Ingredienti (per 4 persone)
1 faraona, 1 mazzetto di rosmarino, 1 limone,1 bicchiere di aceto di vino rosso, 2 bicchieri di olio extravergine di oliva, 1 bicchiere di vino bianco, 1 gamba di sedano, 1 carota, 1 cipolla, 1 cucchiaio di capperi, 200 gr. di fegato e durelli di faraona, Sale e pepe q. b.
Preparazione
Puliamo la faraona e laviamola con acqua corrente fredda. Mettiamo un cucchiaio di sale grosso con un rametto di rosmarino nella faraona. Leghiamo in modo che le gambe e le ali restino ferme. Disponiamo nella pirofila la carota, il sedano, il rosmarino e la faraona. Inforniamo a 170/180° per circa due ore. Bagniamo a metà cottura la faraona con il vino bianco a piacere girandola di tanto in tanto. A cottura ultimata, togliamo dal forno, tagliamo in quarti e serviamo ricoprendoli parzialmente con la salsa peverada che abbiamo preparato durante la cottura della faraona che accompagniamo con delle fette di polenta e serviamo ben calda.
Il consiglio di Annamaria Andreetta per la salsa peverada
Soffriggiamo la cipolla tagliata a pezzi con l’olio extravergine di oliva. Aggiungiamo il fegato a pezzettini e lasciamolo cucinare per 15 minuti. Passiamo poi il fegato nel tritacarne con i capperi. Mescoliamo bene e aggiungiamo la scorza grattugiata del limone con il succo di ½ limone. Lasciamo cuocere per 5/8 minuti, versiamo l’aceto, sale q.b. e abbondante pepe.

Il vino in abbinamento
Proponiamo un “Carmenere del Piave”, un vino rosso, fresco e sapido, perfetto abbinamento con la Faraona in peverada. Alberto, esperto intenditore di vini, può suggerire il suo Camerere del Piave.