L’estate scorsa dopo la prima ondata di Covid ci eravamo illusi fosse finita; invece no, ormai siamo in emergenza Covid continua. L’unica speranza i vaccini; effettivamente nei Paesi più avanti di noi europei nelle vaccinazioni i risultati si vedono, così come le aperture e il ritorno alla vita normale.
La speranza di un rilancio dell’economia

Nel frattempo la situazione economica e sociale è apparentemente tranquilla, eccetto qualche manifestazione più movimentata. In realtà il debito pubblico è arrivato dal 130% a quasi il 160% del PIL; il PIL caduto nel 2020 di circa il 10%, avrà solo un parziale recupero del 5% nel 2021, a differenza di altri paesi come la Germania dove il gap dovrebbe essere riequilibrato a fine 2021; il turismo è in crisi totale e, con esso, tutte le attività collegate fino ad almeno il 15% del PIL; la riduzione di fatturato delle imprese è di mediamente del 20%; il 15% delle imprese ha chiuso o rischia la chiusura; l’interscambio commerciale si è fortemente ridotto, di circa il 15%; la crescita esponenziale delle ore di cassa integrazione.
Una situazione rischiosa
Una situazione che può diventare esplosiva se teniamo conto che prima o poi il blocco dei licenziamenti, gli aiuti sotto forma di prestiti, il blocco delle cartelle fiscali e gli altri sostegni termineranno e verranno sostituiti dalle tasse, già altissime, che dovremo pagare per ridurre il debito pubblico mostruoso che abbiamo accumulato. Ma prima di Covid! Non riuscivamo a bloccarne la crescita nemmeno prima della pandemia!
La situazione nelle fiere con la speranza di ripartire

Un settore che sta soffrendo fortemente è quello delle Fiere e, con esso, tutte le attività collegate. Si calcola che per ogni euro fatturato da una Fiera, il territorio circostante ne beneficia di almeno 10. Un settore quindi ad altissimo tasso di crescita per il PIL.
Un esempio interessante è quello della piccola, ma dinamica Fiera di Longarone Dolomiti: il fatturato si è ridotto di circa il 90%, ma, fra gli aiuti del Governo e i risparmi, la situazione è sotto controllo. Ma occorre ripartire presto; se le Fiere verranno bloccate ancora per mesi, sia esse stesse, ma anche tante attività collegate, andranno irrimediabilmente perdute o svendute ad investitori esteri. Un danno che sarebbe incalcolabile per il sistema Italia.

La speranza nel digitale? Non credo
Sia Fiera Longarone Dolomiti che altre Fiere ben più grandi hanno tentato di bilanciare il blocco delle attività in presenza con le Fiere virtuali; un tentativo importante per dimostrare la volontà di resistere e di rinascere. Ma il virtuale non può sostituire la presenza fisica; in poche parole il virtuale soddisfa solo due dei nostri 5 sensi, la vista e l’udito, mentre aziende e cittadini hanno bisogno, per scegliere prodotti e servizi, di utilizzare anche gli altri sensi, toccare, gustare, sentire. E quanto dico per le Fiere vale per tantissimi altri settori della nostra vita quotidiana.
Ok all’innovazione. Ma solo per poco
Dunque ben vengano questi progressi indotti dal virtuale, ma non dimentichiamo che essi sono solo un palliativo; non possono essere sostitutivi di tutte le nostre attività, ma complementari.
Questa certezza è comunque un motivo di fiducia nel futuro e per una vera ripartenza. Ma occorre seguire l’esempio dei paesi più virtuosi nelle vaccinazioni con grande efficienza e velocità. Altrimenti il conto che dovremo pagare sarà salatissimo.
