La parola “intoccabile” risuona spesso quando si parla di India. L’intoccabile è letteralmente una persona da non toccare, da cui tenersi alla larga. Gli intoccabili costituiscono il livello più basso del sistema castale indiano. Che, nonostante sia stato formalmente abolito nel 1950 con l’entrata in vigore della Costituzione Indiana, è tuttora preponderante nel guidare e limitare le relazioni sociali in India.
Intoccabili vietati
L’articolo 15 della Costituzione Indiana proibisce le discriminazioni di casta, eppure queste condizionano la vita di milioni di indiani in modo rilevante. È sufficiente muovere pochi passi sul suolo indiano, magari appena fuori dall’aeroporto internazionale di Delhi o Mumbai. Per accorgersi che l’uguaglianza tra esseri umani è tuttora un miraggio nel Subcontinente. Bambini che chiedono l’elemosina, giovani donne con il figlio più piccolo poggiato sul fianco, ragazzi colpiti da disabilità fisica o mentale. Sono solo alcune tra le immagini ricorrenti in cui il viaggiatore immediatamente si imbatte.
Gli intoccabili

Le persone appena descritte, e molte altre, appartengono agli intoccabili, coloro che per tradizione sono nati dalla polvere dei piedi di Brahma. Nei Veda, i principali testi sacri dell’hinduismo, scritti circa tre mila anni fa, troviamo infatti la descrizione dell’origine delle caste. Come emanazione di parti del corpo del dio creatore Brahma. Dalla sua bocca deriverebbero le caste più elevate, ossia i bramini e gli intellettuali; dalle braccia i guerrieri, i nobili e i governatori; dalle cosce gli agricoltori, i mercanti, gli artigiani; dai piedi i mezzadri e i servi.
Dalla polvere dei piedi del dio creatore gli intoccabili. Ovvero coloro che non godono di diritti ma hanno, al contrario, innumerevoli doveri verso le caste più alte. Ad una determinata casta si appartiene per nascita. E tale appartenenza viene mantenuta attraverso l’endogamia, ovvero il sostanziale obbligo di sposare una persona appartenente alla stessa casta, e l’ereditarietà lavorativa. Quindi, anche volendo, risulta quasi impossibile rifiutare la propria appartenenza castale, dal momento che legami sociali ed economici impediscono ogni tentativo di emancipazione.
Il lavoro
Agli intoccabili sono affidati quasi esclusivamente lavori degradanti, come pulitori di strade e latrine, oppure impieghi faticosi e malpagati nel settore agricolo e dell’edilizia. In quanto “de-estetizzanti”, imbarazzanti per le condizioni di vita cui sono costretti, gli intoccabili vengono relegati nelle periferie delle città o negli slum. Dove le condizioni di vita sono a dir poco precarie; senza acqua corrente, elettricità e servizi igienici, la semplice sopravvivenza quotidiana costituisce una sfida. Se ciò non bastasse, intoccabili e adivasi (abitanti indigeni dell’India) costituiscono la maggioranza delle persone obbligate ad abbandonare le proprie case. Per lasciare spazio alla costruzione di miniere, dighe, e grandi infrastrutture. Il progresso della grande India passa anche da qui.
Le caste
Il fulcro della difficoltà all’abolizione del sistema castale è l’ordine, la staticità che esso garantisce, e che alle caste più alte assicura privilegi irrinunciabili. Sotto la bandiera del «mantenere la pace», agli intoccabili viene impedito di far sentire la propria voce. Basti pensare che i media in India sono nelle mani dei bramini, mentre agli intoccabili non è garantita alcuna visibilità.
Una figura per gli intoccabili

Una figura rivoluzionaria circa la condizione degli intoccabili è Bhimrao Ramji Ambedkar, uno dei padri della Costituzione Indiana. Ambedkar, originario di un piccolo villaggio del Madhya Pradesh e di casta intoccabile, grazie all’iniziale sostegno economico da parte del suo villaggio e in seguito alle borse di studio, entrò alla University of Bombay. Divenendo il primo studente universitario intoccabile dell’India. Grazie ad Ambedkar, nel panorama indiano venne introdotta la discriminazione positiva.
Un sistema di quote per le caste più svantaggiate, intoccabili e adivasi principalmente. Al fine di garantire dei rappresentanti di tali gruppi nelle università, nella pubblica amministrazione, nel governo. Nonostante i posti riservati alle caste più basse, la strada appare lunga. Secondo il censimento del 2001, solo il 2,24% della popolazione intoccabile è in possesso della laurea. I numeri sono pertanto ancora esigui. Ma il fatto che vi sia una rappresentanza intoccabile tra le fila del potere, altera i vecchi equilibri sociali. E consente di coltivare una speranza per un futuro in cui anche gli intoccabili possano far sentire la propria voce.
Ph. Massimo Saretta