Oggi, vi porto all’estero, ma pur sempre a casa, quando per casa intendo i territori della Serenissima. Quel territorio oggi più genericamente chiamato Nord Est! Vi premetto che andiamo a passarci un week end nelle “Patrie Friulane”. Perché ho usato questo appellativo? Per rispetto della storia, dei territori e della gente che ci tiene alle tradizioni ed alla cultura!
Prima d’iniziare a parlarvi del posto che vi consiglio vivamente d’andare a visitare, devo e voglio parlarvi di storia!
Nord Est e un po’ di storia
Come tutti sapete, e la cartina a seguire ne è la dimostrazione, per un lungo periodo i territori Friulani, sono stati incorporati in quelli che erano i territori “de tera” della Serenissima. Ma a differenza d’altri territori, le “Patrie Friulane” anche “sotto” la bandiera della Serenissima hanno mantenuto per “legge” la denominazione Patrie Friulane!

Uscito gravemente indebolito dopo la guerra tra Repubblica di Venezia e regno d’Ungheria (1411–1413), nel 1420 il patriarcato di Aquileia, chiamato a partire dal XIII secolo Patria del Friuli (in latino: Patriae Foriiulii) oin friulano: Patrie dal Friûl) venne invaso dalle truppe veneziane. Resi nulli i tentativi di riconquista del patriarca Ludovico di Teck, i territori dell’ormai ex-principato ecclesiastico passarono sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Che li incorporò mantenendo però per essi il nome di Patria del Friuli. Entità autonoma nel corpo dei suoi Domini di Terraferma. I Patriarchi, ovvero le figure più importanti del territorio, rimasero signori di Aquileia, San Daniele e San Vito, fino alla soppressione del Patriarcato di Aquileia da parte di Venezia, nel 1751.
Dal Nord Est al Friuli. Partiamo da San Daniele

Stabilito quindi che parliamo di Nord est, parliamo di Friuli, ma parliamo anche di Serenissima, quindi di “casa”, questo fine settimana vi porto in provincia di Udine, lungo la Strada dei Castelli e del Prosciutto. Un’area di colline dove le correnti miti dell’Adriatico incontrano quelle frizzanti delle Prealpi Carniche, sviluppando un microclima speciale, ideale per la stagionatura di uno dei prosciutti più famosi d’Italia: il Prosciutto crudo di San Daniele dop.
Partiamo da San Daniele che è la capitale del persùt, che affonda le sue radici nella storia. I Celti cominciarono a impiegare il sale per conservare le carni del maiale; poi fu la volta dei Romani, che colonizzarono il Friuli Venezia Giulia fin dal II secolo a.C.. Il crudo di San Daniele fu apprezzato dai Patriarchi d’Aquileia e dai Dogi della Serenissima Repubblica, prima di approdare sulla tavola di Gabriele d’Annunzio e di varie teste coronate del vecchio continente.

I segreti di San Daniele
Se l’aria è l’ingrediente segreto del crudo di San Daniele, i paesaggi che vi sono da queste parti, possono far abbinare al gusto del palato un condimento perfetto per il “gusto” della vista! Oltre alle specialità culinarie, San Daniele del Friuli nasconde importanti tesori. Come la Biblioteca Guarneriana, che ospita quasi 120mila volumi antichi, centinaia di manoscritti, incunaboli e Cinquecentine e la chiesa di Sant’Antonio Abate soprannominata la Sistina del Friuli, all’interno della quale si può ammirare un notevole ciclo di affreschi rinascimentali, tra i più belli della regione.
L’itinerario che attraversa il Nord Est

San Daniele può essere il punto di partenza e di arrivo della Strada dei Castelli e del prosciutto, un percorso di quasi cento chilometri articolato tra colline, manieri e botteghe per gourmet. L’itinerario offre innumerevoli varianti e interessa una manciata di paesi.
Imboccando la strada panoramica per Fagagna due obelischi suggeriscono una deviazione a destra per raggiungere il castello di Arcano Superiore, che può essere la prima sosta di un week end alla scoperta dei territori.
Vicino al castello, c’è l’Oasi Naturalistica dei Quadris a Fagagna. E un centro avi-aunistico dove si possono ammirare la cicogna bianca e l’ibis eremita.
Cosa nasconde il Nord Est a Fagagna
Per continuare l’abbinamento Gusto visivo e “gusto gustoso” dato che ci siamo, è imprescindibile un “salto” nella vicina Fagagna, un borgo conosciuto e apprezzato dai buongustai: qui, infatti si può acquistare il formaggio di Fagagna dop, un formaggio che che si può trovare dolce e piccante e come consuetudine va assaggiato con un “tajut” ovvero un calice di bianco fermo, se poi è il Picolit, avete fatto bingo, un vino dolce perfetto per gli abbinamenti con dolci formaggi o anche affettati!
Una sosta a Villalta

Per continuare il nostro peregrinar nei nella Serenissima “de tera”, c’è a seguire la sosta a Villalta. Dove poter ammirare uno dei castelli medioevali più interessanti e ben conservati della regione. Quindi ancora il Castello di Colloredo di Monte Albano, attualmente in fase di restauro ed a pochi chilometri, ad est, s’incontra Cassacco. Con l’omonimo castello adagiato sulla sommità di un colle da cui si controllavano importanti vie di comunicazione. Il maniero, già menzionato in documenti del Duecento, ha mantenuto la sua imponente struttura medioevale. Continuando verso nord est in breve si raggiungono Treppo Grande, con il suggestivo borgo di Zegliacco, e Buja. Qui in Borgo San Lorenzo in Monte (così è chiamata la collina più alta), merita una visita il Museo d’arte della Medaglia e della città di Buja.
Poi c’è chi dice che bisogna andare in Scozia per vedere castelli!!!

Dal Nord Est andata e ritorno
Tralasciando i castelli, nella via per tornare a san Daniele, ci si può fermare alla Riserva naturale del Lago di Cornino. Localizzata a ridosso del greto del Tagliamento, un ameno posto dove con educazione ecosostenibile, potete fermarvi a fare il meritato pic-nic con le libagioni che avete “rancurato” strada facendo.
Confido che quest’escursione all’estero del Veneto possa avervi ispirato, ma ricordatevi….. era comunque territorio Serenissimo!
