Strane elezioni. Sono le elezioni più anomale della storia repubblicana, strane perché sovvertono il senso stesso della campagna elettorale: niente comizi, nessun confronto, nemmeno strette di mano o contatti con gli elettori. Si gioca tutto sui giornali e sui social che sono diventati i nuovi manifesti e i nuovi “santini” dei candidati.
Strane elezioni, Covid e sondaggi
In più il Covid ha colpito a ogni livello eliminando dalla campagna candidati alla presidenza della Regione, a sindaco di Comuni importanti, a consiglieri comunali. Ha colpito anche leader nazionali mettendoli fuori gioco nei giorni cruciali. Per tutte queste cose ha poco valore anche aggrapparsi ai sondaggi che si inseguono quasi ora dopo ora, dipingono un quadro che viene subito scolorito e ne mettono sul telaio in fretta un altro. Ma dicono la verità? Raccontano davvero la loro intenzione elettori che sanno certo cosa voteranno ma forse non andranno a votare?
Cosa fare?

Difficile dire cosa sarebbe stato meglio fare, se decidere per tempo un lungo rinvio o se provare a essere in qualche modo “normali” anche andando a votare. E’ una grande sfida, la risposta dell’elettorato darà la misura di molte cose: della credibilità della politica, della statura della classe dirigente, soprattutto della paura della gente in un momento in cui si riparla con apprensione di nuovi contagi e del ritorno della pandemia. Senza contare che si mescolano elezioni e riapertura delle scuole in un calderone che potrebbe scoppiare con conseguenze ben più pesanti di un voto.
Strane elezioni e referendum
Forse non inciderà sul futuro del Governo, ma certo il voto sarà significativo e non solo perché oltre al referendum sul numero dei parlamentari (non occorre il quorum) saranno chiamate alle urne ben sette Regioni (Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Campania, Puglia), due collegi per eleggere nuovi senatori e un numero infinito di Comuni grandi e piccoli. Decine di milioni di italiani sono impegnati in un esercizio elettorale significativo.
Quando è troppo
Si va alle urne per troppo cose. Nel Nordest si vota dappertutto e per tutto: referendum sul numero dei parlamentari; elezione del senatore veronese; elezioni del Presidente e del Consiglio regionale del Veneto; elezioni in una cinquantina di Comuni veneti (da Venezia a Castelfranco e Portogruaro), in 12 comuni friulani e in quasi tutti i circa 300 comuni del Trentino-Alto Adige, da Trento a Bolzano. Insomma, quello che verrà fuori sarà un risultato più che utile per capire almeno un pezzo del domani politico.
Strane elezioni ma un problema per Zaia?

In Veneto, per la Regione, i giochi sembrano chiusi, il risultato non avrà sorprese se non quelle della proporzione del successo di Zaia. Il centrosinistra ha avuto anche la sfortuna di vedere il suo candidato Arturo Lorenzoni rinunciare all’ultima settimana di campagna elettorale perché costretto alla “quarantena”. La sinistra deve, però, salvare almeno la dignità. Francamente la rielezione di Luca Zaia non è mai parsa in dubbio, forse anche aiutata dalla fortissima esposizione mediatica del presidente nei giorni difficili del Covid. Ma la popolarità eccessiva di Zaia potrebbe essere il problema del dopo elezioni: come distinguere Zaia dalla Lega? Come sottolineare la differenza tra il leader veneto e Salvini? Anche dalla dimensione del risultato della lista del Governatore si potrà capire qualcosa sul futuro della leadership della Lega.
Il caso Venezia

Tra i Comuni certo spicca la realtà del capoluogo regionale, Venezia va alle urne e si scontrano il sindaco uscente Luigi Brugnaro sorretto da una lista propria e dal centrodestra compatto (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia), e Pier Paolo Baretta, sottosegretario del Governo Conte, punta di una lista che mette insieme Pd, molte forze della sinistra e tante liste civiche. Si capirà quale futuro si vorrà dare a Venezia scossa prima dall’acqua alta d’autunno e poi dalla pandemia che ha svuotato alberghi e ristoranti abituati a gestire lunghe file di prenotazioni. Votiamo a Castelfranco, a Portogruaro, a Dolo. Si vota in Friuli, soprattutto in ogni comune del Trentino Alto Adige.
Nessuna previsione
Presuntuoso fare previsioni, anche dire cosa potrà succedere al Governo. La politica non è scienza da maghi, ha risorse spesso impensabili. Troppe le varianti incontrollabili, prima di tutte la paura dell’elettorato: si fiderà ad entrare in un seggio affollato? Rispetterà ordinatamente tutte le regole? Se la sentirà di continuare a usare con metodo la mascherina come una seconda faccia da portarsi appresso?
O sarà la politica stessa a mostrarsi a noi con una mascherina che la renderà poco riconoscibile o forse persino sospetta?