Il mondo del pugilato è stato costellato di incontri definiti con troppa facilità, o meglio usando una terminologia molto in uso oggi “ogni tre per due”, quello che sarebbe diventato “il match del secolo.” Ci sono passati Jack Dempsey- Gene Tunney, Rocky Marciano-Joe Louis (quest’ultimo ormai a fine carriera) e più avanti negli anni Ray “Sugar” Leonard-Marvin Hagler per arrivare a Mike Tyson-Evander Holyfield. L’elenco potrebbe allungarsi e aprire un lungo dibattito, ma l’unico e inimitabile “match del secolo” per un sacco di aspetti è stato il primo incontro tra Cassius Clay e Joe Frazier (i due si sfidarono altre due volte nell’arco della loro carriera), andato in scena al Madison Square Garden di New-York, tempio del pugilato mondiale, esattamente cinquant’anni fa.
Clay e la storia si fermò
L’8 marzo del 1971 salirono sul ring del Madison per il titolo mondiale dei pesi massimi allora detenuto da Frazier detto “Smokin Joe”, che lo conquisto’ contro Jimmy Ellis che era stato sparring partner di Clay. Quest’ultimo diventato poi Muhammad Alì per la sua famosa conversione verso la religione islamica, dopo i quasi tre anni di stop forzato dovuti alla sua renitenza al servizio militare decise di tornare a combattere. Un paio d’incontri giusto per riprendere la forma fisica. Due vittorie per ko, contro Jerry Quarry alla terza ripresa e alla quindicesima contro Oscar “Ringo” Bonavena. Ed ecco l’8 marzo del 1971 la grande sfida contro Joe Frazier.
La sfida del secolo
Un incontro che diventò da subito un evento planetario tant’è che per la prima volta anche la Rai decise di mandarlo in onda in diretta alle 4 di notte, cosa che non era avvenuta nemmeno per il match mondiale dei pesi medi del 1967 tra Emil Griffith e Nino Benvenuti . In quell’occasione venne fatta la radiocronaca all’epoca con la voce di Paolo Valenti, grande giornalista sportivo della Rai, ideatore con Maurizio Baredson della trasmissione “Novantesimo minuto”.
Il mio ricordo di Clay
Un ricordo vivo nella mente che ci riporta ai tempi della scuola. Il mattino seguente l’incontro Frazier-Clay frequentavo la seconda media la professoressa di lettere Paola Moruzzi entrò in aula e ancora prima di procedere con il classico appello chiese vedendo molti volti assonnati quanti avessero visto l’incontro alzandosi alle quattro di notte. Ci fu un’alzata di mano quasi collettiva (anche diverse femmine) e la professoressa confessò che anche lei si era alzata per assistere all’incontro Clay-Frazier. Oltre 300 milioni di persone assistettero in mondo visione a quell’evento che radunò anche diciannovemila spettatori al Madison Square Garden capaci di pagare fino a cinquecentomila lire un biglietto una cifra da capogiro per l’epoca. Attorno ruotò una cifra pari a ventuno miliardi tra i vari contratti pubblicitari e i due pugili si “accontentarono” di un miliardo e mezzo a testa.
L’incontro Clay – Frazier
Alle 22.30 ora statunitense (le 4.30 circa in Italia) iniziò l’unico e vero match del secolo, al quale il quotidiano “Il Gazzettino” di Venezia dedicò un’edizione straordinaria con un ampio articolo in prima pagina raccontando tutto l’incontro. Le prime due riprese videro i due contendenti abbastanza guardinghi. Frazier con il suo solito modo ciondolante attaccare a testa bassa cercando di colpire con il suo famoso gancio sinistro e Clay di rimessa puntando sul maggiore allungo e come sempre spesso appoggiandosi alle corde. Prima ripresa per Frazier e seconda per Clay.
Al terzo round
La terza ripresa va al campione in carica, mentre nella quarta si rivede tutta la velocità di Clay che mette a segno una serie di colpi tutti sul volto di Frazier. Però proprio nel momento clou per lo sfidante ecco che Frazier riesce a piazzare un’autentica bomba di sinistro sul volto di Clay che accusa ma riesce ugualmente a reagire vincendo la ripresa. Lo stesso Clay raccontò che durante la quinta e sesta ripresa i colpi sferzati da Frazier alle costole erano micidiali. Nella settima ripresa Clay reagì alla grande cominciando a danzare al centro del ring e colpendo ripetutamente Frazier al volto, costringendolo ad arretrare. Ripresa per Clay.
Frazier porta Clay all’ottavo round
Nell’ottavo round si rivede Frazier tornare prepotentemente all’attacco e Clay sembra in difficoltà, suona il gong e la ripresa va al campione. C’è un certo equilibrio ma nella nona e decima ripresa Clay passa in vantaggio. Dall’alto della sua boxe velocissima fatta di jab saettanti e diretti fulminanti mette in seria difficoltà Frazier centrandolo anche con un destro micidiale che lo fa vacillare. Alla fine della decima il volto di Frazier è gonfio e l’occhio sinistro tumefatto. Nonostante ciò avrà una reazione formidabile che lo porterà a vincere tre round consecutivi. In particolare nell’undicesimo Frazier mise a segno un fenomenale gancio sinistro sul volto di Clay dopo aver schivato un suo destro. Clay barcollò ma riuscì a rimanere in piedi. La dodicesima e tredicesima ripresa in fotocopia. Una battaglia con Frazier sempre avanti a testa bassa come un toro infuriato (o meglio accecato aveva entrambi gli occhi quasi chiusi) e Clay in qualche modo pronto a sbarrargli la strada con i suoi jabs. Alla quattordicesima ripresa è in vantaggio il campione.
Gli ultimi sei minuti
Ancora sei minuti di “guerra” per sapere il verdetto finale. La quattordicesima va in favore di Clay che colpisce sempre di rimessa sfumando gli attacchi di Frazier, ormai con il volto ridotto ad una maschera primitiva. Suona il gong dell’ultimo round tutto il pubblico è in piedi per questo finale pazzesco. Clay danza ancora gira attorno al ring e cerca il colpo risolutore. Vede uno spiraglio nella guardia bassa di Frazier e prova il colpo decisivo. Ma non è così. Frazier schiva, si abbassa a fa partire un autentico “missile terra aria” che colpisce in pieno la mascella di Clay che va al tappeto. Con la forza della disperazione riuscirà ad alzarsi e subire il conteggio dell’arbitro. Gli ultimi scambi sono ancora a di Frazier. Suona la fine dell’incontro che vede vincitore Joe Frazier in quello che è stato il vero e unico “match del secolo”: 8 marzo 1971. Il pugilato era una cosa seria.