CARPEDIEM, sembrerebbe il motto di Orazio declamato nelle sue odi e invece è un acronimo che racconta la storia di una macchina che salva la vita dei bambini neonati. La parola tutta intera sta per Cardio Renal Pediatric Dialysis Emergency Machine, anche se il significato è proprio quello di cogliere l’attimo in cui il destino di un neonato con gravi problemi renali è sospeso ad un filo sottile fra la vita e la morte.
Dalla dialisi a Carpediem

Dal 1977 quando la dialisi dell’adulto stava migliorando e io mi stavo affannando a trovare soluzioni sempre più innovative, mi ha sempre colpito la scarsa transizione tecnologica fra l’adulto e il neonato. Il mondo pediatrico non aveva a disposizione le stesse tecnologie e gli stessi dispositivi, forse perché i bambini molto piccoli erano difficili da gestire e forse perché l’interesse dell’industria per quel settore poco remunerativo era nullo. Ne ho fatto una sorta di missione negli anni successivi ricercando materiali, soluzioni tecniche e applicazioni specifiche per disegnare una sorta di dialisi miniaturizzata per il bimbo neonato.
Ricerca e risultato
Quello che il mondo industriale non sviluppava doveva essere ricercato e realizzato dal mondo accademico o quanto meno dalla ricerca disinteressata di noi clinici. Una macchina per gli adulti è grande come un armadio e non può essere adeguata per lavare il sangue di un neonatino che pesa meno di tre Kg. Per aggiustare un orologio da polso non si può utilizzare una chiave inglese. Ma non si trattava di ridurre le dimensioni delle macchine e basta, ci voleva una progettazione speciale e del tutto nuova. Le difficoltà erano molte, importanti e talora insormontabili, ma la perseveranza vince sempre. Con un gruppo di ingegneri abbiamo portato avanti la ricerca per nuovi filtri e nuovi materiali. Si trattava di prelevare il sangue dalla circolazione del bimbo, lavarlo dalle scorie, e restituirlo pulito per rimpiazzare la funzione temporaneamente perduta dei piccoli reni nativi.
Come è nato

Da questo sforzo nasceva CARPEDIEM, una macchina totalmente innovativa, tutta italiana, nata a Vicenza per dare nuove speranze ai piccoli bambini. Dal primo disegno fatto sul retro di un foglio di carta usato, ai disegni esecutivi del nuovo prototipo sono passati tre anni. Altri due per la realizzazione della prima apparecchiatura funzionante, e poi ancora un anno per le certificazioni. Ci abbiamo messo oltre all’ingegno di tanti giovani ricercatori, anche soldi nostri e tante energie. Nell’agosto del 2013 la prima macchina funzionante e certificata veniva usata a Vicenza su una bambina con grave compromissione dei reni e di altri organi. La piccola Lisa (nome di fantasia che ha ispirato il libro CARPEDIEM pubblicato per i tipi di Colla editore) veniva sottoposta a dialisi per quasi un mese e veniva riportata a nuova vita dal quella macchina miracolosa che ora interessava a molti.
Carpediem nel Mondo
Oggi CARPEDIEM è entrata in quasi tutti i paesi del mondo fra cui gli Stati Uniti come unico presidio per l’insufficienza renale acuta del neonato. Grazie alla sua specificità e alla sua affidabilità. L’industria oggi la produce in serie e la porta ai quattro angoli del pianeta, ma il cuore di quella macchina rimane italiano e vicentino. Ho l’orgoglio di poter dire che la mia affiliazione all’università degli studi di Padova come professore ordinario, mi consente di dire che il gioiello miniaturizzato che abbiamo creato ha seguito gli insegnamenti del nostro illustre docente Galileo Galilei. Il metodo scientifico, la ricerca del problema e della soluzione, l’applicazione dei concetti di fisica e matematica alla medicina e alla biologia, hanno permesso che centinaia di vite appena nate possano essere salvate e protette riducendo di oltre il 50 % la mortalità neonatale di questi esserini indifesi.
Gli eventi che hanno realizzato un sogno
Abbiamo ricercato i fondi con attività diverse come partite a Hockey e concerti rock. Dove mi sono inventato giocatore e chitarrista-cantante. Abbiamo trascorso notti insonni a fare esperimenti e a ricercare soluzioni adatte. Ne abbiamo fatte di tutti i colori nel nostro Istituto Internazionale di Ricerca Renale di Vicenza. Lavorato contro l’indifferenza e talora contro lo scetticismo di molti, ma abbiamo anche raccolto la solidarietà e la generosità di moltissimi. Abbiamo fatto la scelta di non brevettare il progetto e di lasciarlo a disposizione di tutti perché possa essere usato e migliorato. Oggi CARPEDIEM è un regalo che lasciamo a tutti i bambini del mondo che nasceranno con problemi renali.
